Un passo alla volta

I rossoblu pareggiano con la Salernitana, confermando pregi e difetti dell’ultima uscita 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Non montiamoci la testa“: le prime parole di Palladini – in conferenza stampa – sono anche le più importanti, quelle che certificano la chiave di lettura della partita. Criticare i rossoblu per la gara col Venezia e complimentarsi per quella con la Salernitana significa fermarsi all’aspetto esteriore della cosa, come una gazza ladra che scambia un pezzo di alluminio per un diamante.

Il (bel) pareggio con la Salernitana è figlio dello stesso tipo di prestazione che ha portato al (tanto viturperato) pareggio con il Venezia, con gli stessi meriti e le stesse fragilità.

I rossoblu hanno confermato il 3-5-2 dell’ultima uscita, con Tavanti e Pezzotti sulle fasce e Di Massimo al posto di Mancuso. Dall’altra parte, i granata hanno utilizzato lo stesso modulo, creando situazioni di gioco speculari – ma anche diverse interpretazioni.

In fase di possesso entrambe le squadre provano a far salire molto i due esterni, quasi in linea con i due attaccanti. Il tentativo era quello di impegnare la difesa avversaria in ampiezza, cercando i presupposti per la verticalizzazione.

I tentativi per creare questa condizione erano diversi, però; i rossoblu – meno consolidati nella partenza dell’azione dal basso – avevano bisogno di una maggiore superiorità intorno al pallone: per permettere l’avanzamento dei compagni hanno dovuto impegnare la mezzala e la punta sul lato palla (come col Venezia), in modo da garantire una circolazione più semplice.

salita del pallone

Pezzotti e Lulli avanzano. Di Massimo e Minotti (sul lato palla) si muovono per aiutare la circolazione del pallone

Questa situazione ha permesso un giro palla meno rischioso, ma ha sterilizzato le opzioni sulla trequarti: la buona densità centrale della Salernitana (coi tre centrali e Odjer) ha costretto i rossoblu al lancio lungo, e le uniche occasioni sono arrivate quando Di Massimo (2′) e Lulli (17′) sono riusciti a spuntarla nell’uno contro uno.

D’altra parte, la manovra della Salernitana era più sicura: ad inizio azione i centrali si distanziano maggiormente, rendendo più difficile il pressing; la mezzala sale insieme alle due punte (rimaste alte) formando un tre contro tre coi centrali rossoblu.

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La difesa è in possesso, e la squadra avanza senza paura: i granata hanno quattro giocatori sulla linea offensiva, facendo arretrare gli avversari

Per buona parte del primo tempo la Samb (pur limitandosi a una fase di recupero passiva) riesce a subire relativamente poco. Alla mezz’ora l’aggressività dei granata paga: taglio centrale di Laverone (che sorprende un po’ tutti) e palla per l’inserimento di Donnarumma, che passa alle spalle di Di Pasquale, evita Radi e infila sul secondo palo.

Nella ripresa i rossoblu cambiano molto (cinque sostituzioni), ma mantengono lo stesso assetto. La partita si accende immediatamente su due errori delle difese: al 50′ Berardocco recupera sulla trequarti e impegna Liverani, al 51′ Radi si fa sfilare palla da Coda, ma viene salvato da Di Filippo.

Al 56′ l’ingresso di Caccavallo, col passaggio al 4-4-2, cambia la partita. La squadra di Sannino gioca con due linee strette e compatte, bloccando maggiornamente il centro, ma finisce per lasciare eccessiva libertà agli esterni rossoblu – che riescono ad approfittarne.

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La Salernitana è molto compatta, coprendo Mancuso, Sorrentino e Candellori. Sulle fasce Crescenzo e NTow hanno molto spazio

I padroni di casa riescono a trovare con continuità i due esterni, che iniziano a giocare stabilmente in posizione avanzata. Dopo alcuni tentativi, arriva il pareggio: rimessa laterale guadagnata in attacco e lunga gittata di N’Tow, con Candellori che – in mischia – riesce a trovare il colpo vincente.

Il pareggio sblocca definitivamente gli uomini di Palladini, che riescono a controllare il gioco con un intelligente sfruttamento delle fasce; è proprio dagli esterni che arrivano le migliori occasioni, con Sorrentino e Gentile sfortunati nella conclusione.

A fine partita la squadra esce dagli applausi, un meritato contrappasso in risposta alle storture di naso dopo le ultime due uscite. I rossoblu hanno ancora qualche problema nella costruzione, e – contro difese organizzate – stentano a trovare l’avanzamento coi tempi giusti. Tuttavia hanno mostrato una buona maturità di gioco, specie nell’interpretazione delle varie fasi della partita.

Come ammesso da Palladini la strada è ancora lunga, ma la Samb non è rimasta ferma.

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