Il Venezia è una macchina da gol

La squadra di Inzaghi segna tanto, con diversi giocatori, e in tutti i modi. Analisi tattica del Venezia calcio, prossima avversaria della Samb


In un campionato fatto di lente risalite e brutte discese, il Venezia è stata la squadra più continua, solida, e di conseguenza vincente; nonostante qualche inciampo, gli uomini di Inzaghi hanno preso e mantenuto il primo posto sin dall’inizio del campionato, mostrando un gioco sempre più cinico, maturo, costruito a misura di Lega Pro.

Un pezzo alla volta

Fin dalle prime giornate i lagunari hanno mantenuto un’impronta ben precisa; sono cambiati i giocatori, sono cambiati gli espedienti, ma i principi di gioco sono rimasti gli stessi: controllo del pallone, come arma offensiva e difensiva, attacco del campo in ampiezza, ricerca di situazioni di vantaggio o superiorità numerica a centro area.

Basi così solide hanno portato i risultati sperati: attualmente i lagunari sono i migliori in (quasi) tutto: miglior difesa (21 gol), migliore differenza reti (+18), maggior numero di vittorie (16) e minor numero di sconfitte (3).

Nella prima parte della stagione i lagunari hanno iniziato a rilento, complice una fase offensiva che – nonostante il grande volume di gioco – non riusciva a trovare gli sbocchi giusti. Senza la fluidità giusta, e con l’intenzione di non perdere il possesso, i lagunari impiegavano troppo tempo per uscire dalla propria metà campo, finendo per affrontare difese schierate o ridursi a ricorrere alle catene laterali.

Dopo 4 pareggi nelle prime dodici partite, la squadra di Inzaghi ha cambiato l’assetto della squadra in uscita, con spaziature più ampie, un giocatore in più sulla linea offensiva e un gioco più diretto, che non rinuncia alla verticalizzazione immediata.

La scelta è stata completata dal definitivo inserimento di Geijo e Moreo nel tridente titolare: con 188 centimetri a testa, i due offrono un appoggio sicuro alle verticalizzazioni lagunari, dando un’alternativa al gioco palla a terra. Un vantaggio, questo, decisivo al punto da spingere in panchina l’acquisto più in vista del mercato invernale, quel Caccavallo a lungo sognato dai rossoblu.

Più spazi, più gioco

Paradossalmente, la nuova pericolosità verticale ha migliorato il gioco palla a terra: i centimetri di Geijo-Moreo, così come la rapidità di Marsura, sono un’arma spesso latente, utile a tenere bassa la difesa avversaria permettendo una gestione più libera del pallone.

Più che passare da orizzontale a verticale, il gioco del Venezia si è dilatato: la fase di costruzione si affida a meno uomini possibili, mentre il resto della squadra “scappa” dal pallone per aumentare gli spazi a disposizione del giocatore in possesso; una volta in attacco, poi, la squadra può contare sulla superiorità aerea di Geijo e Moreo, gli uno contro uno di Marsura e Falzerano, la tecnica di Bentivoglio e la forza fisica di Zampano e Garofalo.

Sul possesso di Garofalo Acquadro scappa in avanti, aprendo lo spazio per l’appoggio a Bentivoglio. Il Venezia crea due situazioni di parità numerica, mentre Marsura e Falzerano si allargano sulle fasce. Una volta arrivati sulla destra, altro movimento in profondità (stavolta di Falzerano) e altro spazio per Bentivoglio, che può cambiare gioco dalla parte opposta: la posizione larghissima di Marsura apre spazio alla percussione di Garofalo.

Sulla base di questi nuovi strumenti, il Venezia ha imparato a dare varietà al proprio attacco, riuscendo sempre meglio in quello che prima era il suo tallone d’Achille. Pur mantenendo una media reti simile, la squadra ha variato (molto) il proprio gioco, riuscendo a vincere di misura le partite che prima pareggiava (gli 1-0 con Gubbio, Albinoleffe, Fano), e imparando a riprendere le partite che prima perdeva (su tutte, la rimonta da 0-2 a 2-2 col Parma).

Difendersi in attacco

Per ovviare al maggior sbilanciamento della squadra, i lagunari hanno aumentato la propria aggressività in fase di non possesso, specie in transizione. Appena perso il pallone la squadra attacca la palla in avanti, con le punte in pressione e le mezzali che accorciano molto in avanti; una mossa che permette alla squadra di ricompattarsi senza concedere troppo spazio agli avversari, che – in questo modo – sono costretti ad affrontare una squadra coperta.

Palla persa, la squadra accorcia subito in avanti

Unita alla grande accortezza in fase di difesa posizionale, la squadra di Inzaghi – nonostante il maggior sbilanciamento offensivo – è rimasta la miglior difesa del campionato, subendo più di una rete solo in quattro occasioni (i 2-2 in rimonta con Samb e Parma, l’1-3 col Padova e 3-3 con la Maceratese).

Quali prospettive?

Nonostante gli auspici del presidente, fare un regalo al “più simpatico” Parma sarà un compito tutt’altro che semplice. A favore dei rossoblu ci saranno i molti impegni dei lagunari (reduci dalla gara di coppa), oltre che l’impellente bisogno di punti (il Parma insegue a tre lunghezze). Sanderra avrà la possibilità di impostare una gara reattiva, o tentare di minare la costruzione dei lagunari come visto nei primi minuti di Parma. Due strade, un solo obiettivo: tornare alla vittoria.


Allenatore: Filippo Inzaghi | Probabile formazione: (4-3-3) Facchin; Zampano, Modolo, Domizzi, Garofalo; Fabris, Bentivoglio, Acquadro; Moreo, Geijo, Marsura