Guido Barra: “Obiettivo 2016? L’ottenimento del campo Rodi”

Il Presidente dell’Associazione Noi Samb commenta l’evoluzione della macchina organizzativa del settore giovanile e annuncia l’importante decisione di voler partecipare al nuovo bando per l’ottenimento dell’impianto sportivo

A 12 mesi di distanza dalla nostra ultima intervista siamo di nuovo qui a raccontare il viaggio dell’Associazione Noi Samb. Cos’è cambiato e cosa, al contempo, è rimasto uguale?

Questa Associazione è composta da persone di San Benedetto del Tronto follemente innamorate della Sambenedettese. Ogni idea, progetto, intenzione che sono state, sono e saranno messe in campo hanno l’unico obiettivo di operare per il bene di questi colori. La missione è rimasta la stessa. A cambiare sono state le modalità con cui portarla avanti. Spesso l’entusiasmo, sommato all’inesperienza e alla fretta nel voler fare qualcosa non ti consentono di agire con ordine. Quando poi ti siedi, analizzi la situazione, e impari dagli errori commessi hai modo di rendere tutto più chiaro. Ora abbiamo una maturità maggiore.

Fare vuol dire anche sbagliare e sbagliare, molto spesso, significa crescere. Cos’è migliorato concretamente nel vostro operato?

Come dicevo prima la mentalità con cui affrontare questo percorso. Noi Samb non è un lavoro ma una passione; è qualcosa che va ad aggiungersi al quotidiano di tutti coloro che ne fanno parte. In passato impegni lavorativi e familiari non ci hanno permesso di essere costantemente presenti. Gestire un settore giovanile importante come quello della Sambenedettese Calcio è come partecipare all’attività di un’ azienda. Se mancano alcune componenti la catena di montaggio funziona male. Per questo motivo abbiamo preso la decisione di responsabilizzarci di più e ampliare l’organigramma affidando a persone competenti e di nostra totale fiducia compiti ben precisi sia dal punto di vista organizzativo che comunicativo. Per costruire una casa non basta il desiderio. Occorrono gli ingegneri, gli architetti, gli arredatori, i muratori. Senza di questi il progetto resta una semplice e bellissima idea. Ora c’è una maggiore interazione con le famiglie, gli incontri tra direttivo e addetti ai lavori sono quasi giornalieri, l’ufficio è aperto tutti i giorni, quando si verifica un problema lo si risolve nell’immediato e abbiamo messo in piedi un sito web che racconta quotidianamente quello che accade in casa rossoblu con cronache, dirette, interviste, immagini e video.

Esame superato?

La patente l’abbiamo presa ma non basta. Il test è costante e le persone che ci sostengono non mancano. Il mio profondo ringraziamento va a coloro che lavorano all’interno di questo contesto e agli associati che con i loro contributi non ci hanno fatto sentire soli. Ora non abbiamo acquisito le competenze di un pilota di Formula 1 ma di sicuro stiamo guidando il nostro mezzo con più consapevolezza verso una meta chiara.

Direzione?

Il campo Rodi senza ombra di dubbio. É pazzesco che un club con una storia così immensa non abbia strutture proprie volte ad accogliere prima squadra e settore giovanile. Ogni realtà sportiva della Riviera delle Palme ha un suo tetto. La Sambenedettese, che ha superato i 90 anni di età e che ogni domenica muove migliaia di persone, no. Questo è a dir poco paradossale. Qualche giorno fa, mentre visitavo la pagina Facebook dell’Associazione, mi sono imbattuto in un commento di un tifoso che attualmente lavora in Irlanda. Questo ragazzo, giustamente, ha fatto notare che è triste leggere che i nostri giovani non disputano mai gare a San Benedetto del Tronto. Una squadra che gioca in casa, gioca appunto nella propria città. La nostra Juniores invece, insieme agli Allievi e ai Giovanissimi, quando deve accogliere un avversario lo fa al campo Tommolini di Martinsicuro. Addirittura fuori regione e questo è inconcepibile.

Quali sono le strutture che al momento vi accolgono?

Durante la stagione estiva ci siamo fatti una cultura su tutti i campi del territorio Piceno e non. Abbiamo scelto le strutture che più sono venute incontro alle nostre esigenze economiche. Oltre al sopra citato campo sportivo di Martinsicuro abbiamo trovato un accordo con il Torrione. Questi vanno ad aggiungersi ai due impianti che abbiamo in gestione e mi riferisco alla struttura di Monsampolo e al campetto Fantacalcio di Porto D’Ascoli. Abbiamo sette squadre da gestire, oltre 120 ragazzi e chiaramente, a causa di queste distanze, la logistica ne risente.

Il campo Rodi, dicevamo. Come intendete muovervi?

A riguardo abbiamo idee molto chiare. Nulla, sottolineo nulla, ci farà cambiare idea. Il Rodi è un campo di proprietà del Comune di San Benedetto del Tronto attualmente gestito da una società di rugby. A febbraio scadrà il bando. La nostra intenzione, limpida e ferma, è quella di partecipare al nuovo bando. Non sappiamo ancora quando verrà pubblicato ma siamo giornalmente vigili. Il nostro responsabile organizzativo Massimiliano Fanesi si reca in Municipio ogni settimana e ha il compito di seguire personalmente la questione. Questa è una volontà collettiva che non riguarda solo l’Associazione Noi Samb ma anche la società rossoblu, i ragazzi del settore giovanile, le loro numerose famiglie e tutti i collaboratori della scuola calcio che a partire da quest’anno ha ripreso vita. Questa è un’opportunità importante che non dobbiamo e non possiamo lasciarci sfuggire.

Dovendo attendere la pubblicazione del bando non siete ancora al corrente dei requisiti per poter partecipare.

Non ne siamo ancora al corrente ma, in accordo con la Sambenedettese, troveremo ogni formula giuridica necessaria a concorrere. La nostra partecipazione è certa. Qualora dovessimo tagliare questo importante traguardo interverremo con opere di riqualificazione. Realizzeremo un campo in erba sintetica, potenzieremo l’illuminazione – necessaria durante gli allenamenti invernali – realizzeremo nuovi spogliatoi e una piccola tribuna. Per la prima volta nella storia la Samb avrebbe finalmente un impianto da poter gestire in maniera diretta.

Il 2016 potrebbe essere per voi l’anno di una svolta. In merito invece alla gestione del settore giovanile che tipo di futuro prevedi?

C’è da fare un’importante premessa. Al contrario delle stagioni precedenti tra noi e la società c’è un ottimo rapporto. Non abbiamo alcun motivo per agire con l’ascia in mano e l’elmo in testa. Abbiamo a che fare con una proprietà solida, ambiziosa e presente anche durante le gare dei nostri giovani, cosa mai vista prima. É la prima volta, dopo anni, che arriviamo a gennaio senza vivere una sensazione di precarietà. I tifosi non lo meritavano. Fatto questo doveroso preambolo la nostra intenzione è quella di attendere la fine di questo campionato. A quel punto ci sederemo tutti attorno ad un tavolo e valuteremo insieme quali soluzioni adottare. Gestire un settore giovanile di una squadra di Lega Pro è sicuramente diverso. Qualsiasi decisione prenderemo sarà comunque a favore del bene della Samb.

Ultima battuta. Mister Ottavio Palladini in prima squadra.

Ottavio è un patrimonio che questa Associazione ha custodito, tutelato e sostenuto. Dopo la delusione della mancata iscrizione sotto la gestione Pignotti/Bartolomei, la sua intenzione era quella di voltare pagina e guardare altrove. Riconoscendone il valore sia umano che professionale, abbiamo fatto di tutto per trattenerlo in città affidandogli l’incarico di assumere il comando del settore giovanile. Nonostante tutte le difficoltà noi abbiamo creduto in lui e lui ha creduto in noi. La sua dedizione al nostro progetto è stata talmente alta che quando è stato contattato dal Presidente Fedeli il suo primo pensiero è andato ai ragazzi che aveva allevato fino a quel momento. Il Riviera delle Palme è la sua casa, la Curva lo ama e noi non abbiamo alcun dubbio sul suo operato

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