Sempre e solo al massimo: ecco l’Avezzano

La squadra di Lucarelli ha una grande fase offensiva, ma anche diversi difetti. Analisi tattica degli abruzzesi

Dopo le ottime vittorie con Monticelli e Campobasso, l’Avezzano ha messo in fila una lunga serie di risultati deludenti: le sconfitte con Matelica (2-1) e Fano (2-4) hanno segnato il solco tra i marsicani e le prime della classe, evidenziato anche dai deludenti pareggi con Vis Pesaro (1-1) e Giulianova (0-0). Alla vigilia della gara con la Folgore Veregra i biancoverdi hanno anche dovuto dire addio al gioiello Di Massimo, e – nel finale – assistere alle contestazioni dei propri tifosi.

Dopo i soli due punti in cinque partite, e senza più Di Massimo, l’Avezzano sembrava preda di una crisi – tecnica e di risultati – di difficile soluzione. La gara con l’Isernia (partita con un autogol all’8′) poteva essere il punto più basso della gestione-Lucarelli, ma la squadra – proprio nel momento peggiore – è riuscita a risalire la china.

Grazie a due calci piazzati di Bisegna gli abruzzesi hanno pareggiato a metà primo tempo e segnato il gol partita al 94esimo, con Pollino – giovane esterno offensivo ex-Parma, arrivato a dicembre.

Dopo la vittoria con l’Isernia i biancoverdi hanno pareggiato a Scoppito, battuto 5-2 la Jesina e pareggiato a Recanti, fermando la serie positiva solo la scorsa settimana contro il San Nicolò. I nuovi innesti (Pollino, De Santis e Censori) hanno già dato il loro impatto, segnando (insieme) 6 gol in tre partite, e il ritorno di Moro (in gol al ritorno in campo) ha fatto il resto.

A parte la gara con la Jesina (dove era assente Bisegna), la squadra – anche nei momenti difficili – ha mantenuto il 4-3-3, seguendo gli stessi principi: gioco palla a terra, grande aggressività e poco, pochissimo equilibrio.

In difesa i biancoverdi non sprecano mai un pallone, evitando il rilancio anche sotto la pressione alta degli avversari: in questo modo, pur rischiando qualcosa, la retroguardia ha la possibilità di attirare su di sé molti avversari, scoprendo spazi importantissimi per i tre attaccanti (rapidi, e capaci di trasformare qualsiasi palla lunga in un’opportunità).

[Nella gara con la Folgore (in piena crisi di risultati) la squadra continua a non gettare la sfera, rilanciando solo quando uno dei compagni ha la visuale adatta per servire uno degli attaccanti] 

Un atteggiamento tale costringe la squadra a molti errori, ma permette di giocare sempre in velocità – a prescindere dalla situazione di partenza. Un aspetto fondamentale, per gli abruzzesi: quella di Lucarelli è una squadra senza mezze misure, una macchina che ha bisogno di viaggiare costantemente fuorigiri per non ingolfare il motore.

Appena consolidato il possesso, la squadra aggredisce gli avversari con densità e ampiezza: gli esterni tagliano in mezzo dando soluzioni centrali, mentre i terzini salgono sull’ala garantendo un appoggio laterale; il centrocampista ha sempre a disposizione più linee di passaggio, e gli attaccanti – molto vicini – l’opportunità di scambiare negli spazi stretti.

Nella gara con la Jesina, tre dei cinque gol sono arrivati proprio in questo modo. Nel video, Censori riceve e ha cinque compagni davanti a lui: Ndiaye (terzino) è alto a destra, mentre l’ala (Pollino) è più centrale.  Vicino a Moro ci sono due compagni, e sulla verticalizzazione di Censori l’attaccante ha la possibilità di mettere De Santis a tu per tu col portiere.

Mai come stavolta, per i rossoblu, la pressione alta potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Pur dando la possibilità di giocare sugli errori degli avversari, la difesa rischierebbe di scoprirsi troppo alle ripartenze, una delle migliori armi a disposizione degli abruzzesi. La squadra di Palladini probabilmente sceglierà di difendere bassa.

Per portare i tre punti a casa sarà fondamentale lavorare bene sulle transizioni offensive, confidando nell’eccessivo squilibrio offensivo dei marsicani – che in casa segnano tanto, ma subiscono troppo.