Samb – Campobasso: un inno alla tradizione

Il racconto e le immagini  del match e  della coreografia realizzata dalla Curva Nord Massimo Cioffi.

Di Giada Pignotti


Finalmente domenica
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Dopo una settimana di chiacchiere e discussioni da bar sulla forma fisica di Reginaldo e la carrellata di acquisti rossoblù è il momento di fare sul serio. Gli irriducibili, sempre all’opera, già di prima mattina organizzano la nuova coreografia. Stupirci è il loro mestiere.

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“Tra le tantissime tipologie di tifosi si possono distinguere due macro-categrie: quelli che guardano il campo e quelli che guardano la curva. I secondi sono quelli che già si potrebbero definire ultrà”.

A guardia di una fede, Ultra Samb rispolvera il bandierone con il suo vessillo giallo. Questo giovane gruppo organizzato esprime e manifesta ciò che lo uniforma all’interno e in poco tempo è riuscito a ridare coesione ed entusiasmo a tutti gli innamorati rossoblu. Negli ultimi anni infatti, in un clima di sfiducia e delusione generale, si è avvertita sempre di più la necessità di ritrovare quella credibilità e quella voglia di fare che hanno reso memorabile la nostra tifoseria.

Nel Tempio del Tifo i fedeli si riuniscono ancora una volta in Curva Nord per assistere ad un altro grande spettacolo. Era il lontano 26 marzo 2005 quando venne esposto per la prima volta il copricurva con il bandito. Davanti alla Nord 1.500 tifosi provenienti da Napoli.

Samb - Napoli

Questa volta c’è il Campobasso: categoria che prendi, tifoseria che trovi. Anche se ad essere sinceri, del girone, i molisani sono gli unici avversari degni spettatori dello spettacolo rossoblù. Dal 1979 infatti i campobassani difendono con orgoglio i loro colori e vengono sempre ben accolti dalla nostra città. Meno numerosi dell’ultima volta, a causa delle condizioni climatiche, ma sempre compatti e rumorosi danno il loro contributo ad una giornata di vero tifo. La Curva Nord è nel suo massimo splendore, questa volta son pochi quelli che rinunciano a partecipare.

La Curva comincia a riempirsi a pochi minuti dall'inizio.

La Curva comincia a riempirsi…

L’agitazione negli occhi degli autori è proporzionata all’importanza della coreografia. La parte difficile l’hanno già affrontata, ora sta al pubblico collaborare. Il bandierone ricorpre l’intero settore: “Questo è un canto d’amor che ci viene dal cuor: FORZA SAMBA OLE’, IMPAZZISCO PER TE!”. Più di 3.000 persone sotto metri e metri di stoffa rossoblu danno libero sfogo alla follia e il bandito, tornato in città a trent’anni dalla sua prima apparizione, brilla orgoglioso nel cuore della Nord.

Et voilà...lo spettacolo della Curva Nord

Et voilà…lo spettacolo della Curva Nord

Il tamburo impone il ritmo per tutto il primo tempo: l’allievo supera il maestro. Tanti gli ospiti in curva, dai fratelli riminesi agli amici tedeschi del Monaco e di Friburgo. Questi ultimi, in particolare, da più di 10 anni nutrono un affetto e una stima smisurati per i nostri colori. Da quel lontano 2003 dove comparvero per la prima volta al nostro fianco in quel di Pescara (con la pezza Onda Freiburg), i posteri dell’NBU freiburg ci sostengono ogni volta che possono e quando la Samb non c’è resta la grande amicizia. Titone su rigore porta i rossoblu in vantaggio ma poco dopo Sabatino si becca il cartellino rosso e la Samb resta in 10: “Ragà, ora dobbiamo scendere in campo”, dobbiamo difendere il risultato. La Nord ruggisce ancora di più e con l’aiuto di Pergolin i ragazzi di Mister Palladini contengono gli avversari sotto una Sud sempre animata. Entra Forgione, finalmente. In campo mancano quella grinta e quella cattiveria che invece sfociano liberamente sui gradoni. Anche la Tribuna è in festa, i ragazzi della Nord hanno ballato e cantato per 90 minuti. “Ahia, il ginocchio”, “Odio lu core!”, ‘menti moremo tutti quanti. Per non parlare delle mani, ormai gelate ed impraticabili.

Non c’è appuntamento più bello di quello domenicale. Oltre ai tre punti, si ferma il Matelica e ci viene annunciato con Ottavio sotto la Curva; si raccoglie la voce per un ultimo grido: “La Capolista se ne va”! Sulla sciarpa ancora l’odore dei fumogeni, negli occhi il fuoco dell’emozione: il frutto del duro lavoro di chi, dietro le quinte, ha tenuto accesa la fiamma della passione. “TRADIZIONE E’ CUSTODIA DEL FUOCO, NON ADORAZIONE DELLA CENERE”.

Ringraziamo per le immagini e il video la tifosa rossoblu Melissa e un ultras addetto ai lavori.

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