Pareggio evitabile, ma senza conseguenze: Samb a +11

I rossoblu buttano due punti facendosi recuperare da un’Isernia coraggiosa e volitiva

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il pareggio con l’Isernia è forse il risultato più sorprendente della gestione Palladini, certamente il più colpevole. I motivi che hanno determinato questo – leggero, quasi inefficace – passaggio a vuoto sono immediati, e comprensibili: l’ottima posizione in classifica (messa al sicuro dai risultati degli altri campi) ha tolto gran parte della pressione, la scarsa pericolosità dell’avversario (acuita dal clima festoso dello stadio) ha instillato l’illusione che la gara fosse già decisa dopo l’uno a zero.

Eppure i rossoblu non hanno avuto particolari problemi nell’approccio, né nella gestione della gara: il rilassamento della squadra è durato pochi minuti (quelli tra l’occasione di Fontana e il gol di Mingione), ma è stato sufficiente a incidere su un risultato altrimenti mai in discussione.

Sin dall’inizio la gara sembrava incanalata nel verso giusto: i rossoblu partono con un pressing alto e organizzato, che aiuta sia in fase difensiva – togliendo respiro alla costruzione molisana – che in fase offensiva, dando a Sabatino e compagni la possibilità di ripartire da posizioni avanzate di campo.

Già al 9′ – su una palla recuperata alta – il centrocampista rossoblu ha l’opportunità di servire Sorrentino in piena area, un minuto dopo i rossoblu vanno in vantaggio: verticalizzazione di Pezzotti per Sorrentino, che – al limite dell’area, marcato da un avversario, e col pallone che scivola via – si inventa un esterno destro intelligente e chirurgico, che sorpassa l’uscita del portiere e finisce in porta.

Il vantaggio sembra mettere i rossoblu a loro agio: la squadra di Palladini inizia ad amministrare il possesso con tranquillità, cercando di aggirare il pressing ospite nelle catene laterali. Inizialmente l’Isernia opta per un atteggiamento aggressivo, quasi una marcatura a uomo a tutto campo: quando i rossoblu sono in possesso Panico va in marcatura su Barone, Fontana disturba i due centrali e gli esterni si alternano tra la pressione del terzino e la copertura della mezzala sul lato debole.

IMG_20160228_144017 - Copia

Titone viene incontro fino alla trequarti, attirando Santoro: alle spalle dei due si crea lo spazio per Baldinini, che riceverà il lancio di Salvatori

Questo mette in difficoltà la prima costruzione, incentivando la marcatura audace dei due terzini – molto aggressivi su Pezzotti e Titone. I rossoblu accettano la situazione senza batter ciglio, cercando di scoprire spazio alle spalle dei molisani allo scopo di sorprenderli. I padroni di casa iniziano con un lungo – e insistito – possesso palla, interrotto dalle verticalizzazioni verso Baldinini e Sabatino (bravi a sfruttare il movimento incontro degli esterni).

In trenta minuti i rossoblu segnano un gol (Sorrentino) e sfiorano il raddoppio con Pezzotti (grande lancio di Sabatino), finché gli ospiti non decidono un atteggiamento più accorto, basato su due linee basse, compatte, e gli attaccanti in copertura su Barone.

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I rossoblu rispondono al blocco biancoceleste cercando di aggirarlo, accentuando ancora maggiormente il carattere periferico delle loro giocate. La squadra “svuota” il centro del campo allo scopo di avere costante superiorità sull’esterno, con la catena terzino-mezzala-esterno, ma i padroni di casa – complice la buona prestazione dei molisani – stentano a creare occasioni.

L’infortunio di Sorrentino (uscito durante l’intervallo) costringe Palladini a smentire il proprio piano tattico: l’ingresso di Candellori – con Titone prima punta – dà più copertura, ma toglie un dribblatore sulla fascia e un colpitore di testa in mezzo, costringendo la squadra a giocarsela essenzialmente in contropiede.

L’inizio è promettente: al 48esimo Sabatino, Pezzotti e Titone confezionano un’ottima occasione, in ripartenza, ma nei minuti successivi i sambenedettesi concedono sempre più spazio agli ospiti, rischiando sul tiro-cross di Panico, prima, e concedendo il pareggio a Mingione poi. Possesso mal gestito dei rossoblu e contropiede dei molisani, con Panico che – rubata palla a Barone – ha tutto il tempo di puntare la difesa e servire l’assist al compagno.

Il gol cambia nuovamente i piani: Palladini (che non può più giocarsela in contropiede) torna al piano originale, inserendo una prima punta “vera” (Gavoci) al posto di Titone, riportato sulla fascia. La squadra torna a spingere sugli esterni, specie a sinistra, dove Pezzotti – grazie al supporto di Montesi – riesce a liberarsi al cross con continuità.

Al 69esimo (proprio su un suo cross) arriva la traversa di Titone, pochi minuti dopo l’occasione per Gavoci (anticipato). L’inserimento di Forgione (schierato mezzala sinistra) sovraccarica ancora maggiormente il tasso tecnico della catena di sinistra, ma senza fortuna: la difesa ospite copre con grande puntualità, al punto che le occasioni migliori – nel finale – arrivano tutte su situazioni caotiche.

Dopo la seconda traversa di giornata (cross deviato da Ruggieri) i rossoblu segnano un gol a gioco fermo (fallo di Sabatino su Schina) e sfiorano il raddoppio in pieno recupero con Candellori, servito alla grande dalla giocata di Titone (sugli sviluppi di un corner).

Il triplice fischio finale arriva senza colpo ferire: al netto della prestazione, la squadra di Palladini esce tra gli applausi della Curva, e con un punto in più sulle inseguitrici Fano e Matelica (entrambe sconfitte). Il pareggio di oggi è forse stato il primo veramente evitabile, l’unico attribuibile più alle colpe rossoblu che agli eventi (tattici, o fortunosi) di una partita. Il fatto che sia arrivato solo ora, con la seconda a -10, la dice lunga sul campionato della squadra di Palladini, che anche oggi – a parte quei due minuti a cavallo del 50esimo – ha giocato l’ennesima partita senza sbavature.

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