Vernecchie rossoblu: 8^ puntata (Venezia-Samb e Samb-Padova)

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso. Con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero


Avvertenza: queste vernecchie sono state scritte da Michele Palmiero e Angelo A. Pisani, anche detto “Bastian contrario tipicamente italiano”, “colto letterato”, “fenomeno della penna”, “asculà” e “cogl***e di turno”. Per colpa del calcio moderno, le vernecchie di questa settimana sono state posticipate. Le abbiamo divise in due parti: post-Venezia e post-Padova.

Angelo A. Pisani: Michelino, sabato mi hanno offeso perché ho detto che il secondo rigore era facilmente assegnabile, e che bisogna migliorare nella gestione. Ma secondo te avevo torto? Gli arbitri ce l’hanno con noi?

Michele Palmiero: Ti risponderò per punti

  • Fanno bene ad offenderti, in ogni caso;
  • Non esiste alcun complotto giudoplutomassonico contro la Sambenedettese calcio e i suoi tifosi;
  • Non dobbiamo commettere l’errore di diventare una tifoseria di rosiconi, incapace di accettare altri risultati oltre alla vittoria. Il ritorno alle categorie che ci spettano di diritto passa anche attraverso questi comportamenti.

Queste cose succedono in ogni campionato, squadre come Parma e Venezia – composte da giocatori di categoria superiore – riescono sempre a influenzare l’arbitro. Io non capisco una cosa: noi sambenedettesi siamo quelli che a Teramo cantavamo “Il rigore non c’era” o quelli che gridano al complotto per ogni fischio a sfavore?

Angelo A: È assurdo: di solito sono gli allenatori, a scaricare le colpe sull’arbitro; qui l’unico a non lamentarsi è Palladini, che dice sempre di voler parlare di calcio.

Michele: Parlando di Palladini, quanto è diventato bravo a preparare le partite?

Angelo A: In questa terza esperienza alla Samb lo è sempre stato: secondo me ne ha sbagliate veramente poche, forse nessuna. Col Venezia ha impostato una marcatura a uomo sui centrocampisti del Venezia, bloccando Pederzoli e compagni per tutta la partita; e non a caso abbiamo fatto i due gol su due palloni recuperati alti.

Michele: Il piano di gioco era ben fatto anche nella partita col Mantova. Gli episodi sono pesati, e l’abbiamo visto anche in queste due partite. Di Parma abbiamo già detto, il Venezia è riuscita a rimontare grazie ad una superiorità tecnica nelle zone più importanti del campo. Ferrari è stato imprendibile, mentre Pederzoli nel secondo tempo non ne ha sbagliata una.

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Tirando rigori così.

Angelo A: Chi è stato sicuramente incisivo è Tortolano. Due palle, due scelte diverse, entrambe vincenti: Di Massimo taglia sempre dentro, Tortolano una volta è andato sul fondo e ha messo l’assist, l’azione dopo ha tagliato dentro e messo il gol del raddoppio.

Michele: In questo momento Tortolano ha un bagaglio più ampio a sua disposizione. Un cross del genere e un inserimento così non si vedono sempre. Pensavo di vedere Tortolano dall’inizio e Di Massimo poi, e invece è entrato Candellori. Tu te lo aspettavi?

Angelo A: In quel momento della partita era più utile lui, dato che la Samb doveva mantenere il risultato. Nonostante abbia fatto una buona prova, alla fine non ha pagato. Pareggiare così brucia, però c’è anche da dire che se lasci entrare tre, quattro saltatori in area ad ogni azione certi rischi li corri per forza. E torniamo alla questione iniziale: secondo te c’è un problema nella gestione?

Michele: Non è un problema, ma una caratteristica. Questa squadra va bene quando può spingere sull’acceleratore, questo è certo. Ciò non toglie che contro squadre meno pericolose di Parma e Venezia potrai gestire comunque. Quello che fa rosicare è il fatto che abbiamo preso due rimonte rocambolesche. Però ricordiamoci che loro avevano l’obbligo di vincere, noi no. Se hai squadre come la loro puoi inserire giocatori che sarebbero titolari ovunque, è normale che ci mettano in difficoltà.

Angelo A: Esatto. Col Venezia il problema è stato anche fisico. Loro buttavano tanti palloni in area, e noi – tra Mori non al meglio, e due terzini non saltatori – avevamo il solo Ferrario, tanto che Sabatino ha dovuto giocare tra i centrali. Quando saremo al top, con più alternative, miglioreremo.

Michele: Speriamo. Prima di salutarci vorrei consolarti dicendoti che sabato ho avuto modo di scoprire l’unica persona più antipatica di te: Joe Tacopina. È un insieme di muscoli, brillantina e machismo americano… Con una cattiveria che in confronto tu sei il Mahatma Gandhi. Non so dirti perché mi è antipatico, posso solo dirti che mi ispira antipatia. Alla fine nel mondo del calcio ci sono molti spacconi e arroganti come lui, però Tacopina aggiunge l’accento americano e la faccia truce.

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Angelo A: Comunque avevo detto pareggio col Venezia e vittoria col Padova. Vediamo come va. Loro non hanno un ruolino di marcia così spaventevole, possiamo farcela. Dobbiamo farcela: vincere significherebbe primo posto, perdere ci lascerebbe al sesto – ridimensionandoci un po’, a livello di classifica. Squadra e tifoseria sentono l’odore del sangue, secondo me non falliremo.

Michele: Il recupero diventa importante in virtù del poco equilibrio che c’è nella nostra piazza. Non mi stupirei se in caso di risultato negativo si passasse da “Puntiamo alla B” al “Senza due acquisti questa squadra non si salva”. Al momento il pensiero comune è che o vinciamo o è colpa dell’arbitro, ed è una convinzione pericolosissima, perché prima o poi sei costretto ad accorgerti che non è vero.

Col Padova mi preoccupa un po’ la difesa. Di certo mancherà Radi e dobbiamo vedere se recuperano Mori e Di Pasquale. Ma soprattutto: Ma N’Tow, che fine ha fatto N’Tow??

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Angelo A: Hey, Palladini in conferenza ha detto le stesse cose che ho detto nel commento: pretendo di essere riabilitato. Comunque, facciamo due conti. Tra la nostra chiacchierata di domenica e questa di oggi abbiamo messo insieme tre punti, una grande partita, un rigore a favore e il primo posto in classifica. Non male, no?

Michele: È fatta Angelo, è fatta. Champions League, stiamo arrivando!

Angelo A: …Forse stai correndo un po’ troppo.

Michele: Assolutamente sì, ed è bellissimo. La verità è che in questo momento sono troppo felice. Non per il primato, né per la quinta vittoria in campionato, ma per una persona: Ottavio Palladini. In questi anni ho spesso criticato i giudizi che (non pochi) tifosi rossoblu riservavano al nostro allenatore. “E’ un catenacciaro”, “Gli voglio bbè ma non può allenare in Lega Pro” e così via… Mi ha sempre dato fastidio la facilità con cui si sminuiva il lavoro di un allenatore che, sulla panchina della Samb, ha vinto tre campionati, due dei quali con il migliore attacco. Queste 8 partite in Lega Pro hanno dimostrato una cosa, anche ai critici più severi: abbiamo la fortuna di poter contare su un allenatore che merita di stare in questa categoria, che prepara le partite come pochi altri colleghi, che sa formare uno spogliatoio anche nelle situazioni più difficili, che è sambenedettese e innamorato della Samb. Ricordiamocelo, quando arriveranno i momenti difficili.

Angelo A: Io l’ho sempre sostenuto: Palladini è un ottimo allenatore, capace di preparare le partite come pochi e dare un gioco alle sue squadre. Si può parlare di gusti, e vabbè, ma la sua squadra ha sempre un piano; e spesso funziona. Nelle ultime tre ha stravinto tatticamente tutte le sfide, e se non è tornato a casa con 9 punti è essenzialmente colpa degli episodi. Quello che mi piace di più è il modo in cui sta gestendo la comunicazione: al rifugio da qualsiasi vanità, sempre attento a non prendere alibi e a mantenere i piedi per terra. A proposito di piedi per terra: Di Massimo ha segnato (alla faccia tua, aggiungo) e già è uscito un articolo sulla Gazzetta. Questa cosa non lo aiuta.

Michele: Voglio dire solo una cosa. A me non sta antipatico Alessio Di Massimo, che non conosco al di fuori del campo da gioco. A me sta antipatico il “modello-Di Massimo”, ovvero il giovane giocatore della scuderia di un potente procuratore che gode di attenzioni diverse rispetto agli altri giocatori. Mi spiego meglio. Di Massimo non sarà né il primo né l’ultimo giovane di belle speranze che passa dalle categorie inferiori al settore giovanile di una grande squadra. Non solo: ci sono migliaia e migliaia di “scartati” dalle big d’Italia che hanno avuto onestissime carriere dalla Serie B in giù. Quello che non sopporto è il contorno mediatico che sta attorno al Di Massimo di turno. La scelta del procuratore sta diventando più importante delle proprie capacità e questa cosa non mi va giù. Quando vedo che è bastato un gol al Padova, arrivato dopo 40 minuti giocati in maniera non buonissima, per “meritare” un articolo sulla Gazzetta mi viene da pensare: i vari Mancuso, Lulli, Tortolano e Sabatino cosa meriterebbero? Un romanzo?!”

Angelo A: Io su Sabatino qualcosa ho già scritto, e sono pronto a prendermi l’impegno per il romanzo.

Di Tortolano si parla sempre troppo poco. Mi viene da pensare – soprattutto – alla conferenza post-Venezia: veniva da una prestazione ottima, con gol e assist, e gli hanno fatto solo mezza domanda. Lulli ormai è diventato un feticcio della tifoseria, mentre su Mancuso – grazie alla sua somiglianza con l’iconografia cristiana – sono certo partirà qualche forma di culto. Intanto guarda questo:

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Diciamo che è un buon inizio.


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