Vernecchie rossoblu: 29^ puntata (Feralpisalò-Samb)

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero. Copertina di Madou

Dopo le vittorie con SudTirol e Bassano i rossoblu escono da Salò con un pareggio tanto brutto quanto prezioso, ai fini della classifica e della continuità di rendimento. Col Gubbio avvicinato di un punto, e la Feralpi lasciata a quattro, è giusto guardare il bicchiere mezzo pieno?

Michele Palmiero: Sinceramente? Meno guardo questo bicchiere e meglio è. Dal punto di vista dei risultati, non possiamo lamentarci: il Gubbio è più vicino e sembra in difficoltà, la squadra è al terzo risultato utile e la nostra bocca di fuoco, Mancuso, continua ad essere on fire. D’altro canto, però, non riesco ancora a capire per quale grazia divina siamo usciti dalla trasferta di domenica con un punto. La Feralpisalò ha giocato una gran partita, sprecando occasioni clamorose e regalandoci il rigore del pareggio. Sono d’accordo sull’importanza di questo punto, ma qualcosa in più – almeno dal punto di vista dell’atteggiamento  – era lecito attendersi.

Angelo A. Pisani: C’è del liquido dentro, e già è un primo passo; il gioco visto a Salò non è stato molto diverso da quello che ci ha dato 6 punti con SudTirol e Bassano, solo che di fronte abbiamo trovato un avversario più pronto dei tirolesi in un campo più piccolo del Riviera. Non si può spiegare la totale assenza offensiva con questi due aspetti, ma secondo me sono stati importanti. Detto questo, bisogna fare tesoro della lezione e imparare a costruire delle alternative di gioco. Il vuoto nel bicchiere è sempre quello.

Michele: Secondo me è ormai troppo tardi per chiedere a questa squadra un miglioramento del gioco. Mister Sanderra nelle sue dichiarazioni è stato molto lucido: meglio evitare il pressing alto perchè questa squadra non ce l’ha nelle  corde. Da qui alla fine continueremo a vedere una squadra attendista, pronta a sfruttare i lanci di Bacinovic, i movimenti di Mancuso e qualche giocata estemporanea. Farsi 500 km ad andare e 500 a tornare per una partita del genere non è il massimo: stavolta è andata bene, speriamo che la fortuna continui a darci una mano fino a maggio.

Angelo A: Premesso che della partita di ieri c’è poco da salvare, a parte Aridità, non vedo perché addossare la croce a Sabatino. L’intervento ci stava, non mi sembra particolarmente stupido o gratuito, e se vogliamo dirla tutta il penalty parte molto prima, dall’uscita sbagliata del pallone all’uno contro uno perso da Rapisarda. Non che voglia addossare colpe al terzino, eh; però l’idea che ogni partita negativa sia colpa dei soliti tre-quattro è ridicola.

Sempre lui, Durim Ramadani 👏 

Michele: Penso che le cose siano più complicate di così. I tifosi non se la prendono con i soliti 3-4 perché fa comodo eleggere i capri espiatori: una parte della piazza ha nel mirino Sabatino e Pezzotti da quando Palladini ha rassegnato le dimissioni. Pagano ingiustamente il loro rapporto con la società? Probabilmente sì, e quando giocano male non sfuggono dalle critiche. Nel caso di Sorrentino e Agodirin, invece, il motivo delle lamentele del pubblico è un altro. Da due anni si critica alla società il mancato acquisto di una punta di spessore e le prestazioni del nostro reparto offensivo – ad esclusione di Mancuso – agli occhi dei tifosi sono la prova delle lacune in sede di mercato. Non si contesta direttamente Agodirin, ma il fatto che al suo posto sarebbe dovuto arrivare un attaccante di spessore diverso. Tutti questi fattori hanno meno risonanza quando si vince, ma escono allo scoperto quando si perde o – come domenica – si gioca male.

Angelo A: Bisogna capire che prendersela con i giocatori che abbiamo solo perché non sono arrivati elementi migliori è deleterio. Che colpa hanno, i giocatori? Sorrentino è sempre partito come riserva ed è sempre finito titolare, con tre allenatori diversi: qualche merito ce l’ha, i demeriti – semmai – sono di chi doveva essere titolare al posto suo. Agodirin è arrivato per fare la riserva ed è quello che sta facendo. 

Ci vuole più equilibrio, perché a volte si rischia di trasformare una brutta partita in un brutto giudizio sulla squadra. Con la Feralpisalò non abbiamo fatto bene, e – detto sinceramente – meritavamo la sconfitta. Però non è corretto parlare di passo indietro, perché – a ben vedere – il gioco è lo stesso di Bolzano, la squadra pure: è cambiata solo la resa in campo. Bisogna accettare il fatto che questo aspetto non dipende più da noi, perché – costa ammetterlo – ci sono squadre più organizzate e più forti.

Michele: Quello che dici tu è condivisibile, però ti riporto il pensiero di molti dei tifosi presenti, come me, a Salò: “Posso farmi 1000 km per vedere una squadra totalmente rinunciataria? Non abbiamo nulla da perdere, perché non provarci?”. Nessuno pretende di vincere sempre, ma è come se aleggiasse su di noi l’idea che siamo dove siamo più per fortuna che per bravura. Le prestazioni della squadra, detto francamente, fanno poco per smentirla.

Angelo A: La frustrazione è condivisibile, ma al momento la Samb rende per quello che è. A un certo punto diventa ingeneroso prendersela con la squadra, dato che molti giocatori sono arrivati senza la forma migliore e quelli rimasti hanno dovuto fare i conti con un allenatore nuovo e molti compagni diversi. È una stagione un po’ così, direbbe qualcuno; essere in questa posizione di classifica nonostante tutto è un buon segno.

Michele: Da molti mesi ho maturato la convinzione che la nostra posizione in classifica – sia con Palladini che con Sanderra – ci abbia influenzato negativamente. I tifosi sono stati portati a credere che potevamo e dovevamo lottare con Parma e Venezia, e la società ha chiesto sempre di più alla squadra e allo staff. I giocatori non hanno mai giocato con serenità, e gli allenatori si sono dovuti rapportare quotidianamente con l’ansia da risultato. In tutto questo, è sbocciato dal nulla un esterno d’attacco a tratti devastante. Anche a Salò Mancuso ha avuto pochissimi palloni giocabili, ma la sua sola presenza bastava a spaventare i Leoni del Garda. La sua esultanza, sotto il nostro settore, è stato l’unico momento emozionante della trasferta.

Angelo A: Deve ancora andare via e lo stiamo già rimpiangendo. C’è il rammarico di non averlo rinnovato quando si poteva, così da ricavarne qualcosa a livello economico o – almeno – dare più valore al “Non gli tarpiamo le ali” ripetuto come un mantra dalla dirigenza.

Durim Ramadani ci presenta alcuni metodi di pagamento alternativi

Michele: Per un giocatore che va, in compenso, potrebbe arrivarne uno a parametro zero. Nelle ultime settimane si è fatto il nome di Settembrini e, ti dirò, mi ha fatto un’ottima impressione. Ha corsa, tecnica e buoni tempi di inserimento. Spero davvero che possa firmare per la prossima stagione anche se, sulla maglietta, dovrebbe rinunciare a stampare il suo terribile cognome. Dovremmo chiedere conferma del suo arrivo ad Andrea Fedeli, o forse no, visto la sua inclinazione agli scherzetti.

Angelo A: A proposito di scherzetti. Ieri era la festa del papà e Andrea Fedeli non ha risposto al padre/presidente 🙁 Cioè, dai, non ci credo… gli avrà risposto più tardi. Posso solo immaginare la conversazione avuta al telefono.

La copertina di Madou è ispirata a René Magritte. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mailAccettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!

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