Vernecchie rossoblu: 30^ puntata (Samb-Reggiana)

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero. Copertina di Madou

Dopo la brutta partita di Salò i rossoblu cambiano radicalmente registro, vincendo e giocando bene contro uno dei migliori organici del campionato. Il ventesimo gol di Mancuso (uno che non segnava mai, secondo qualcuno) e il primo di Damonte (uno inadatto, secondo altri) rafforzano l’impressione che, spesso, la bellezza (così come la forza) si trovano dove meno ce l’aspettiamo.

Michele Palmiero: Caro Angelo, domenica in un colpo solo mi sono perso la miglior partita della Samb sotto la gestione Sanderra, il ventesimo gol di Mancuso, il sorpasso al Gubbio e i prodotti tipici dei tifosi emiliani. Dopo aver fallito miseramente la scommessa su Fioretti e aver portato una discreta sfiga alla Reggiana, ho sinceramente paura di rimettere piede al Riviera. Penso che, almeno fino a Pasqua, mi dedicherò solo alle trasferte.

Angelo A. Pisani: Beh, chi poteva aspettarselo? Dopo la partita col SudTirol i rossoblu avevano trovato armi interessanti, cioè la nuova centralità di Mancuso (spostato a sinistra, molto più vicino alla porta) e l’utilizzo di Damonte come torre, per alzare il pallone e poi la squadra). La mossa è durata finché le avversarie non hanno iniziato a bloccare queste fonti di gioco, e – sinceramente – sembrava difficile trovare così rapidamente alternative.

Con la Reggiana c’è stata un’evoluzione: Mancuso è tornato a destra, ma ha continuato a giocare vicinissimo alla porta, mentre Damonte ha iniziato a variare il proprio gioco, proponendosi su tutto il fronte offensivo. Il segreto della partita è tutto qui: più soluzioni di gioco, gioco migliore. Nel frattempo è migliorata anche la struttura offensiva, e abbiamo iniziato a pressare più in alto. Sembra banale, ma arrivare a questo tipo di equilibrio non era semplice. Arrivarci così rapidamente, strano: è come se alla Samb sia improvvisamente venuta voglia di giocar bene.

“Vogliamo farla una bella partita?” “… Sì!”

Michele: Vedendola dallo schermo del computer, mi ha impressionato la superiorità fisica dei nostri rispetto ai granata. Lulli, Damonte e Bacinovic sono stati impressionanti in fase di rottura: sui primi due c’erano pochi dubbi, in fase difensiva, mentre lo sloveno finora non era mai stato tanto efficace nel recuperare palloni. Il dato confortante è che Bacinovic cresce fisicamente di partita in partita: più migliora la condizione più sembra prenderci gusto nel dimostrare di essere di un’altra categoria. Speriamo che continui così fino ai playoff.

Angelo: In fase di rottura c’erano pochi dubbi anche su Bacinovic, il cui problema era (e resta, anche se minore) quello fisico. A livello tattico c’è sempre stato, ma finora è stato limitato dal poco fiato: ora che sta guadagnando minuti, e che ha meno campo da difendere, si può apprezzare la sua qualità anche in fase di non possesso. Poi, vabbè, finché fa queste cose può giocare anche da fermo.

Lulli è l’opposto: molte volte sbaglia tempi e momenti delle uscite, ma il suo fisico gli permette di recuperare sempre – e trasformare scelte sbagliate in buone giocate. Il suo problema, quello che ne inficia l’ingresso tra i titolari, è proprio la preparazione tattica. Pur nella sua esuberanza, Sabatino dà molto più equilibrio.

Michele: In queste settimane molti tifosi hanno invocato Lulli come soluzione ai problemi di gioco della Samb. Io non penso che sia la soluzione a tutti i problemi, però nel modo di giocare che ha in mente Sanderra la presenza di un centrocampista di quantità come lui può essere utilissima. Domenica ha giocato molto bene, altre volte è stato meno lucido, ma a mio parere resta una risorsa su cui puntare; nel presente e nel futuro.

Angelo A: Il fatto è che Lulli mette quantità, e anche qualità, ma al momento non ha una vera collocazione tattica. Il centrocampo attuale ha un regista (Bacinovic) e un catalizzatore di gioco (Damonte); il terzo centrocampista deve essere un giocatore capace di dare una soluzione in più nell’uscita del pallone, prima, e poi andare a compensare gli spazi concessi dai due compagni. Sabatino è riuscito a calarsi nel nuovo ruolo (e non a caso ha abbassato molto la sua posizione media), Lulli ancora no. A livello tattico io lo vedo più come alternativa a Damonte, nonostante le differenze fisiche: avrebbe più libertà, sarebbe più vicino alla porta, e ha gamba e tecnica per proporsi su tutto il fronte offensivo.

Michele: Io invece penso che, da qui a fine stagione, Lulli contenderà la maglia da titolare con Sabatino. Il perché è presto detto: uno come Damonte, al momento, è insostituibile. Per me è il vero simbolo della Samb di Sanderra. Di certo non ruba l’occhio per eleganza e rapidità di esecuzione, però ha spirito di sacrificio, intelligenza tattica e una superiorità fisica quasi disarmante. Non ha la tecnica di Bacinovic, né il dinamismo di Sabatino e Lulli, ma compensa con caratteristiche specifiche che non ha nessun altro in squadra.Il mister lo ha detto più volte: nel 4-3-3 Damonte diventa fondamentale perché può dare un contributo in tutte le fasi della partita, oltre che nei piazzati.

Angelo A: In conferenza Sanderra ha messo l’accento sulla sua intelligenza calcistica e (soprattutto) l’elasticità mentale. Con la Reggiana Damonte è stato fondamentale, svolgendo un importantissimo lavoro di raccordo su tutto il fronte offensivo. Ha dato più libertà mantenendo l’equilibrio in tutte le situazioni. Come hai detto tu, dà un contributo in ogni fase: coperture, spizzate, inserimenti, percussioni; tatticamente è il coltellino svizzero di Sanderra.

Durim Ramadani, anche detto “Il genio di Tetovo”

Michele: A proposito di utilità, domenica due giocatori che spesso abbiamo punzecchiato si sono rivelati molto importanti. Pezzotti ha salvato un gol sulla linea e ha messo il cross del 2-0, Di Massimo (pur mangiandosi due gol) ha fatto un grande assist. Non sono d’accordo sulla tesi presidenziale che vede in Pezzotti il miglior crossatore della squadra, però va detto che le sue prestazioni sono in netto miglioramento. In questo momento hanno poco senso le tante discussioni su di lui: che sia o meno un “giocatore di categoria”, rimane l’unico terzino sinistro integro fisicamente.

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Michele: Non penso che sia la sua migliore partita – se non ricordo male contro il Padova fece molto meglio – però mi sembra in ripresa, come il resto della squadra. Secondo me continua ad incidere ancora poco, rispetto alle qualità che possiede, però ho apprezzato il suo impegno e anche il pubblico allo stadio lo ha applaudito all’uscita dal campo. Penso che sia ancora presto per dare un giudizio positivo sulla sua stagione: non bisogna guardare solo ai gol o agli assist, ma alla crescita fisica, tattica e tecnica nell’arco del campionato.

Angelo A: Il problema di Di Massimo non è tanto nelle qualità tecniche (il grande assist di domenica, il gol col Padova), ma nel suo impatto sulla partita; il fatto che si citino partite come Reggiana e Padova – dove ricordiamo Di Massimo soprattutto per il gesto singolo – è indicativo. Nei limiti e nei pregi, Di Massimo riesce ad essere decisivo solo segnando o facendo un assist, e non con la prestazione in toto. L’errore principale è giudicare la sua crescita in base a gol, giocate e assist: la vera crescita passa per gli altri momenti; cose più noiose, meno evidenti, ma – nell’economia della partita – molto più utili.


La copertina di Madou è ispirata a Les Amants, di René Magritte. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mailAccettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!

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