Il Mantova Calcio sta raschiando il fondo del barile

Se nel 2017 credete che possa esserci un limite al peggio, evidentemente non siete tifosi del Mantova Calcio. Da circa un anno le sorti della società virgiliana sono sprofondate nel tragicomico e la discesa sembra non avere fine. I personaggi impegnati nella farsa sono tanti e variegati e sui giornali vengono suddivisi in base alla provenienza geografici:  ci sono i bresciani, capitanati da Sandro Musso, i famigerati romani, tra i quali spicca l’attuale presidente De Sanctis, e i mantovani, imprenditori del luogo che in momenti diversi hanno supportato le varie proprietà.

Dopo una stagione travagliata, la proprietà romana del Mantova ha reso pubblica l’impossibilità di ripianare i debiti senza l’aiuto di nuovi soci. Stipendi non pagati, debiti con il fisco e le scadenze per l’iscrizione che si fanno sempre più vicine: tutti ingredienti già noti ai tifosi delle squadre di calcio della Serie C.

Lunedì 26 giugno era la data ultima per pagare gli stipendi dei dipendenti – che da più di un mese hanno messo in mora il Mantova Calcio. Nella sera del lunedì, però, il patron De Sanctis afferma: “Oggi gli stipendi non verranno pagati, chiederemo ai calciatori e ai dipendenti di trovare accordi per ridurre il monte stipendi e cercare di iscriverci al campionato. Per farcela contiamo tantissimo sull’impegno di Belfanti, che è l’unico mantovano che si è fatto avanti per salvare il calcio cittadino. Noi proveremo comunque fino all’ultimo a cercare sostegni a 360 gradi, ma al momento l’unica proposta concreta è arrivata da lui”.

Le dichiarazioni presidenziali non fanno in tempo ad essere assimilate che, immediatamente, arriva un’altra batosta per i tifosi del Mantova: Piervittorio Belfanti, ovvero colui che avrebbe dovuto aiutare la società ad uscire dalla crisi, è arrestato per associazione a delinquere finalizzata a truffe e reati tributari. Lo stesso Belfanti, secondo gli inquirenti, risulta nullatenente e dichiara redditi assai modesti.

Finita qui? Nemmeno per sogno. Il commercialista del club Leonardo Quaglia, infatti, rilascia un’intervista alla Gazzetta di Mantova nella quale sbugiarda il suo Presidente, che aveva garantito l’impossibilità del fallimento. “Se non ci saranno atti concreti in giornata, domani il revisore dei conti porterà i libri del Mantova in tribunale. Ho provato e riprovato a cercare di ammorbidire la posizione dei vecchi soci, ma per ora la risposta è sempre la stessa. Nessuno si vuole impegnare nell’immediato: dicono di iscrivere la squadra e dimostrare che la società può camminare con le sue gambe; in tal caso valuterano sponsorizzazioni per la prossima stagione. Al momento non ci sono elementi per essere ottimisti”.

Le tristi vicende del Mantova si vanno ad aggiungere ad una lista già corposa di altri episodi che da anni infestano il calcio italiano. Bugie, false speranze, assenza totale di trasparenza: la Serie C (e non solo) risulta ostaggio di avventurieri con scopi criminali.

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