Samb e Teramo, Speranza e delusione

Dopo la bella prestazione con la Reggiana, i rossoblu cadono sotto il peso dei propri limiti

Dopo un mese di risultati positivi, la sconfitta di Teramo ha regalato il non nuovo sapore del rimpianto. Dopo quattro gare senza sconfitte i rossoblu erano arrivati in abruzzo con la possibilità di vincere la quarta gara su cinque, avvicinare in classifica la Reggiana – battuta la settimana prima – e consolidare ancora di più il sesto posto, guadagnandosi una domenica di relax.

Obbligata per tanti motivi a vincere, e spaventata dalla prospettiva di perdere, la Samb è scesa in campo con l’obiettivo di raggiungere il massimo risultato nel modo più economico possibile. Per questo motivo, pur senza cambiare giocatori, Sanderra ha cambiato molto: nel modo di attaccare (affidandosi maggiormente alle transizioni), e nel modo di difendere, con un centrocampo più alto e una difesa molto stretta.

Aggressivi ma non troppo

In fase di non possesso i rossoblu hanno cercato di tenere i centrocampisti molto alti, ma – spaventati dall’idea di lasciare spazio alle proprie spalle – hanno rinunciato a pressare alti, nonostante le difficoltà in costruzione del Teramo. La linea di quattro a metà campo (i due esterni e le mezzali) aveva soprattutto il compito di abbassare il raggio d’influenza di Ilari e Amadio, tenendoli più lontani possibile dai quattro giocatori offensivi. Quando i due provavano ad avanzare venivano presi in consegna da Lulli e Damonte, che a quel punto si orientavano sull’uomo.

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I quattro dietro Sorrentino sono alti, mentre la difesa resta molto indietro. Amadio Sale, e viene marcato da Lulli.

La mossa funziona solo parzialmente: il centrocampo rossoblu copre bene in avanti, ma alle sue spalle il movimento dei tre giocatori alle spalle di Sansovini viene letto sempre in ritardo dai difensori, che devono coprire molto campo e sono poco aiutati da Bacinovic (limitato dai tanti spazi da coprire ai suoi lati).

Dopo l’occasione di Di Massimo (alta di un soffio) la partita è in mano ai teramani, che grazie ai movimenti a venire incontro di Fratangelo e (soprattutto) i tagli di Di Paolantonio trova sempre il modo di avanzare, mettendo in difficoltà il piano dei rossoblu.

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Di Paolantonio accorcia verso il centro, sorprendendo Rapisarda; in mezzo è venuto incontro anche Sansovini, allontanatosi da Mori

Nonostante qualche concessione Pezzotti e compagni rischiano poco, concedendo l’unica occasione da Speranza (su uno schema da corner). Il pareggio resta, ma su equilibri fragilissimi; al primo errore arriva il primo gol: alla mezz’ora Di Massimo perde palla ingenuamente, e Fratangelo – alla prima occasione pulita – ne approfitta per infilare all’incrocio il gol dell’uno a zero.

Lo svantaggio scuote i rossoblu, ma non li risveglia: negli ultimi 15′ la squadra di Sanderra costruisce poco, mentre i teramani – sfruttando gli stessi canali di gioco – hanno due opportunità con Fratangelo (bella copertura di Mori) e Ilari (tiro debole).

Aggressivi, forse troppo

Nella ripresa i rossoblu impostano un atteggiamento molto più aggressivo, e un assetto che oscillava tra 4-4-2 e 4-3-3. In fase di possesso Di Massimo si avvicina molto di più a Sorrentino, con Lulli largo a sinistra e Mancuso a destra, così da creare un quattro contro quattro coi difensori di casa. In fase di non possesso si ricompone il 4-3-3, ma rispetto al primo tempo Lulli e Damonte pressano molto più alti, accorciando sul pallone e insieme a Mancuso e Di Massimo.

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Fase offensiva col 4-4-2, fase difensiva col 4-3-3

La mossa aiuta i rossoblu ad aumentare il baricentro, pur rischiando qualcosa dietro. Al 55esimo il coraggio dei rossoblu viene premiato: angolo dalla destra e colpo vincente di Bacinovic, che vince il duello con Karkalis e, di testa, infila sul secondo palo.

Il gol sembra cambiare l’inerzia della gara, ma due minuti dopo la traversa di Sansovini mette subito in mostra la fragilità di Pezzotti e compagni. La coperta resta corta: nonostante la migliore organizzazione i rossoblu non smettono di soffrire, complice l’atteggiamento della difesa, che – eccettuato Mori – è molto timida ad accorciare in avanti.

Lulli e Bacinovic alzano il pressing, lasciando un buco enorme in mezzo. Mori accorcia, ma Mattia resta basso

Tra rischi e occasioni, finisce per regnare l’equilibrio: la partita si sviluppa a ondate, con opportunità da una parte (Ilari, Amadio) e dall’altra (Lulli, Mancuso), ma arrivate al limite le due squadre evaporano. Ancora una volta, la differenza viene fatta su un episodio: al 92esimo il Teramo guadagna corner dalla sinistra, e stavolta Speranza infila dentro.

Limitatezza

La durezza della sconfitta non sta tanto nelle circostanze della partita (entrambi i gol subiti sono arrivati su episodi), quanto nei limiti che essa impone. Come con Fano, Forlì e Feralpi, i rossoblu sono andati in difficoltà nel momento in cui gli si chiedeva di imporsi di più. La Samb è cresciuta solo in un verso; nel momento in cui bisogna creare più spazi in attacco – e difenderne maggiori dietro – torna nella solita limitatezza.

La sconfitta contro gli abruzzesi non ridimensiona la forza assoluta della squadra, ma ne riduce la portata; delude – insomma – più per quello che nega che non per quanto mostra. La squadra di Sanderra resta quella che ha vinto con la Reggiana, ma è anche questa: senza vie di mezzo.