Cosa è successo al Rimini?

Rimini calcio

Dal tredicesimo all’ultimo posto in classifica: nel girone di ritorno il Rimini è crollato. Cosa è successo ai biancorossi?


Il calcio è strano, nel Girone B lo è ancora di più. La stagione del Rimini Calcio ne è la prova: una squadra costruita per salvarsi che lotta, suda, fatica ma a gennaio può vantare un margine piuttosto rassicurante sulla zona playout. Sabato 26 gennaio 2019 la squadra romagnola si rende protagonista di una grande impresa, sconfiggendo in trasferta il Pordenone capolista e portandosi a soli 5 punti di distanza dal decimo posto.

Protagonista della vittoria è il neo tecnico Marco Martini, che ha preso il posto da allenatore capo di Leo Acori: si tratta del terzo avvicendamento in panchina, perché i biancorossi avevano iniziato la stagione col tecnico autore della pregevole promozione dalla D, Gian Luca Righetti, salvo poi arrendersi al fascino del ritorno di Acori. Gennaio è un mese di grandi speranze per il Rimini: la salvezza sembra una concreta possibilità e il mercato di gennaio ha portato in dote rinforzi di spessore.

Il mercato invernale

Giovani talentuosi, con esperienza in Serie C e tanta voglia di lottare: sono le linee guida del mercato del Rimini durante la sessione invernale. Nel reparto difensivo, i romagnoli sfruttano il fallimento della Pro Piacenza per mettere le mani su due elementi di spessore. In prestito dall’Atalanta arriva Valerio Nava, terzino destro forte fisicamente e suo agio anche da difensore centrale in uno schieramento a tre; via Salernitana, invece, ecco Sedrick Kalombo, esploso in C con la maglia del Gubbio.

A centrocampo ecco un altro giovane ben noto agli addetti ai lavori del Girone B (e non solo): Antonio Palma, centrocampista messosi in mostra con il Renate, che ha lasciato la Giana Erminio dopo 6 mesi. Sugli esterni arrivano Luigi Palumbo e Gianmarco Pierfederici, mai scesi in campo, ma il rinforzo più importante riguarda il reparto avanzato: arriva dal Teramo Gianmarco Piccioni, un altro ex rossoblu reduce da un girone d’andata deludente in quel di Teramo. Nelle idee di Acori e Martini, Piccioni può essere la spalla ideale di Michele Volpe, giovane punta protagonista di un buon girone d’andata.

Il tracollo

Il 16 febbraio il Rimini batte l’Imolese nel derby romagnolo e segna il punto più alto della stagione. In pochi, però, potevano aspettarsi il tracollo che sarebbe seguito: nelle successive 9 partite, i biancorossi collezionano 5 sconfitte e 4 pareggi. Nei piani bassi del Girone B si cominciano a far punti e il Rimini si ritrova incredibilmente all’ultimo posto in classifica.

Cosa ha smesso di funzionare? Non c’è un’unica motivazione per la ripida discesa dal tredicesimo all’ultimo posto. Il Rimini era, e rimane, una squadra costruita per salvarsi: gli episodi hanno deciso alcune gare, la discutibile gestione stagionale ha acuito le difficoltà. Con l’esonero di Martini e l’arrivo di Petrone il 25 marzo, il Rimini è giunto a quota 4 allenatori in 8 mesi: decisamente troppi, considerando anche i numerosi cambi tattici che non hanno agevolato la crescita dell’identità in campo. La stagione non è ancora compromessa e Mario Petrone sembra godere di una fiducia superiore rispetto ai loro predecessori: nelle prossime 3 partite il Rimini ha ancora tutte le carte in regola per raggiungere la salvezza.

La probabile formazione

Assenti Nava e Pierfederici, oltre allo squalificato Alimi, il Rimini rischia di perdere anche il giovane capitano Scott Arlotti. Dal 3-5-2 di Martini, il Rimini è passato con Petrone al 4-2-3-1 divenuto poi 4-4-2. Tra le mura amiche, con l’obbligo di far punti, difficilmente il tecnico si priverà di giocatori forti tecnicamente come Palma, Candido e Piccioni oltre alla forza fisica in area di rigore di Michele Volpe.

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