Samb-Ascoli: storie di un derby che compie 30 anni

A 30 anni da Samb-Ascoli. I ricordi, gli aneddoti e le emozioni di una gara indimenticabile, raccontata da chi l’ha vissuta


di Elisabetta Gnani e Michele Palmiero

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Domenica 5 gennaio 1986. Sono trascorsi esattamente 30 anni da quando la Sambenedettese affrontò l’Ascoli al Riviera delle Palme.

In occasione di quell’incontro forze dell’ ordine, amministratori locali, rappresentanti delle due società e dei club dei tifosi studiarono a lungo misure di prevenzione. Telecamere in funzione in tutto lo stadio per scovare eventuali teppisti e 300 poliziotti schierati. Un numero cinque volte superiore al normale. Come scritto all’epoca su Repubblica i club ascolani chiesero addirittura di poter essere scortati ma la proposta non venne accolta.

I timori ribaditi a forte inchiostro sui giornali risultarono tuttavia infondati. Al termine della partita, infatti, la radio di Stato annunciò: “Hanno vinto tutti, anche il pubblico, dato che tutto è filato liscio e tranquillo”.

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Fu un derby avvincente durante il quale la sete di gloria dell’Ascoli, in vantaggio grazie al gol di Barbuti al 14′, venne arrestata dalla rete di Fattori nove minuti dopo. Un pareggio indimenticabile per chi allora ebbe la fortuna assaporare l’emozione del prima, durante e dopo. Abbiamo deciso dunque di riportare, dopo 30 anni, le impressioni di alcuni tifosi rossoblù.

Mario “Cucciolo” Muratore: “Di quel 5 gennaio ricordo soprattutto una cosa, la tensione. Per mesi in città non si attendeva altro. Le ronde di notte in stazione, i cori, gli striscioni contro gli ascolani. Di giorno in giorno ci avvicinammo a quel derby con una tensione che non ho mai più provato in vita mia. Alle 11 del mattino ci incontrammo in centro, presso il bar “Chicco D’Oro”. Da lì raggiungemmo il Riviera in corteo, con una marea di bandiere nuove. Giunti allo stadio, però, la polizia non fece entrare le aste. Dentro eravamo stretti come sardine, non ci sarebbe stato spazio neanche per un granello di sabbia. Per chi ha vissuto quei derby non è facile raccontare le emozioni provate”.

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Remo Croci: “Se penso a quella data mi vengono in mente due aneddoti. Il primo riguarda Fulvio Stinchelli, grande penna del Messaggero. Avendo vissuto a Parigi, Stinchelli aveva conosciuto molti ascolani che lavorano alle dipendenze di Cino Del Duca, e nei suoi articoli aveva esaltato la popolazione ascolana. Questo non piacque molto ai tifosi della Samb, che prima della partita in tribuna provarono a riconoscere il giornalista. Non appena fiutò l’atmosfera, Stinchelli mi pregò di non rivelare la sua identità e, con perfetto accento milanese, finse di essere un osservatore. Il secondo aneddoto, invece, riguarda Sauro Fattori, al quale ho fatto visita l’anno scorso a Firenze. Nella sua casa Sauro ha una grande foto che raffigura il gol segnato in quel derby. E pensare che non spettava neanche a lui battere quella punizione, ma Tiziano Manfrin ebbe un attimo di esitazione e lui ne approfittò segnando una rete che nessuno a San Benedetto ha dimenticato”

Fabrizio Roncarolo: “Avevo 24 anni e andavo all’università. Tornai a San Benedetto proprio per quella gara. Ricordo che nelle settimane precedenti gli ascolani scomodarono i Righeira preparando delle locandine con scritto vamos a la playa. Da quel gesto sembrava dovessero venire in molti ma le cose non andarono proprio così perché erano davvero pochi. Ricordo l’emozione, gli sfottò, un Manfrin eccezionale. Per non parlare di quello striscione bianco nero di cui i rossoblù si impossessarono e che venne fatto a pezzi in Curva Nord”

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Gianluca Capecci: “Il derby del 5 gennaio di 30 anni fa fu vissuto con un’attesa particolare. Nessuno riusciva a pensare ad altro. Mai con in quella domenica vidi il Riviera gremito: ricordo che in curva fu impossibile trovare un biglietto, vidi la gara nei distinti, ovviamente dopo aver partecipato al “comitato d’accoglienza” dei cari cugini in Via Mattei. Tuttavia non ricordo scontri: arrivarono elicotteri della polizia e un’infinità di agenti. Tutta quella celere per proteggere una cinquantina di ascolani”

Emidio Mangiola: “Il 5 gennaio fu la data della partita, ma il vero clima da derby iniziò settimane, mesi prima. Eravamo come lupi in cerca della preda. Ricordo lo striscione “Se i conigli volassero Ascoli sarebbe un aeroporto”, anche se uno dei più belli rimane quello esposto ad Ascoli: “Sant’Emidio vi protegge, San Benedetto vi distrugge”, 15-20 metri di striscione, uno spettacolo. Per capire le differenze tra noi e Ascoli basta guardare il numero di tifosi: loro al Riviera erano massimo 200, mimetizzati tra il pubblico di casa. Noi ad Ascoli andammo in 2000. Non serve aggiungere altro”

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