Vernecchie rossoblu: S05E25 (Matelica-Samb)

Vernecchie Matelica-Samb

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero, in collaborazione con l’Antico Caffè Soriano. Puntata post Matelica-Samb


Domenica 4 aprile non si festeggiava Pasqua, ma anche e soprattutto il compleanno della Sambenedettese Calcio. La beneamata ha compiuto 98 anni, gli ultimi 25 trascorsi tra una tribolazione e l’altra. Il fallimento della gestione Serafino ha fatto passare i risultati in secondo piano, lasciandoci in bilico tra speranze e carte bollate. Per le Vernecchie sono tempi duri, perché, ogni sorriso lascia un retrogusto amarissimo.

Michele Palmiero: Caro Angelo, non è mai stato così difficile portare a casa una puntata decente delle Vernecchie rossoblu. Non voglio mettere le mani avanti, ma la realtà ha superato qualsiasi meme potesse venirci in mente.

Angelo A. Pisani: Stai chiaramente mettendo le mani avanti, ma va bene. La realtà sambenedettese è sempre stata al limite tra farsa e tragedia, ma questo già dai tempi di Longo che si alza in piedi e urla ai tifosi in sala stampa «Se so venuto qua vuol dire che i soldi ce li ho», ricevendo il boato del pubblico. Ora siamo semplicemente arrivati al compimento di un lungo percorso iniziato anni fa, fatto di facili entusiasmi, speranze malriposte e cieco wishful thinking. Se passi la vita ad aspettare lo sceicco, e lo sceicco non arriva mai, alla fine ti ritrovi a trattare da sceicco il primo che passa.

Serafino uovo di pasqua

Michele: In questo momento io percepisco soprattutto rabbia e sconforto. Serafino ha preso in giro tutti – istituzioni, tesserati, stampa, sponsor – ma con i tifosi ha superato ogni limite: dalle dichiarazioni d’amore verso la città ai post acchiappalike sulle tragedie del rogo del Ballarin e del Rodi, tanti tifosi avevano visto in lui un presidente genuinamente legato al territorio. E questo ha reso il risveglio dal sogno ancora più traumatico.

Angelo A: La cosa più squallida è proprio questa, specie considerando il modo in cui ha usato questi ammiccamenti nel corso dell’anno. All’inizio eravamo tutti scettici, tutti, ma dopo le prime notizie sui pagamenti – e gli acquisti copertina, e l’inserimento di un profilo come quello di Colantuono – c’è stata un po’ di tranquillità in più. Nel corso dell’anno, quando il castello di carta ha iniziato a traballare, Serafino ha iniziato a giocare coi sentimenti, o annunciare mirabolanti iniziative a cui poi non ha mai dato seguito. Per ogni notizia negativa – gli esoneri di Fusco e Colantuono, il calciomercato assurdo di gennaio, le dimissioni di Zironelli – arrivavano i rinnovi di questo o quel giocatore, le partnership con l’Estudiantes, gli incontri col comune, i post acchiappalike. Più si è andati avanti più sono cresciute le assurdità, fino ad arrivare alle ultime settimane, iniziate con quel video assurdo e proseguite con annunci su annunci, sempre smentiti.

Michele: Se non ci fosse di mezzo la Samb, sarei quasi affascinato dall’ostinatezza con cui Serafino porta avanti le sue menzogne. Io non ho mai visto una persona riciclare in modo così naturale bugie, promesse e giustificazioni: all’inizio il problema era il flusso di denaro dall’estero, poi addirittura le vane rassicurazioni della Lega sulla riapertura degli stadi, poi si è giocato il jolly del socio coreano. Fino a poche ore fa, nonostante fosse crollata la terra sotto i suoi piedi, continuava a promettere a sindaco e tifosi che avrebbe messo tutto a posto. Noi ci arrovelliamo in cerca di soluzioni, ma qui bisogna fare i conti con una controparte che è rimasta intrappolata nella sua stessa tela.

Angelo A: Questa è anche colpa di quei grandi giornalisti che gli hanno fatto da cortigiani fino a qualche giorno fa, facendo da cassa di risonanza alle sue menzogne, inventandosi esclusive e lanciando annunci ridicoli. Gente che si riempie la bocca di giornalismo “giusto” e “sambenedettesità”, ma che nelle ultime settimane ha giocato con la speranza delle persone per fare qualche click in più. Passi per questo atteggiamento ridicolo e ipocrita, che non mi sorprende; la cosa peggiore è il modo in cui hanno attaccato e continuano ad attaccare i colleghi che a differenza di altri stanno facendo il proprio mestiere, vantandosi di avere un’integrità giornalistica “a favore di Samb”, che integrità giornalistica non è (e a favore di Samb, neppure). La cosa più grave è che si continuano a far circolare voci su cordate o trattative, soldi che arrivano, e questo non fa altro che ritardare un lavoro per cui c’è molto poco tempo, e si preannuncia molto difficile.

Scienziati Vernecchie

Michele: Se il livello della stampa è tristemente noto a tutti, almeno tra noi tifosi sarebbe fondamentale cercare l’unità di intenti, e questo mi preoccupa perché negli ultimi anni la piazza rossoblu è stata capace di dividersi su qualsiasi cosa. La notizia del fallimento si è sparsa in tutta Italia e non è un caso che già qualcuno da fuori abbia annusato l’affare, soprattutto in caso di ripartenza dai dilettanti. Per la Samb è un momento cruciale: dal territorio dovrà emergere la forza e la volontà di salvare la categoria attraverso un nuovo modo di gestire il club, coinvolgendo il tessuto economico e abbandonando ogni velleità di affidarsi al filantropo che viene da fuori a buttare via i milioni solo perché siamo belli e passionali.

Angelo A: Il problema è endemico, perché quelli che dovrebbero controllare sono i primi a far passare tutto nella speranza che le cose vadano per il verso giusto. Mettiamo da parte la Lega, perché là il discorso è lunghissimo, parliamo di San Benedetto: come si fa a dare la concessione dello stadio senza le adeguate garanzie bancarie? Possibile che si siano fatti più controlli sul nonno di Botta che sul futuro del Riviera delle Palme? Impazzisco.


Michele: Il discorso della fiducia è fin troppo complesso: gli stessi giocatori sono arrivati qui perché convinti da un progetto ambizioso, di fronte alle spese iniziali chi poteva pensare ad uno sviluppo di questo tipo? Ricordo ancora il comunicato che pubblicammo come associazione Noi Samb lo scorso 8 giugno: in tanti ci additarono come “guastafeste” perché dubitavamo del passaggio di proprietà. La triste realtà è che oggi c’è un campionato da portare a termine e una squadra da tutelare. I giocatori stanno mostrando tutta la loro professionalità e questo non può essere messo in dubbio da nessuno: si può essere d’accordo o meno su alcune loro scelte (per me condizionate da un sindacato che fa fatica a svolgere il suo lavoro in un sistema-calcio marcio fino al midollo) ma è assurdo che si possa gettare la croce su Maxi Lopez e compagni.

Angelo A: In questi giorni ne ho sentite di ogni, siamo arrivati a livelli francamente assurdi. Qui c’è gente che davvero crede di essere in Serie A, dal punto di vista economico che da quello sportivo. Si stanno trattando i giocatori come fossero miliardari, quando miliardari non sono, e quando vanno in campo gratis per la Samb si devono anche sentir dire che sono delle merde perché non vincono le partite. Strano a dirsi, ma quelli che stanno insultando la squadra sono gli stessi che passano il tempo a dire che se non si mantiene la categoria non guarderanno più le partite. Signori, fate una bella cosa: portatevi avanti col lavoro, toglietevi dal cazzo e bene così.

Michele: Questa crisi ci mette davanti ad un bivio: o prendiamo consapevolezza che ognuno di noi deve cambiare il modo di vivere il calcio perché non viviamo più ai tempi del Ballarin, oppure accettiamo di scavare il fondo, giorno dopo giorno.


Antico caffè Soriano
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La copertina di Madou è ispirata alla copertina di Formula 1: Drive to Survive, docudrama di Netflix. Meme di @apakakov. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. Intanto iscrivetevi al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!

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