L’Isernia di Gioffrè esordisce al Riviera. Analisi dei biancocelesti

I molisani arrivano a San Benedetto con un nuovo allenatore e l’impellente bisogno di far punti

ISERNIA – Il processo che ha portato alle dimissioni di De Bellis (in settimana) è stato molto caotico e certamente contraddittorio. Sotto l’allenatore isernino la squadra ha disputato un campionato in linea con i suoi obiettivi, portando a casa 29 punti in 25 partite (in perfetta media salvezza). I biancocelesti sono a sette punti sia dall’ultimo posto (Giulianova, a 22) che dal quinto (San Nicolò, 36), nonostante il pessimo rendimento in trasferta (7 punti in 12 gare).

Le cose sono precipitate in occasione della sconfitta interna con l’Amiternina, la scorsa settimana: le dure contestazioni a De Bellis e Panico hanno portato alle dimissioni dell’allenatore, al quale è subentrato Carmelo Gioffrè. Il nuovo tecnico – alla sua seconda esperienza dopo Boiano – ha espresso il proposito di concentrarsi sull’atteggiamento mentale, senza fare stravolgimenti tattici.

chart (5)Dando un’occhiata – anche superficiale – ai biancocelesti, quello che balza all’occhio è l’enorme sperequazione tra il rendimento in casa e in trasferta. Tra le mura amiche sono arrivati 22 punti in 13 gare (1,7 a partita), con 12 reti fatte e 9 subite (0,7); fuori casa i molisani hanno racimolato solo 7 punti (0,6 a incontro), con 8 reti fatte e 24 subite (2 a partita).

La principale differenza viene quindi dalla fase difensiva nelle partite fuori casa, dove gli isernini hanno mostrato grande fragilità sia nei duelli individuali che nelle letture di collettivo. E’ difficile immaginare che tali problemi passino istantaneamente, ma – di certo – il cambio in panchina porterà una scossa mentale utile a ritrovare maggiore attenzione.

Dando per vere le parole di Gioffrè, la squadra manterrà il 4-2-3-1 utilizzato finora, con Schina in porta, Mancino-Sabatino-Ruggieri-Tuccia in difesa, Simonetti e Fontana in mediana, e Saltarin, Panico e Mingione alle spalle di Cantoro. Con De Bellis la squadra si caratterizzava per una rigidissima verticalità della manovra: appena recuperata palla i molisani cercavano immediatamente la verticalizzazione per gli esterni, nel tentativo di cogliere la difesa avversaria sbilanciata o – in alternativa – guadagnare il possesso sulle seconde palle, aumentando così il baricentro.

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Questi tentativi di “assalto” erano spesso efficaci, specie nelle prime fasi dell’incontro (con gli avversari non ancora sistemati) o nel finale (con le squadre più lunghe). Dei 20 gol segnati finora, 6 sono arrivati nei primi 20 minuti e 4 nei 10′ finali. Il chiaroscuro di questo approccio di riverbera sulla fase difensiva, basata su delicati duelli individuali: quando i due mediani non riuscivano ad avere la meglio sulle seconde palle la squadra si trovava spesso sbilanciata, mettendo in grande difficoltà la coppia difensiva – troppo lenta, e poco reattiva nel gioco d’anticipo.

All’andata i rossoblu ebbero la meglio proprio su questo tipo di situazione, ed è presumibile che tenteranno di fare lo stesso nella prossima gara. Tatticamente sarà una partita facile: i rossobu dovranno solo attaccare, i biancocelesti vorranno solo difendere; la vera vittoria dovrà essere sul piano mentale, quindi: con il giusto approccio aggressivo la squadra di Gioffrè – ancora in fase embrionale – potrebbe perdere certezze e solidità.

 

[i grafici sono tratti dal sito www.tuttocampo.it]

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