Come gioca il Forlì

L’analisi tattica dei galletti, prossimi avversari dei rossoblu

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pur essendo lontano dal Pasticciaccio scritto dal (più famoso) omonimo, il Forlì di Gadda ha avuto in inizio di stagione difficile: la squadra romagnola ha esordito in Lega Pro con tre sconfitte consecutive (Venezia, Pordenone, Padova), mostrando tutte le difficoltà di un collettivo formato negli ultimi giorni di mercato e ancora lontano dalla quadratura.

Nei pareggi con Sudtirol (1-1) e Albinoleffe (2-2) i galletti hanno mostrato netti segni di miglioramento, che – se associati ad una vittoria, contro i rossoblu – potrebbero dare una svolta molto positiva al campionato.

Dopo un inizio campionato giocato col 4-3-3, Gadda ha impostato i suoi con un 3-5-2 classico, costruito intorno a un centrocampo molto tecnico, con Spinosa e Tonelli ai fianchi di Capellupo – capitano, e principale organizzatore della squadra. La presenza di un centrale in più per una punta ha permesso ai galletti di difendere meglio la transizione difensiva (il principale tallone d’achille), ma non ha risolto a pieno i problemi difensivi.

In fase di non possesso la squadra di Gadda è molto piatta: coi due esterni a uomo sulle ali avversarie e i tre centrali molto conservativi (che cercano l’anticipo solo in situazione disperata) gran parte della riconquista del pallone avviene a ridosso della propria area, dove i galletti puntano alla superiorità numerica data dai tre centrocampisti – molto schiacciati sulla retroguardia.

Giocandosi molto delle proprie fortune difensive all’interno o nei pressi dell’area di rigore, i biancorossi rischiano spesso – situazione acuita dai tanti errori (sia tecnici che tattici) fatti dai tre difensori, molto lontani da un’intesa almeno accettabile.

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Franchetti va in uno contro uno con l’ala, mentre in mezzo restano i tre centrali, insieme all’altro esterno Adobadi. Nonostante la superiorità numerica, i forlivesi subiscono la rete del 2 a 2

Il cambio modulo ha migliorato soprattutto la fase offensiva, dove la possibilità di avere cinque uomini a centrocampo ha permesso alla squadra di mantenere ampiezza senza perdere un uomo in area, aumentando (molto) le varietà offensive. In fase di possesso la squadra è molto diretta: se non pressati i due centrali ai lati avanzano fino alla metà campo avversaria, cercando il lancio diretto verso i giocatori sulle fasce, all’altezza della trequarti.

Sulle catene laterali la mezzala e l’esterno si alternano e si scambiano spesso, in modo da liberare il passaggio diretto. Questi movimenti a tagliare e uscire sono volti a confondere le marcature avversarie: una volta ricevuta palla, i giocatori tentano lo scambio corto verso il centro o il cross in mezzo, situazioni favorite dalla presenza di due punte (Bardelloni e Ponsat) che giocano spesso vicine.

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Franchetti si allarga e scambia la posizione con Spinosa, che taglia a centro e serve Pensat: velo, tocco sotto di Bardelloni, gol

Nonostante i 7 punti di differenza, e il buono score dei rossoblu in trasferta (due vittorie su due), la gara con i galletti non sarà così scontata: i rossoblu dovranno confermare le proprie capacità nel controllo della gara e del pallone, cercando di mettere la giusta pressione senza tuttavia aprire spazi al contropiede (dove Spinosa e compagni hanno mostrato di essere pericolosissimi).

Il buonissimo stato di forma degli attaccanti sambenedettesi, unito a quello (pessimo) di Conson e compagni induce all’ottimismo: come i fanesi, i forlivesi potrebbero lasciare qualche spiraglio; se Sorrentino e compagni riusciranno a mostrarsi cinici come nelle ultime gare la missione si rivelerà tutt’altro che impossibile.

[Foto da www.forli24ore.it]

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