Il giorno delle mucillagini

Nel turno infrasettimanale i rossoblu – chiamati al riscatto – restano quelli di Teramo

“Quando un giorno che sapete essere mercoledì comincia subito a sembrarvi sabato*, vuol dire che c’è qualcosa che non funziona”
J. Wyndham

Dopo la deludente partita di Teramo l’unico sollievo era la vicinanza del turno infrasettimanale. Nelle intenzioni di società, squadra e allenatore la gara con i bresciani doveva rappresentare un pronto riscatto, per rimediare alla sconfitta subita e scacciare sul nascere alcune incognite. Nonostante un avversario non irresistibile, tutte queste intenzioni sono rimaste incompiute, nel gioco e (soprattutto) nel messaggio reso a società e tifosi.

Con motivazioni diverse (rilanciarsi da una parte, confermarsi dall’altra) i due allenatori hanno cambiato poco: Sanderra ha mantenuto la stessa squadra di sabato, con Sabatino e Bernardo al posto di Lulli e Sorrentino; Bertoni ha inserito Magnani e Marra, mantenendo intatto il 4-4-2 di pochi giorni prima.

Sin dalle prime battute le due squadre mostrano chiaramente il loro piano per la partita: come a Teramo, i rossoblu puntano molto sulla sfruttamento delle due catene laterali, con i due terzini e Bacinovic alla costante ricerca della traccia verticale per Mancuso e Di Massimo. Una situazione ben studiata dal Lumezzane, che invece di bloccare gli esterni decide di soffocare tutte le alternative intermedie.

Isolati

In fase di non possesso il 4-4-2 di Bertoni si divide su più livelli, cercando di isolare il lato sinistro, quello da cui i rossoblu costruiscono le azioni, dal resto del campo. Il lavoro parte già dalle due punte, con Leonetti e Speziale che si alternavano tra la marcatura su Bacinovic e la copertura in mezzo ai due centrali, così da schermarne la trasmissione. I rossoblu venivano così costretti a girare a sinistra, con Pezzotti preso in consegna da Bacio Terracino, Sabatino marcato da Varas e Damonte coperto dall’ala opposta, Marra.

samb-lumezzane

Il 4-4-2 del Lumezzane. Leonetti marca Bacinovic e Speziale copre la trasmissione tra i due centrali. A centrocampo Bacio Terracino va su Pezzotti, mentre Marra (esterno sinistro) copre Damonte. Sabatino è preso in consegna da Varas

La soluzione cercata dai sambenedettesi finiva per diventare l’unica soluzione possibile, costringendo la squadra a giocare (solo) sull’asse verticale verso Di Massimo, con Mancuso completamente isolato dal gioco. Con i due esterni distanti, e Damonte isolato dal gioco, i rossoblu non riescono a costruire azioni credibili: a parte la bella giocata di Mancuso (assist per Di Massimo, destro respinto) la Samb crea poco e nulla, lasciando campo al Lumezzane.

Scoperti

Per contrastare il possesso bresciano la squadra di Sanderra prova a pressare con un baricentro medio alto, ma con un atteggiamento più accorto di quanto mostrato a Teramo. Pur tenendo alti i due esterni – per avere un appoggio in ripartenza – i rossoblu cercano di non scoprire troppo il centrocampo, utilizzando Bernardo in marcatura su uno dei dei mediani. In questo modo le due mezzali hanno la possibilità di sganciarsi a turno sul portatore, lasciando in copertura Bacinovic.

La mossa aiuta i rossoblu a soffocare le azioni dei bresciani, ma si basa su equilibri sottili: quando la squadra accorcia in ritardo il Lumezzane ha la possibilità di trovare ampi spazi sulla fascia opposta, e lanciare il quattro contro quattro formato contro i difensori di casa.

Bernardo accorcia su uno dei due mediani, con Damonte, Sabatino esce sul terzino. Mancuso è però in ritardo, e il Lumezzane può cercare spazio sulla fascia opposta

La pericolosità dei bresciani si sviluppa soprattutto sugli sfilacciamenti dei rossoblu, quando gli errori in pressione scoprono gli spazi ai fianchi di Bacinovic e davanti alla difesa. Proprio su quegli spazi arrivano le due occasioni migliori del primo tempo: al 22esimo Marra riceve centralmente e serve in verticale Speziale, fermato da Aridità; dieci minuti dopo Arrigoni ha lo spazio per allargare sulla fascia a Bonomo, che serve in mezzo per il gol di Leonetti.

Imprecisi

Gli infortuni di Mancuso (40′) e Mori (45′) lasciano i rossoblu orfani di due pedine importantissime (al loro posto Latorre e Di Pasquale), ma nel secondo tempo la squadra di Sanderra trova il modo di reagire. In una situazione difficile, la Samb trova equilibrio nella massima semplicità, puntando tutto nei duelli individuali nell’area avversaria.

Complice l’atteggiamento rinunciatario del Lumezzane, i rossoblu iniziano a spostare il baricentro tutto in avanti, con tre giocatori in costruzione (i due centrali più Bacinovic) e il resto del collettivo impegnato a occupare il campo in ampiezza.

I due centrali gestiscono palla con Bacinovic, mentre i terzini sono altissimi e larghi, a dare ampiezza; quattro giocatori al centro, per cercare vantaggio sui duelli individuali

La Samb si spezza in due, costringendosi spesso a cercare lanci difficili o tornare indietro; ma col passare dei minuti i bresciani arretrano sempre di più, e i rossoblu prendono sempre più coraggio. La partita inizia ad oscillare tra lanci lunghi e spazi stretti: nella mischia esce fuori Di Massimo, fischiatissimo e – stavolta – fondamentale.

Nel secondo tempo le occasioni più pericolose nascono tutte da lui, e muoiono sull’imprecisione di Sabatino: il colpo di tacco al 57esimo viene sparato alto, il cross al 63esimo (rifinito da Latorre) non trova lo specchio, l’appoggio all’84esimo trova un altro errore di misura.

I due appoggi di Di Massimo, i due errori di Sabatino

Quando tutto sembrava perduto, arriva la magia di Sorrentino: lancio di Mattia in direzione di Damonte, che riesce a spiazzare per Sorrentino: l’attaccante controlla con un colpetto di testa e scarica in rete un sinistro che sa di catarsi, più per la squadra – salvata dalla sconfitta – che per il contesto (rimasto insoddisfatto).

Cosa resta

Il silenzio assordante del Riviera – interrotto solo da fischi e rimproveri – dà la piena misura di una squadra che, pur confermando una buona classifica, non è riuscita a mantenere quanto promesso. Un problema che parte da lontano, nato da incomprensioni dentro, sopra e intorno alla squadra. Dall’enfasi di un mercato altisonante, ma di poco impatto, ai problemi endemici di una squadra riprogettata a metà percorso e mai completa.

Quello che resta è una squadra esaltata e depressa, privata di riferimenti da una dirigenza prima severa e ora quasi negligente, rassegnata. Le scorie di questa stagione si sono attaccate ai rossoblu come mucillagini, e ora non sembra esserci modo di respirare. Sorprendere o deludere: senza vie di mezzo.