Pensavamo che l’hashtag #samsan sarebbe stata la cosa più brutta della settimana, ma la nostra amata non smette mai di sorprenderci. Domenica il Santarcangelo ha strapazzato gli uomini di Sanderra con forza inumana, spalancando le porte ad un’apocalisse di critiche e malumori. Dato il momento, abbiamo deciso di chiamare un grande fan dei (maina) Joy Division, il nostro vignettista Durim Ramadani.
Durim Ramadani: Ciao ragazzi, che piacere. Io pensavo sarebbero state vernecchie di festa, e invece eccoci qui… Una bella delusione, anche perché bisognava vincerla assolutamente. Perdere un’opportunità del genere, in casa poi, mi è sembrato un enorme spreco, anche perché la Samb non mai dato l’impressione di vincerla.
Michele Palmiero: Anch’io ero fiducioso. Durante la settimana avevo assistito agli allenamenti dei giocatori, e la squadra mi sembrava carica, determinata a riscattarsi e pronta a dimostrare il suo valore. Nella conferenza della vigilia, poi, Sanderra aveva toccato le giuste corde per spronare l’ambiente. E invece niente: siamo stati succubi degli avversari sin dal fischio d’inizio. La cosa più deprimente è stato vedere la differenza tra una squadra con un piano tattico preciso – il Santarcangelo – e un’altra in preda alla confusione più totale.
Angelo A. Pisani: Più che confusione c’è poca serenità. In campo si può riconoscere sempre un piano di gioco, ma alla prima difficoltà si sfalda tutto; i giocatori non hanno la forza di reagire, e l’allenatore si sta chiudendo in se stesso – cercando di dare riferimenti alla squadra, ma senza trovare i riferimenti giusti. La decisione di lasciare Mattia invece di Radi è oggettivamente assurda.
Michele: Prima della gara davo quasi per scontato l’utilizzo di Radi per contrastare la fisicità di Sasha Cori. Quello che mi fa rabbia è questo: il Santarcangelo ha un gioco marcato, non cambia spartito facilmente, eppure non siamo mai riusciti a limitarli, né a metterli in difficoltà nella loro metà campo. Nel secondo tempo si è visto poco, ad esclusione del commovente Mancuso.
Angelo A: C’è anche da dire che a Curva non ha aiutato. Abbiamo spesso parlato di come il tifo abbia trascinato la Samb alla vittoria, è vero anche il contrario. Dopo gli ultimi risultati si è innescato un circolo vizioso: la squadra fa male anche per la “distanza” del tifo, e il tifo non spinge perché vede la squadra far male. Non è un caso che l’unico giocatore applaudito, Mancuso, sia stato anche il migliore in campo.
Durim: Non si può tacere soddisfatti di fronte a una sconfitta in casa col Santarcangelo ma questo è il calcio, le delusioni sono da mettere in conto. Non dobbiamo dimenticarci che siamo al primo anno in Lega Pro, e che molto probabilmente si andrà ai playoff. Mi dispiace solo che la squadra si porti addosso questo costante malcontento; credo che con un po’ più di autostima avremmo anche più punti.
Angelo A: Probabile. C’è anche da dire che al momento la squadra sembra davvero vuota, incapace di reagire. Domenica Sanderra ha provato di tutto: dalla difesa a tre col morto (due terzini e un centrale), alle quattro punte con l’uomo in meno; eppure la manovra è rimasta aggrappata alle sfuriate individuali di Mancuso, a dimostrazione di una squadra che manca in tante cose, non solo dietro.
Michele: In fase offensiva non abbiamo mai brillato per varietà di soluzioni. La cosa più grave, secondo me, è aver scoperto il fianco in fase difensiva senza fare nulla per limitare i punti di forza del Santarcangelo. Di Pasquale e Mattia sono stati mandati allo sbaraglio contro un avversario che si è divertito ad accanirsi sull’inferiorità fisica dei giovani rossoblu. Perché esporli a questa figuraccia?
Angelo A: L’inferiorità fisica si è vista soprattutto con Mattia, su cui infatti Cori ha giocato tutta la sua partita. Di Pasquale condivide alcuni errori, ma le prestazioni di entrambi sono inficiate dalle mancanze del resto della squadra. In tutte le reti ci sono diversi errori gravi: nella prima rete Di Pasquale esce male, ma Mattia interviene malissimo; sul secondo gol Rapisarda ha fatto un errore elementare, non stringendo centralmente; sul 3-1 Damonte ferma la rincorsa su Valentini lasciandolo andare a porta vuota. Sanderra si è preso tutte le responsabilità, sarebbe bello lo facessero anche gli altri.
Michele: Sicuramente le responsabilità non sono da attribuire tutte a Sanderra, anche se l’allenatore nelle ultime settimane è stata la vittima preferita delle critiche dell’ambiente. Probabilmente in un altro momento della stagione sarebbe stato esonerato, ma ora come ora un cambio di panchina sembra infattibile .
Come ha detto Fedeli, i playoff resettano i problemi vissuti in stagione. Però non ha specificato con chi li giocheremo. Una parte dei tifosi spinge per la scelta interna, Gigi Voltattorni. In un anno solare ha allenato i giovanissimi, ha fatto da secondo a Palladini in prima squadra e ora sta allenando i Berretti. Praticamente è un jolly umano. Tra l’altro fanno il suo nome solo nelle situazioni disperate. Porello.
Angelo A: Porello anche Sanderra. Dopo le prime tre (7 punti) era un genio, poi sono arrivate tre sconfitte consecutive e si è subito parlato di esonero; dopo tre vittorie in quattro gare è tornato un grande, e ora si ricomincia a chiedere la sua testa – offendendolo anche pesantemente. Io non credo che Sanderra sia un incapace; i problemi sono a monte, dal mercato (oggettivamente debilitante) di gennaio ai saliscendi emotivi dell’annata. Questo è un contesto corrosivo per chiunque, e non sorprende che Sanderra (come Beoni) sia in difficoltà. Il problema di San Benedetto è che qui non bastano bravi allenatori, servono capipopolo.
Durim: Francamente voglio bene a Sanderra, anche perché è dal principio che sembra un po’ solo contro tutti. I tifosi contestano compatti lui e i giocatori, ma forse il problema è stato l’aspettarsi troppo. L’aria di alta classifica degli inizi può aver dato un po’ alla testa, ma bisogna avere un po’ di pazienza. Per essere il primo anno siamo messi bene, bisognerebbe essere più fiduciosi.
Michele: A differenza di altre volte, però, la società è stata molto intelligente nel “dribblare” le polemiche con il comunicato stampa a firma del presidente. Passione, il ritorno in B e un monito a chi non vuole il bene della Samb: i temi giusti per far sognare i tifosi. Un capitolo a parte lo merita il commento di Moneti. L’ex presidente ha fatto i complimenti a Fedeli, ma gli ha tirato le orecchie sia per la scelta dei collaboratori che per aver alluso a debiti nella precedente gestione. Questi debiti c’erano o non c’erano? Non so se avremo mai una risposta.
Angelo A: Fossi in Fedeli gli risponderei solo tl;dr 😉
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