In un sol colpo i rossoblu condannano l’Ancona e si assicurano i playoff
Nonostante mancassero 2 giornate e tre punti ad un finale lieto, i rossoblu hanno affrontato l’Ancona sull’orlo di una crisi di nervi: dopo cinque partite senza vittorie, coi tifosi in contestazione e l’undicesimo posto a due punti, la squadra si era trovata di fronte una partita importantissima da vincere e impossibile da perdere.
Tra i problemi ambientali (con la tifoseria che chiedeva la sua testa) e quelli tecnici (assenti Mori, Sabatino e Damonte) Sanderra si è trovato in mano una situazione molto delicata, ma non ha rinunciato a dare la sua impronta. Oltre alle scelte obbligate – dentro Radi, Lulli e Vallocchia – l’allenatore romano ha rivoluzionato la fascia sinistra, inserendo Grillo e Agodirin, e posizionando le due mezzali in maniera contro intuitiva, entrambe sul piede debole.
Come è cambiato l’attacco
Le due scelte danno la misura del piano dei rossoblu, che rispetto alla scorsa settimana cambiano modo di attaccare: l’intenzione è la stessa della gara col Santarcangelo, quella di creare parità numerica in area, ma cambia il modo di arrivarci. Contro la difesa a 5 romagnola i rossoblu avevano tenuto le tre punte molto strette, con mezzali e terzini a dare ampiezza; stavolta (contro una difesa a 4) le due mezzali restano bloccate al centro, con Mancuso e Grillo sulle due fasce e Agodirin in posizione centrale.
La struttura offensiva dei rossoblu. Grillo (terzino sinistro) e Mancuso (ala destra) danno ampiezza, mentre Agodirin (ala sinistra) stringe dentro. Le mezzali restano in posizione centrale
La Samb cerca di allungare e dilatare il campo coi quattro davanti, dando ai tre centrocampisti l’opportunità di cambiare il gioco rapidamente. Sin dai primi minuti il posizionamento asimmetrico delle due ali (uno larghissimo, l’altro sul semispazio sinistro) mette in difficoltà i difensori dorici, in costante difficoltà tra l’intenzione di non concedere l’uno contro uno e la necessità di coprire anche in ampiezza.
Al 15′ Mancuso riceve a destra e serve dentro per il vantaggio di Agodirin, bravo a evitare la marcatura di Daffara. Protagonisti dell’uno a zero, i due saranno protagonisti di tutte le azioni più pericolose del primo tempo: al 20esimo Mancuso mette due cross pericolosissimi (respinti da Anacoura), dieci minuti dopo Agodirin appoggia a Sorrentino la palla del possibile 2-0 (palla fuori di un soffio).
Come è cambiata la difesa
Dopo la prima mezz’ora i rossoblu iniziano ad abbassare i ritmi, complice l’atteggiamento più arrembante dei dorici – intenzionati a riaprire la partita. Rispetto alle scorse settimane i rossoblu hanno un atteggiamento ancora più accorto, cercando di ovviare ai difetti strutturali grazie al jolly Sorrentino.
Con i due esterni in disturbo sui difensori e le mezzali in pressione è l’attaccante a coprire i buchi, spesso arretrando sul mezzo sinistro per dare più libertà a Lulli e (soprattutto) offrire supporto a Grillo e Di Pasquale.
Con Lulli in pressione, Sorrentino dà copertura arretrando sul mezzo sinistro
La mossa paga: a parte l’occasione di Paolucci, al 10′, gli anconetani costruiscono occasioni solo su calco piazzato, mettendo sollecitazione alla difesa, ma darle mai eccessive difficoltà. Negli ultimi 15′ l’unica emozione è il possibile tocco di mano di Bacinovic in area, a tempo quasi scaduto.
Botta e risposta
La ripresa sembra partire sulla falsariga del del finale di primo tempo, con l’Ancona – volenterosa ma poco efficace – a cercare di aggredire la partita, e i rossoblu in controllo. L’equilibrio viene interrotto dopo appena 12 minuti, con l’errore in impostazione di Lulli e il seguente gol di Paolucci (bravo ad evitare Di Pasquale e battere Aridità in diagonale).
L’usato copione, stavolta, prende una piega inaspettata: la Samb reagisce subito, di testa prima che tatticamente. Dopo appena 5 minuti i rossoblu riescono – con un’azione confusa – a far pervenire palla a Mancuso, che appoggia per Sorrentino: l’attaccante gira di prima intenzione per l’inserimento di Vallocchia, che infila sotto all’incrocio riportando i suoi avanti.
Oltre a riportare il vantaggio, la rete esorcizza il finale di partite con enorme forza catartica: da lì in poi la squadra di Sanderra non perde più il controllo, gestendo al meglio un’avversaria volenterosa ma priva di ogni riferimento – dentro, fuori e intorno al campo. Dopo il 70esimo gli inserimenti di Candellori e N’Tow regalano ai rossoblu fiato e forza fisica, utili a tamponare i dorici e minacciarli in contropiede.
Tra un lancio di fumogeni e un’occasione fallita da Vallocchia (dopo una grande azione, però) la partita scorre senza particolari problemi. Nel finale la squadra di Sanderra passa al 5-4-1, con Di Filippo difensore centrale, e Vallocchia-Candellori sugli esterni di centrocampo; la mossa chiude definitivamente la partita, con i dorici – sconsolati dal risultato – che iniziano a mollare il freno, assaliti verbalmente dai propri tifosi.
Il sogno playoff
Dopo il silenzio delle ultime partite la Samb ha portato in sala stampa il presidente Fedeli, mister Sanderra e ben tre giocatori, indice di una serenità definitivamente ritrovata. In attesa della gara di Pordenone (che deciderà il posizionamento finale) i rossoblu sanno di poter affrontare una tra Padova, Reggiana e Gubbio, squadre complicate ma già battute nel corso del campionato.
Nonostante l’ottimismo di Fedeli, in questo momento la possibilità di superare il primo turno sembra passare obbligatoriamente per il sesto posto, così da sfruttare il fattore campo e (soprattutto) la forza del pubblico. L’impressione sempre avuta da questo campionato racconta di una Samb migliore in trasferta, ma non è così: in stagione il rendimento casa/fuori è rimasto su una media punti simile (1,44 in casa, 1,42 in trasferta), spostata in favore del Riviera nel periodo Sanderra (1,42 contro 1,33).
La vera discriminante sarà nell’atteggiamento da casa o da trasferta. La forza dei rossoblu sta negli spazi concessi dalla forza avversaria: se aggrediti, o costretti a riprendere la gara, vincere sarà difficile; ma con la possibilità di giocare in maniera reattiva, sfruttando gli spazi in contropiede, nulla è davvero impossibile.