Vernecchie rossoblu: Summer Edition (Vol.1)

La rubrica in cui il costume del giornalista scopre la pelle del tifoso


Le Vernecchie hanno accompagnato tutta l’annata sambenedettese, ma appena chiusa la stagione abbiamo iniziato a sentirne la mancanza. Non possiamo accelerare il ritorno del campionato (meglio: della Samb), ma possiamo lenirne l’assenza. Dopo lo Speciale Sambamercato, un altro strumento per ragionare su quello che sta succedendo e per ipotizzare quello che sarà, tra sogni di mezza estate e una saudade casalinga. 

Michele Palmiero: Caro Angelo, dalla fine del campionato ad oggi mi sono diviso tra Bologna e San Benedetto, e tu sai che significa. In entrambi i casi so già che la notte sarà un inferno: al Nord devo convivere con l’afa da città e i rumori del centro sociale vicino casa; a San Benedetto divido la camera con un’orda famelica di zanzare. Non potendo dormire, dedico le ore notturne a diversi hobby: elaboro nuove teorie del complotto, sogno attaccanti da 20 gol, provo ad immaginare la mia vita da tifoso senza N’Tow, e cerco un senso al turbine di nomi accostati ai rossoblu. Sarà l’insonnia, sarà l’astinenza da aria fresca e Samb, ma non ci sto capendo più nulla.

Angelo A. Pisani: Ti capisco. Io vivo le cose in modo più ovattato (la mia camera bolognese è più silenziosa, e Cupra Marittima è una città più fresca – climaticamente, calcisticamente), ma i problemi sono gli stessi. Zanzare e voci di mercato ci si attaccano alla pelle 24 ore al giorno, e non è un caso che si arrivi a metà giugno con l’ansia per l’annata prossima.

Michele: C’è anche da dire che è già successo tanto, nel frattempo. Dalla stagione playoff (ancora: complimenti per la formula) ai rinnovi, fino ai cambiamenti in società e nel settore giovanile. Sono successe così tante cose che è anche difficile capire da dove iniziare.

Angelo A: Parto dalla cosa che più mi ha fatto male, sebbene fosse già nell’aria da tempo: Mori. Per una squadra che punta in alto non rinnovargli il contratto è assurdo. La società gli aveva proposto un altro anno alle stesse cifre, ma lui – giustamente, aggiungo – aveva chiesto di più, in virtù dell’ottima stagione e delle altre offerte. Il discorso è semplice: se volevi tenerlo alle stesse cifre bastava un biennale. Che poi ora gli si dia del mercenario, o gli si dica che se ne pentirà, è abbastanza ingeneroso. Ogni volta che un giocatore se ne va sembriamo i canadesi su South Park.

 

Ps. Ma può essere che ogni anno litighiamo con il difensore centrale più forte della stagione appena finita?

Michele: Trattasi dei vantaggi e degli svantaggi dei contratti annuali. Firmando per un anno la società ha meno rischi di ritrovarsi dei cattivi investimenti sul groppone, ma allo stesso tempo è più vulnerabile in sede di rinnovo. Penso che sia legittimo che la società faccia la sua offerta e, allo stesso tempo, sia stra-legittimo che Mori cerchi un’opzione migliore. Ora come ora spero che troviamo sul mercato un centrale che non lo faccia rimpiangere.

Angelo A: Alla fine la Samb sta cercando (o ha cercato) di trattenere tutti i giocatori legati per un anno, a parte Lulli (uno che avrebbe avuto mercato), Sabatino e Pezzotti. Nel frattempo abbiamo perso Mancuso e Mori, due tra i migliori della scorsa annata. Capisco il tuo discorso sui cattivi investimenti, ma alla fine i giocatori “sbagliati” (Ferrario, Berardocco, Zappacosta, Fioretti) sono stati ceduti tutti senza problemi.

Michele: Potremmo parlare per ore e ore dei pregi e difetti della politica degli annuali piuttosto che dei pluriennali. Per me non esiste una ricetta predefinita: in un senso o nell’altro tutto dipende dalla bravura della società e dalla fortuna, una componente sempre presente nel calcio. Non credo sia un dramma perdere Mori, a patto che si riesca a mettere le mani su due difensori di livello.

Angelo A: Sì, se c’è una certezza è proprio questa: a questo livello non ci sono giocatori insostituibili, anche perché si parla di un migliaio di giocatori professionisti nei tre gironi (più quelli dalle altre categorie). Secondo me è un problema di progettualità: una volta che hai trovato un buon giocatore è sempre meglio tenerlo, perché ogni nuovo acquisto nasconde qualche incognita.

Michele: L’esempio lampante è Esposito. Il fantasista molisano è presentato come il grande obiettivo, finalmente raggiunto, del presidente Fedeli. Si parla di un giocatore dalla classe purissima che però non ha mai convinto in un campionato professionistico. Fare il fenomeno in Serie D è un conto, convincere in Serie C è davvero tutt’altra storia. Se fossi io a gestire il mercato rossoblu, penserei fin da subito a costruire una rosa con almeno una valida alternativa ad Esposito, nel caso in cui la scommessa di Fedeli si rivelasse perdente.

Angelo A: Studiandolo mi sono fatto l’idea di un giocatore “miope”, nel senso che il suo ragionamento tecnico non arriva che alla fine dell’azione. Esposito è un giocatore che può segnare (e far segnare) in qualsiasi momento, ma non ragiona nel contesto dei 90 minuti. Insomma, è un giocatore che decide la gara decidendo le singole azioni: ti fa vincere alcune partite, ma non tutte le partite – e di certo non ti fa vincere i campionati.

Michele: Mi sembra un giocatore che soddisfa più la pancia del tifoso che la testa di un allenatore. Con l’arrivo di Moriero si ipotizza un passaggio al 4-2-3-1: Esposito in questo caso potrebbe giocare da trequartista o (più difficile, visti i compiti difensivi) da esterno d’attacco. In ogni caso l’attenzione che si scatenerà su di lui può, paradossalmente, aiutare gli altri giocatori in questo precampionato.

Angelo A: La cosa positiva è che noi non abbiamo bisogno di vincere il campionato, e quindi il suo apporto – al netto dell’incostanza – può essere comunque prezioso. Però credo che la Samb abbia bisogno anche di altri protagonisti, se non vuole vivere al ritmo del fantasista molisano.

Michele: In questo momento, dando per già ufficiali i rinnovi di Bacinovic e Rapisarda, rimangono scoperti diversi ruoli chiave: un terzino sinistro, due centrali, due centrocampisti, due o più esterni d’attacco e la tanto chiacchierata punta centrale. Il mercato è solo agli inizi e a parte uno scatenatissimo Parma non mi sembra che ci sia tanta fretta. A proposito dei ducali: non riesco a capacitarmi del perché abbiano voluto ufficializzare 3 acquisti  (Barillà, Lescano e Frediani) nel bel mezzo della bagarre dei playoff. Poche ore dopo la promozione hanno ufficializzato un altro acquisto, Galuppini. Il mercato non è ancora iniziato ed hanno già 7 attaccanti.

Angelo A: La cosa divertente è che due acquisti su quattro erano stati accostati alla Samb, giusto per renderceli più simpatici. Non credo ci sia stata una vera competizione, per Lescano e Frediani, così come non vedo un vantaggio consistente nel vederli cambiare campionato. Però, ecco, forse è meglio così: loro sono felici per la promozione, e noi ci liberiamo di un avversario antipatico.

Michele: Non riesco a decidere se sia più antipatico sul mercato o in campo. Ha giocato una stagione pessima, considerando la potenzialità della rosa, e nel corso dei playoff ha sempre dato l’impressione di essere in affanno. Eppure nei momenti di difficoltà se l’è cavata grazie alle giocate dei singoli, a tanti episodi fortunati e ad alcune decisioni dubbie degli arbitri. Doveva salire a tutti i costi, e alla fine è salita nonostante tutti (fuori da Parma) tifassero per le sue avversarie.

Angelo A: Martedì scorso ho visto un pezzo della semifinale con mio cugino e mio fratello. Io e mio fratello tifavamo sfacciatamente Pordenone (io per amore di Tedino, lui per odio al Parma), mio cugino – che è di Milano, e pur simpatizzando non è dentro l’ambiente – non riusciva a capire perché. Per lui il Parma doveva salire, se non altro per tifo, storia e blasone. Il finale ha spiegato tutte le posizioni: il Pordenone ha giocato oggettivamente meglio, il Parma è stato oggettivamente favorito e odioso, e i 3 mila parmigiani meritavano di andarsene in una categoria migliore. Alla fine si è compiuto il destino, senza riguardo per le vittime (Pordenone e Alessandria, due squadre meritevoli)

Michele: C’è di buono che in colpo solo ci siamo liberati di Venezia e Parma. Ora sono curioso di capire chi punterà al ruolo (scomodo) di favorita. Non abbiamo parlato, però, della novità più importante di questo mese. Dopo l’addio di Sanderra – senza una chiara motivazione – si è seduto sulla panchina rossoblu Francesco Moriero. Che idea ti sei fatto del suo arrivo?

Angelo A: Io ho come l’impressione che la Samb, dopo aver ritrovato un palcoscenico più adatto al suo blasone, abbia riscoperto la fame di riflettori. L’anno scorso abbiamo fatto una buona stagione, ma per molti aspetti ci siamo (è un “ci” molto ampio, che va dalla dirigenza alla tifoseria) sentiti un po’ messi da parte. Se non fosse stato per Mancuso, quanto spazio avremmo avuto a livello nazionale?

Il nervosismo per le vittorie sfumate con Venezia e Parma viene anche da qui, la voglia di farsi spazio a livello mediatico. L’arrivo di Moriero è una scommessa in stile Fedeli: come Sanderra, si tratta di un allenatore capace di ottimi risultati, ma reduce da stagioni sfortunate. La novità è l’aspetto mediatico del personaggio Moriero, che ha un lungo seguito e un passato non indifferente da giocatore di Roma e Inter. Tatticamente è ancora difficile da inquadrare, anche perché le sue ultime esperienze sono state frammentate.

Michele: Moriero rappresenta a pieno il profilo che cercava la società: giovane, voglioso di rivalsa e ben disposto a discutere le sue scelte. Inoltre non va sottovalutata l’influenza del procuratore Di Campli, che sembra avere un ascendente piuttosto forte sulla proprietà (specie se consideriamo che la maggior parte dei giocatori trattati sono suoi assistiti). Personalmente, sono molto curioso dell’impatto che potrà avere il suo 4-2-3-1, anche perché diciamoci la verità: il 4-3-3 ci ha abbondantemente stufato.

Angelo A: Negli ultimi anni il 4-3-3 è stato un modulo quasi identitario, una coperta di Linus alla quale sono tornati tutti i tecnici. In un certo senso ci rappresenta, anche perché ricordiamo le annate soprattutto per i vari tridenti offensivi. Cambiare non sarà un male, ed è già divertente fare speculazioni sul nuovo assetto; però – lo dico solo per esorcizzare, eh – l’ultimo a usare il 4-2-3-1 è stato Beoni.


La copertina è di Madou. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mailAccettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!

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