La Curva Nord rispolvera una graditissima tradizione: la trasferta in treno. Il racconto di Giada Pignotti.
Di Giada Pignotti.
Dopo una rocambolesca e alquanto assurda vicenda legata alla scelta del campo, alla fine sono 375 i biglietti messi a disposizione per il popolo rossoblù. Al contrario di quanto successo per Matelica, e nonostante il minor numero di tagliandi, questa volta non c’è la ressa al biglietto (ciò dimostra ancora una volta che in trasferta ci va chi c’è sempre andato) e grazie all’ennesima diretta TV si riesce ad accontentare tutti, o quasi.
Tante le raccomandazioni per gli Ultras della Samb prima del match: dal Presidente Fedeli che sottolinea la delicata situazione del Riviera e invita tutti alla calma, alla Questura che sconsiglia di recarsi in treno per evitare (a loro) problemi di ordine pubblico. Due pesi, due misure. Il comportamento dei rossoblù, manco a dirlo, è impeccabile sia dentro che fuori lo stadio.
In più di 120 si ritrovano alla stazione di San Benedetto come ai vecchi tempi, e chi resta a casa passa a salutare ed incoraggiare. Emoziona vedere la grande risposta dei ragazzi rossoblù che, seppure il breve tragitto, non rinunciano a seguire il gruppo centrale e (ri)vivere una trasferta in treno. Boicottata dagli agenti la proposta di un corteo, ci viene messo a disposizione un solo pullman (due corse) per raggiungere lo stadio: buon compromesso che ci fa arrivare in tempo e restare compatti. Le condizioni del trasporto sono quelle che rendono divertente la trasferta, lo spirito di adattamento è quello che ti permette di superarla. Il vero lavoro d’intelligence poi lo fanno gli Ultras e niente è lasciato al caso, nessuno resta scoperto. Per la città abruzzese risuonano i cori rossoblù mentre anche un elicottero ci scorta allo stadio, telecamere ovunque per un cast da Oscar. : “ciao mamma, siamo famosi”.
Ci sistemiamo come possiamo, riuscire a vedere la partita spesso è un privilegio ma ciò non ci esonera dal nostro compito che è sempre quello di tifare. Riscalda subito i motori la Nord che viene accolta da poco più di 200 “nomadi” giuliesi. La Samb parte ancora una volta in quarta con Titone che segna subito il primo e unico gol della giornata per poi restare sulla corsia d’emergenza per tutta la partita. Per orgoglio, dovere o per principio contro la capolista se la giocano tutti e Sabatino e compagni lasciano fin troppo fare.
Discorso diverso sugli spalti dove, seppure troppo debole per le loro grandi capacità, i rossoblù danno voce e colore ad un impianto grigio e silenzioso. Secondo tempo più emozionante, almeno sui gradoni. Povero il tamburrista che ad un certo punto non sa più dove guardare, la partita la intuisce dalle espressioni dei lanciacori e dall’intensità del tifo guidato da 4 voci: questo impone ai tifosi di trovare un punto di riferimento da seguire per evitare di confondersi. Finalmente il tamburo è assodato, sia in casa che in trasferta, e per tutto il secondo tempo il rullo della nuova leva risveglia tutti. In campo resta sveglio solo Pegorin che fa acclamare al miracolo nei minuti di recupero: un pareggio sarebbe stato indegno. Una vittoria importantissima per raggiungere quanto prima il grande traguardo, ma che lascia una sorta d’insoddisfazione per gli affamati di grandi emozioni: d’altronde non sarebbe la Samb se non avesse questi tifosi.
Ringraziati i ragazzi e il Mister sotto la curva salutiamo gli amici dell’NBU tornati a trovarci da Friburgo prima di dirigerci in stazione. Sempre presente l’elicottero, spettatore non pagante (se non addirittura retribuito dagli stessi spettatori) che scorta i due pullman dei rossoblù a destinazione. Il “piano di sicurezza” sarebbe pienamente risucito senza l’impiego di spropositate forze d’azione in proporzione alle reali necessità perché così facendo, a pensarci bene, chi paga non è il tifoso ma il cittadino. In queste partite, il ricordo più bello resta ancora una volta il viaggio. Dopo tanto tempo si è tornati in treno come simbolo di una tradizione che non deve essere persa, tutti insieme a dimostrazione che il calcio sa essere ancora motivo di aggregazione. Sconvolti e divertiti i passeggeri capitati nei vagoni dei rossoblù che rendono frizzante una domenica qualunque. Tanto l’orgoglio e la sorpresa nei volti di chi ci ha visti arrivare a San Benedetto cantando gli inni della nostra passione: momenti d’altri tempi che solo chi osa crederci sa conservare. Dopo la sosta arriverà al Riviera il “fanalino di coda” Amiternina ed è sempre bene da tifosi ricordare ai ragazzi di Palladini che a San Benedetto ogni domenica è una finale e per ottenere il tifo a cui sono abituati abbiamo bisogno di gol e grinta in campo.
La luce nel tunnel si vede da un pezzo, allunghiamo il passo: TUTTI AL RIVIERA!
“SONO QUESTI I COLORI MAGICI CHE CI FANNO VENIRE I BRIVIDI”