Dopo anni in cui non gli si è mai chiesto altro risultato che la vittoria, Palladini ha quattro gare per sperimentare. Fin dove si spingerà?
“Da quando sono a San Benedetto non mi si è mai chiesto nulla oltre alla vittoria. Non ricordo una partita dove il presidente mi ha detto che si poteva pareggiare“
Ottavio Palladini, superstite
La presenza della Sambenedettese in categorie come l’Eccellenza e la Serie D – giudicate intrinsecamente ingiuste, quasi insultanti – ha creato nell’ambiente rossoblu una feroce tensione alla vittoria. In qualunque situazione l’allenatore della Samb deve vincere, e vincere bene. L’obiettivo massimo coincide sempre con l’obiettivo minimo, rendendo intollerabile qualunque altra cosa. In un contesto così esigente e pressante, sopravvivere è un’impresa.
Al terzo campionato vinto sulla panchina rossoblu, Palladini ha finalmente trovato uno scorcio di serenità: con la promozione in cassaforte l’allenatore sambenedettese ha a disposizione quattro partite da poter non vincere, e – di conseguenza – l’opportunità di sperimentare un po’. Ma in che modo?
Analizzeremo le varie soluzioni possibili, racchiuse in tre macro-scenari: verosimiglianza, utopia, distopia. Nello scenario della verosimiglianza presupporremo un atteggiamento tattico in linea con quanto mostrato finora; con utopia e distopia andremo a valutare tutto il possibile.
PRIMO SCENARIO DELLA VEROSIMIGLIANZA: MANTENIMENTO ASSETTO. Palladini manterrà 4-3-3 e 4-4-2, cambiando gli interpreti. Verranno utilizzati giocatori diversi per mettere in atto soluzioni di gioco già consolidate.
Nel 4-3-3 Pegorin potrebbe lasciare qualche minuto a Cosimi, Reali e Mazzoleni, mentre – sugli esterni di difesa – potrebbero rivedersi Tagliaferri, Carminucci e Montesi. Casavecchia potrebbe alternarsi coi titolari del ruolo. A centrocampo Raparo potrebbe essere utilizzato più spesso davanti alla difesa (al posto di Barone) mentre non è da escludere una presenza più continuativa di Candellori sulla mezzala. Davanti Pezzotti e Forgione potrebbero comporre la coppia di esterni, formando – ad ali invertite – l’impostazione di Palumbo e Titone (col primo alla ricerca del fondo e l’altro che taglia dentro). Con Carminucci e Candellori in campo, Gavoci o Fioretti potrebbero prendere il posto di Sorrentino.
4-3-3 Pegorin/Mazzoleni, Tagliaferri/Pettinelli, Casavecchia, Conson, Carminucci/Montesi; Candellori, Raparo, Sabatino/Baldinini; Forgione, Gavoci/Fioretti, Pezzotti
Nel 4-4-2 discorsi per portiere e difesa rimarrebbero intatti, salvo l’ipotesi Carminucci centrale, o Pezzotti terzino sinistro con Candellori a centrocampo. In mediana Sabatino sarebbe accompagnato da un giocatore più fisico (Raparo, Baldinini), mentre – sugli esterni – potrebbero giocare Pezzotti e Palumbo. In attacco Forgione potrebbe fare la seconda punta alla Titone, con Gavoci o Fioretti.
Nel 4-4-2 discorsi per portiere e difesa rimarrebbero intatti, salvo l’ipotesi Carminucci centrale, o Pezzotti terzino sinistro con Candellori a centrocampo. In mediana Sabatino sarebbe accompagnato da un giocatore più fisico (Raparo, Baldinini), mentre – sugli esterni – potrebbero giocare Pezzotti e Palumbo. In attacco Forgione potrebbe fare la seconda punta alla Titone, con Gavoci o Fioretti.
4-4-2 Pegorin/Mazzoleni, Tagliaferri/Pettinelli, Carminucci, Conson/Salvatori, Flavioni/Montesi
SECONDO SCENARIO VEROSIMIGLIANZA: ESPERIMENTI TATTICI. Palladini cerca di mischiare le carte in tavola, proponendo novità assolute nel modulo. Data la scarsa scelta nei ruoli, per gli under (quasi tutti terzini), le possibilità sono ridotte – essenzialmente – a due moduli: il 3-4-3 e il 3-5-2.
3-4-3: Carminucci fa il centrale di destra, con Conson e Salvatori (o Casavecchia). Sugli esterni le coppie sono (Pettinelli/Tagliaferri e Montesi, o Candellori-Flavioni). A metà campo servono due centrali molto attivi in fase difensiva: la scelta cade su due tra Baldinini, Sabatino e Raparo, dato che Barone sarebbe penalizzato. In avanti Forgione e Titone svarierebbero su tutto il fronte offensivo, aprendo spazi interessanti a Gavoci o Fioretti.
Durante la gara la squadra potrebbe passare al 4-4-2, con Flavioni che arretra sulla linea dei difensori, Carminucci più largo sulla destra e Forgione arretrato a centrocampo.
3-4-3: Pegorin/Mazzoleni, Carminucci, Salvatori/Casavecchia, Conson; Candellori/Pettinelli, Sabatino, Raparo/Baldinini, Flavioni/Montesi; Forgione, Gavoci/Fioretti, Titone
3-5-2: In difesa rimarrebbero gli stessi uomini, ma a centrocampo – con la mediana più folta – Barone sarebbe la prima scelta davanti alla difesa. Tra le mezzali potrebbe essere inserito Cadellori, permettendo di liberare un posto a Pezzotti o Palumbo sull’esterno. Davanti Forgione e Titone si contenderebbero il posto alle spalle della prima punta.
PRIMO SCENARIO DISTOPICO: La fame di record. Palladini decide di voler chiudere il campionato senza sconfitte personali, e nelle restanti partite decide di non voler subire neanche una rete. Imposta un 4-5-1 tutto difesa e contropiede, con Sorrentino unica punta. La difesa – rimasta identica – viene coperta da un centrocampo impenetrabile: Casavecchia gioca da finto mediano (arretrando tra i centrali in fase di non possesso), con Sabatino e Raparo ai suoi lati. Sugli esterni agiscono Baldinini e Palumbo, alle folate dei quali si aggrappa tutta la fase offensiva.
I giocatori più tecnici (Barone, Forgione, Titone e Pezzotti) finiscono immalinconiti in panchina, mentre la squadra – sotto gli occhi di una tifoseria sempre più incredula – vincerà tutte e quattro le partite 1 a 0. Le gare con Recanatese e Agnonese vengono risolte da due colpi di testa di Salvatori su corner, mentre – contro il Chieti – la gara è risolta da un contropiede in solitaria di Sabatino, al 92esimo. Nell’ultima partita, col San Nicolò, i rossoblu vanno in rete grazie alla deviazione di Mozzoni su cross di Palumbo (sarà l’unica conclusione verso la porta biancazzurra).
Nell’ultima conferenza stampa della stagione Palladini esordirà dicendo “Ora sapete cos’è davvero il catenaccio“. Davanti ai volti allibiti della stampa, butterà a terra il microfono, indosserà il cappuccio e si allontanerà verso gli spogliatoi.
SECONDO SCENARIO DISTOPICO: I giocatori impazziscono. Dopo mesi e mesi di pressioni di ogni tipo, e partite giocate costantemente sul filo del rasoio, i giocatori più rappresentativi entrano in corto circuito. Titone non tenterà più dribbling e tiri in porta, limitando il suo gioco ad appoggi e tocchi di prima. Persa ogni efficacia offensiva, verrà sostituito durante l’intervallo con la Recanatese, e non rientrerà più in campo.
Sabatino – stremato da un’annata strepitosa – chiederà all’allenatore un mese di permesso per concentrarsi sulla sua azienda agroalimentare (una scusa per staccare dal campionato). Sorrentino – “accusato” per mesi di essere una seconda punta adattata – entrerà in crisi d’identità, costringendo Palladini ad escluderlo dall’undici titolare. La situazione in attacco sarà aggravata dalla decisione Palumbo, che – stanco delle lamentele circa il basso score realizzativo – chiederà a Palladini di giocare terzino destro (accontentato).
L’allenatore rossoblu sarà costretto a stravolgere l’attacco: contro l’Agnonese (vista la squalifica di Pezzotti) il tridente sarà formato da Vallocchia (ala sinistra), Forgione (ala destra) e Fioretti. L’attaccante sigla il gol del 2-0 su assist di tacco di Forgione, e – nelle ultime due – segna sei reti (due rovesciate, un colpo di tacco, due gol testa e un sinistro dai 35 metri). Sui giornali fioccano titoli elogiativi, e l’attaccante si guadagna il soprannome di “Bomber petaloso“. A luglio rifiuterà il rinnovo di contratto per andare all’Ascoli.
SCENARIO UTOPICO: Palladini diventa Bielsista e vince tutte le partite 5 a 0. Finalmente slegato dai risultati, l’allenatore rossoblu decide di rivelare una volta per tutte il suo amore per il 3-3-1-3 del Loco. La squadra che scende in campo contro la Recanatese è una novità assoluta. In porta c’è il giovane Reali (il più bravo tecnicamente), mentre la difesa è composta da Pettinelli, Salvatori e Carminucci. Davanti alla difesa gioca Barone, con Candellori e Sabatino ai lati. Sulla trequarti, da sinistra a destra: Pezzotti, Titone e Forgione. Prima punta Sorrentino.
La squadra gioca benissimo, sfiorando l’80% di possesso palla e accumulando, nell’ordine: 15 calci d’angolo, 12 tiri in porta, 8 tunnel riusciti (6 fatti da Forgione) e 13 colpi di tacco. Tutto questo nel primo tempo. La partita finisce cinque a zero (doppiette di Titone e Forgione e sigillo di Mallozzi, entrato nel secondo tempo). Nelle gare successive la squadra continua a ripetersi, e gli under avranno sempre più spazio. Nella gara col San Nicolò la Sambenedettese (per la prima volta in stagione) concluderà la partita con tutti giocatori nati dopo il ’90.
In estate, Palladini viene eletto sindaco con l’87% di preferenze.