Vernecchie rossoblu: 10^ puntata

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso. Con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero

I nostri vernecchiatori tornano un po’ malconci da Bassano, ma più agguerriti che mai. La partita coi bassanesi ha lasciato scorie, dalle critiche verso allenatore e squadra alle solite – noiose, ormai – teorie di complotto. 

Angelo A. Pisani: La Samb ha perso la partita, l’imbattibilità in trasferta e il primo posto in classifica. E per entrambi sono arrivate due sconfitte al fantacalcio. Cosa ci resta, di questa settimana?

Michele Palmiero: Può sembrare strano, ma è stata una delle trasferte più belle degli ultimi anni: un settore ospiti comodo, una città bella e accogliente, e tante ottime grappe. Chiedere anche tre punti sarebbe stato troppo.

Comunque la partita è stata emozionante, e mi ha ricordato la sconfitta contro il fortissimo Teramo di Cappellacci, con la doppietta del magico Di Rito. Oggi come allora gli avversari erano sulla carta più forti di noi, ma con il cuore e l’agonismo per poco non portavamo a casa un ottimo punto. Oggi come allora, mai na gioia.

Angelo A: Mai na gioia e troppe critiche. Secondo me la percezione della partita è troppo influenzata dal primo tempo, e non dalla prestazione nel suo insieme. Nel primo tempo abbiamo sbagliato partita, è vero, ma senza errori grossolani avremmo chiuso 0-0. I tre errori (due su contropiede, uno su calcio d’angolo) ci sono costati tre gol e un uomo, poteva andarci meglio. Nella ripresa siamo partiti con un uomo in meno e un gol subito, e siamo comunque riusciti a reagire alla grande. Perdere una gara in casa della prima dopo 27 trasferte senza sconfitte ci sta. Capisco che il presidente voglia vincere (Chi non vuole?) ma dare la croce addosso a Palladini è francamente assurdo.

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Michele: Più che altro mi fa sorridere l’espressione “Ci sono 2-3 giocatori che non possono giocare a San Benedetto”. Abbiamo visto e accettato di peggio, ma tanto peggio (foto_renanpippi.jpg). In questa squadra ci sono giocatori più forti e altri più scarsi, ma mi sembra nell’ordine delle cose. Per me il giocatore degno di giocare a San Benedetto è quello che sputa sangue ogni partita.

Angelo A: I giocatori che c’erano ieri sono gli stessi che ci hanno portato al primo posto, poi. Le uniche differenze erano Tavanti e Fioretti: il primo ha fatto una partita onesta, il secondo non sta facendo benissimo, ma è un giocatore che a questi livelli ha sempre fatto gol: perché non può starci?

Michele: Ne hai detti due… Il terzo, probabilmente, è Pegorin…

Angelo A: L’anno scorso ha fatto una stagione strepitosa, ed è stato tra quelli più criticati; quest’anno (insieme a Candellori) è stato colpevolizzato per la sconfitta col Mantova, e da quel momento non hanno smesso più. Dopo un mese di critiche eccessive (nonostante buone prestazioni) ha un errore, e ora tutti giustificano quanto detto in base a quello. La sua unica colpa è giocare al posto di Frison, che è infortunato.

Michele: Si dice sempre che Pegorin non può essere il portiere titolare perché non dà sicurezze alla squadra. Ha 20 anni, è alla prima esperienza esperienza tra i pro e viene criticato a prescindere: in una situazione del genere come fa ad essere sereno? Come fa a dare serenità ai compagni? Trattare così un proprio giocatore è puro autolesionismo.

Angelo A: La sicurezza deve essere di reparto, e non mi pare che la difesa lo aiuti. A proposito della difesa, oggi Lucio ci ha inviato due domande, una seria e una ironica:

  • Si parla dei problemi in difesa, eppure abbiamo 9 difensori (alcuni con un ottimo curriculum nel professionismo) e un mister che – secondo molti – predilige la fase difensiva. Perché abbiamo subito così tante reti? È possibile che il problema sia piuttosto a centrocampo?

Michele: Secondo me i problemi sia negli automatismi che nella forma dei giocatori. Finora non siamo mai riusciti a lavorare con la difesa al completo, e questo – in un campionato così – lo paghi. Inoltre abbiamo subito molti gol su errori di valutazione o tecnici, anche perché in molti – per le assenze – hanno dovuto giocare in condizioni spesso precarie.

Angelo A: Aggiungo che – prima di dare colpe specifiche – è bene vedere come sono arrivati i gol. Alcuni su errori tecnici, e lì non vedo colpe del mister; altri in fase di transizione, e lì non vedo colpe dei difensori. Secondo me è una questione di applicazione, non di struttura. L’unico problema a livello di organico lo vedo nella fase di uscita del pallone, dove – a parte Radi – non vedo centrali capaci di giocare palloni puliti in verticale. Alla fine le difficoltà maggiori le abbiamo viste in queste situazioni, e infatti – non a caso – abbiamo sofferto le squadre che ci hanno pressato alto (il Gubbio in coppa, il SudTirol e il Bassano).

Michele: Sabato ci sono mancati anche i centrocampisti: Lulli (che veniva da un infortunio) è entrato solo per l’infortunio di Berardocco, Sabatino sembrava molto stanco.

Angelo A: Come mi ha segnalato Elisabetta, Sabatino la sera prima ha partecipato a X-Factor, a Milano, camuffandosi con una parrucca. Pensava di fregarci, ma noi abbiamo occhi ovunque ಠ_ಠ

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L’hanno pure eliminato

  • Di Filippo e Di Pasquale sono effettivamente confondibili? 

Angelo A: Di base ti direi di no, ma ieri mi hanno segnalato un articolo in cui si diceva che Di Pasquale giocava sulla fascia destra, e che Di Filippo giocava a sinistra. A questo punto posso anche crederci. In fondo la struttura del nome “Di …”, il ruolo e il numero di maglia (2 e 4) possono ingannare. Di Filippo si sta facendo crescere la barba per questo motivo, secondo me.

Michele: Beh, io ancora non distinguo Fioretti dal palo della luce (Giordano, sai che scherzo: credo in te e ho scommesso che segnerai 23 gol). Uno che riconoscerei sempre e comunque è il mio idolo N’Tow, anche detto l’agente del caos. Sabato ha cambiato la partita.


Le tre mosse di N’Tow per seminare il caos nelle difese avversarie:

  • Indurre lo speaker a pronunciare il tuo cognome con cadenze sempre diverse (Ndau, Ndou, Nntoww)
  • Sbagliare ogni santissima rimessa laterale per poi recuperare palla e cercare il cross
  • Il doppio passo riuscito male, anche chiamato “l’arma totale”, che confonde contemporaneamente avversari e compagni di squadra

Angelo A: N’Tow è alienazione pura, il momento in cui il calciatore smette di essere agente e diventa strumento. Lui è il nostro dispositivo per portare palla avanti, e con l’uomo in meno è stato un uomo in più.

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 La foto è stata realizzata da Balla la Samba, la pagina più divertente di tutta la sambenedettesità facebookiana

Michele: A proposito di uomini in meno, sabato mancheranno sia Di Filippo che Berardocco. Se Football Manager fosse già uscito io schiererei questi 11: Pegorin; Tavanti, Ferrario, Radi, Di Pasquale; Mancuso, Lulli, Damonte, Pezzotti; Sorrentino, Fioretti.

Angelo A: Anche per me potrebbe fare il 4-4-2, ma non sono sicuro funzionerebbe. Dipende da come verrà interpretato, ma così – sulla carta – rischieremmo di perdere tre situazioni chiave: gli inserimenti di Sabatino, gli uno contro uno di Tortolano e i tagli di Mancuso. Che poi sono le situazioni che ci hanno reso di più, in termini di gol.

Michele: Secondo me il 4-4-2 è la mossa giusta. Riguardo le situazioni di gioco che hai elencato, la mia risposta la affido a Nando Martellone:

Angelo A: Sei una persona orribile.


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