Padova-Samb, eppur si muove

I rossoblu cambiano il loro gioco e arrivano a dominare, ma non riescono a pungere


Se la partita di andata aveva mostrato il punto di maggiore maturità del campionato rossoblu, la gara di ritorno – a soli due mesi di distanza – descrive pienamente l’attuale fase di transizione. Dopo la partenza (a ritmi insostenibili) delle prime giornate, i rossoblu hanno poi pareggiato con Albinoleffe e Modena, inaugurando un inevitavile plateau di crescita.

Le squadre di Alvini e Capuano sono arrivate al Riviera con la piena coscienza del gioco e dei difetti dei rossoblu, ancora incapaci di variare a sufficienza le proprie soluzioni. Dopo il pareggio col Santarcangelo e la sconfitta con l’Ancona, la squadra di Palladini ha iniziato ad evolvere il suo gioco, dando una piccola prova nella gara col Pordenone e una più evidente in quella col Padova.

Contro i biancoscudati Palladini ha confermato la presenza due terzini di gamba (Tavanti e Di Pasquale), bilanciati  esda unterno più disciplinato sulla sinistra (Candellori); stavolta la vera novità è stata l’utilizzo di Berardocco sulla mezzala, una soluzione già vista nel finale di partita col Pordenone. Una scelta che ha anticipato quelle del campo, dato che la Samb ha deciso di costruire il gioco con il supporto delle due mezzali, lasciando l’occupazione dell’ampiezza ai due terzini.

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La posizione di Lulli e Berardocco, entrambi sul piede invertito, non era affatto casuale, perché in questo modo i due centrocampisti potevano accorciare al lato dei due centrali, e avevano tutto il campo aperto per cercare il cambio gioco.

Nel primo tempo gli uomini di Palladini hanno avuto qualche problema di fluidità, ma sono riusciti ad avere un buon possesso, e al 13esimo hanno costruito una buona opportunità per Candellori (colpo di testa, respinto). Buone premesse, annullate dal rigore assegnato ai patavini: sulla punizione di Emerson la palla viene fatta scorrere sul fondo, ma mentre i padroni di casa chiedono il corner l’arbitro assegna il rigore.

Contesto

Il gol di Russo cambia tutto: da lì in poi i padroni di casa hanno la possibilità di giocare una partita di pura speculazione, e questo nuovo contesto tattico mette in grande difficoltà la Samb, incapace di riaprire la partita.

Nonostante tutto i rossoblu prendono in mano la gara, ma sono costretti a evitare il centro del campo, complice la buona copertura dei patavini, che difendevano in mezzo con sei giocatori (i tre centrocampisti e i tre difensori). Il blocco difensivo dei padroni di casa spinge i rossoblu a gestire il pallone sulle catene laterali, spostando il peso uno dei due lati per scoprire quello opposto.

I rossoblu hanno cercare di avere almeno tre giocatori sulla catena di fascia, coi tre centrocampisti molto decentrati sul lato del pallone e l’esterno opposto larghissimo, pronto a tagliare dentro.

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La Samb costruisce con tre giocatori sull’ala, isolando l’esterno sul lato opposto

Come nella fase di costruzione, questo atteggiamento ha portato pregi e difetti: in diverse situazioni la palla è scivolata molto lentamente, e i due esterni si trovavano ad affrontare Favalli e Madonna senza vantaggi spaziali o numerici. I rossoblu hanno provato diversi cross e sono andati al tiro con Mancuso, ma poco più.

D’altra parte, la fase di transizione dei rossoblu è molto migliorata: rispetto alle gare con Albinoleffe, Modena e Santarcangelo la squadra di Palladini – pur riversandosi in avanti – ha avuto un controllo del campo molto migliore, complice la densità intorno al pallone dei tre centrocampisti e (soprattutto) la posizione accentrata del terzino sul lato debole, stretto per difendere sull’eventuale palla persa.

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Tavanti, Damonte e Berardocco compongono la catena laterale, con Lulli molto vicino. Di Pasquale, il terzino sul lato opposto, è in posizione centrale

Condizioni simili sono continuate anche nella ripresa: Radi e compagni si sono imposti rapidamente sulla partita, ma non hanno avuto la rapidità per scoprire i veneti – molto ordinati e attenti. Così gli unici spazi disponibili sono arrivati su azioni caotiche (l’errore di Russo, il tiro deviato di Lulli) o le giocate in verticale di Berardocco.

Nonostante un andamento stabile (in negativo) i rossoblu stanno creando una rottura sempre più tangibile: passo dopo passo, partita dopo partita, la squadra di Palladini sta cambiando, cercando di ovviare ad alcuni difetti strutturali (e di condizione) con un lavoro tattico diverso e per molti versi coraggioso. Questa Samb non è (ancora) un’altra, ma non è più quella di Ancona.

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