La presentazione di Stefano Sanderra: “Si parte da dedizione lavoro”

La conferenza stampa di presentazione dell’allenatore rossoblu

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Riviera delle Palme è stato aggredito da un nevischio testardo e leggero, che sta circondando lo stadio creando un’atmosfera quasi eterea, ovattata. In questo contesto – quasi paradossale – sta arrivando il primo impatto di Sanderra con l’ambiente rossoblu.

La sala stampa è stata invasa anche da alcune decine di tifosi, che hanno puntato sul freddo e il gelo per convincere l’addetta stampa a farli entrare.

Il primo a parlare è il presidente Fedeli: “Abbiamo scelto Sanderra per il suo curriculum, per quello che ha fatto, e speriamo che si ripeta anche qui. L’obiettivo minimo è quello dei playoff, speriamo di riuscirci”

Cosa non è andato con Palladini?

“Io ho visto la squadra molto demotivata, ultimamente. Quattro punti in 7 partite sono una media da retrocessione. Speriamo si torni alla normalità quanto prima. Quando Palladini – dopo Macerata – ha detto che non si sarebbe dimesso, io gli credevo. Le sue sono state dimissioni irremovibili, che potevo fare?”

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Sul mercato chi deciderà?

“I giocatori saranno scelti anche dall’allenatore, avere un confronto è importate. Il mister è arrivato oggi, dateci il tempo di parlare. Del mercato se ne occuperanno mio figlio e il direttore Gianni. Sandro Federico ha fatto danni, abbiamo un lazzaretto. A quanto mi risulta si fa sempre tutto negli ultimi giorni, di certo abbiamo tempo”

Da dove bisogna ripartire?

“Si deve ripartire dalle motivazioni, come in tutte le cose della vita. Abbiamo visto molti errori sotto porta e prestazioni di basso livello. A posteriori è difficile giudicare, ma io so che Palladini era ben voluto dai giocatori”

Ora è il turno del nuovo allenatore, Sanderra: “Sono molto contento e un po’ emozionato di venire a lavorare in una piazza così importante e così calda come San Benedetto. Ringrazio la famiglia Fedeli per questa opportunità e cercherò di sfruttarla al massimo per portare in alto la Sambenedettese”

SU PALLADINI “C’è un’eredità importante lasciata da un allenatore che qui ha vinto tanto, il suo è un solco vincente che porteremo avanti. Poi ognuno ha le sue idee. Vogliamo far esprimere i ragazzi per le qualità che hanno, oltre ad un lavoro tecnico e tattico ci sarà un lavoro mentale, perché un ruolino di marcia del genere presuppone qualche problema anche mentale”

LE IDEE “Il mio calcio parte da dedizione e lavoro, voglio giocatori che abbiano anima e cuore, se non si parte da questi presupposti è difficile fare bene. Modulo? Io so che qui è stato fatto il 4-3-3 con qualche variante, ma ho intenzione di guardare tutte le partite e valutare i giocatori dal vivo.

Io ho sempre fatto 4-4-2, 4-3-3, ma la scelta del modulo dipende anche dal materiale a disposizione. Entrando a campionato in corso è difficile fare il proprio calcio, bisogna adattarsi alla squadra e avere la flessibilità giusta. Il modulo conta, ma è solo un fattore tra tanti.

Quando uno subentra deve avere grande capacità di adattamento e intuizioni. Quest’anno ho la fortuna di poter lavorare 15 giorni prima della partita. Di fondo ci vuole un lavoro tecnico tattico che porti motivazioni e faccia giocare bene la squadra”

LA CARRIERA “Gli esoneri fanno parte del lavoro dell’allenatore. Sono stato esonerato dopo una vittoria (Viterbo) e altre volte nonostante aver fatto bene (Catanzaro). L’esonero, specie in Italia, fa parte di ogni curriculum dell’allenatore. Se uno lavora con la paura non va lontano. Ho fatto quasi sempre piazze del sud, sono contento di fare un campionato diverso in un contesto diverso”

IL MERCATO “Stiamo valutando la squadra per vedere dove può essere migliorata, senza stravolgere ma ritoccando due-tre posizioni dove sicuramente andremo a migliorare la rosa. E’ partito un centrocampista, quindi servirà sicuramente un distributore di gioco. A me piace uno in mezzo la squadra che sappia far girare la squadra e sia tecnicamente valido.

L’attaccante? Prima di buttare via un giocatore voglio valutare per bene, nel caso ci fosse bisogno di una soluzione migliorativa sicura lo faremo.

Il mercato è un lavoro da equipe, io do delle caratteristiche e dei nomi poi valuterà a società. L’importante è che chi resti sia motivato, chi se ne vuole andare non serve alla causa. Tre-quattro giocatori di spessore servono sempre, ma servono anche giocatori dinamici – non a fine carriera. In ogni caso metto in campo chi merita, a prescindere dai nomi e dai curriculum. Per quanto mi riguarda deve essere motivato anche chi sta in panchina, devono giocare tutti in funzione del bene della Sambenedettese. Ci sono giocatori che a volte pensano individualmente, ma questo è uno sport di squadra”

SAN BENEDETTO “C’è piazza e piazza. In città come queste il calciatore deve avere anche una certa durezza mentale, una forza caratteriale che gli permetta di isolarsi e giocare a prescindere dalle pressioni. In piazze importanti come Latina e Frosinone ho fatto bene, a Catanzaro il presidente mi ha esonerato a una dalla fine nonostante gli obiettivi già raggiunti. La squadra è buona, ha avuto un rallentamento nelle ultime partite anche per un po’ di sfortuna”

OBIETTIVI “Noi vogliamo fare il massimo possibile, quest’anno c’è l’opportunità di andare ai playoff anche arrivando decimi, e puoi essere una mina vagante. L’importante è arrivarci bene, la posizione aiuta ma poi si azzera tutto.

Ti senti pronto alle future sferzate del presidente?

“Il presidente è il presidente. Ne preferisco uno schietto che ti dice le cose…” “E allora qui l’hai trovato”, lo interrompe Fedeli.

LA STAMPA “I mass media non vanno ignorati, anche perché spesso sono utili per alcuni spunti di riflessione. Ma le cose importanti si vedono sul campo, ed è lì che farò le valutazioni finali”

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