Il Teramo ha cambiato tanti giocatori, ma non è riuscito a cambiare la classifica
TERAMO – Rosa smantellata, sfuriate presidenziali, cambi d’allenatore, ritorni fugaci e nessuna parvenza di continuità: il “modello Zamparini” in questa stagione ha messo le radici nel Teramo di Campitelli. Eppure la stagione era iniziata nel segno delle grandi ambizioni: la società abruzzese aveva puntato tutto su Lamberto Zauli, reduce da una strepitosa stagione sulla panchina del Santarcangelo. Esonerato dopo l’inizio choc, Zauli è tornato ad allenare i biancorossi a dicembre dopo l’addio di Federico Nofri Onofri.
Finita qui? Neanche per sogno: a febbraio Campitelli decide di esonerare nuovamente Zauli e affidare la panchina a una vecchia conoscenza rossoblu: Guido Ugolotti.
Andamento
Dall’arrivo di Ugolotti il Teramo ha totalizzato 2 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. Su tutti spicca il clamoroso successo per 6 a 0 in casa contro il Gubbio, che però non è servito ad abbandonare le paludi della zona retrocessione. Dopo il pari a reti inviolate in casa del Mantova, gli abruzzesi occupano il penultimo posto insieme al Lumezzane , con un margine di soli 4 punti sull’Ancona fanalino di coda. Nelle ultime gare Ugolotti ha sperimentato sia la difesa a 3 che quella a 4, per poi assestarsi sul 4-2-3-1 già vista nella sua esperienza al Riviera delle Palme.
Mercato
11 cessioni per 9 acquisti: il mercato di riparazione del Teramo è stato una girandola di scommesse perse, nuovi azzardi in nome del tanto agognato “cambio di rotta”. Oltre alla fine anticipata dei prestiti di Bulevardi, Forte e Orlando dal Pescara, il Teramo ha deciso di mandare via a gennaio gran parte dei “fedelissimi” di Zauli. Filippo Capitanio si è trasferito al Santarcangelo, mentre il centrocampista Petermann ha scelto di cambiare girone sposando la causa della Carrarese. Le cessioni che hanno creato più scalpore, però sono senza dubbio quelle di Tommaso D’Orazio, legato da 3 anni alla piazza biancorossa, e dell’attaccante brasiliano Jefferson, a lungo seguito dalla Samb e trasferitosi alla Viterbese.
In entrata la società ha voluto puntare, in gran parte, sull’usato sicuro: in porta largo agli esperti Branduani (ex Spal) e Narciso, che lascia il Gubbio tra le polemiche. In difesa sono arrivati Vincenzo Camilleri, in cerca di rilancio dopo le deludenti stagioni in B con Reggina e Brescia, e Raffaele Imparato.
A centrocampo spicca il ritorno di Stefano Amadio, che saluta il Latina per riabbracciare l’Abruzzo, oltre agli arrivi del centrale Baccolo e dell’esterno destro Marco Spighi, chiuso in B con la SPAL. In attacco, infine, saranno due giovani a dar man forte all’esperto Sansovini: Lorenzo Tempesti, arrivato dal Tuttocuoio, e Riccardo Barbuti, classe ’92 ex Lumezzane.