Vernecchie Rossoblu: 28^ puntata (Samb-Bassano)

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero. Copertine di Madou

La persistenza del tempo si sente anche nel macro contesto rossoblu: gli strascichi della vittoria col SudTirol portano all’esonero di D’Angelo, mentre Di Massimo, dopo mesi e mesi di controversie sedimentate nella pancia del tifo, riceve fischi al suo ingresso in campo, reagendo con un gol vincente e (soprattutto) catartico. Basterà questa rete, per farlo rientrare nel cuore dei tifosi? Ai vernecchiatori l’ardua sentenza.

Angelo A. Pisani: Apro queste Vernecchie scusandomi nuovamente col SudTirol, a cui ho clamorosamente portato sfiga. Dopo lo 0 a 1 col Pordenone hanno esonerato Viali, anche se credo che la scelta sia arrivata dopo aver visto la prestazione della Samb contro il Bassano. Una partita del genere rivaluta in negativo la sconfitta dei tirolesi, ecco.

Michele Palmiero: Intanto, direi “Buona la prima”. Avevo sottolineato l’importanza delle gare contro Bassano, Feralpisalò e Reggiana. Contro i veneti abbiamo sofferto e – con un po’ di fortuna – abbiamo portato a casa i tre punti. Rimangono dei dubbi sul gioco e su alcuni ruoli specifici? Certamente, ma le due vittorie consecutive possono dare la serenità giusta per continuare a lavorare e mettere benzina nelle gambe per il finale di stagione.

Angelo A: Vabbè, a parte scherzi, domenica la Samb ha fatto la partita che doveva. Questa non è ancora una squadra capace di proporre una grande varietà di gioco; paradossalmente, questo è il principale motivo per vederla positivamente: abbiamo poche armi, ma sappiamo usarle.

Bacinovic dà le direttive a Mancuso

Michele: Le vittorie contro Gubbio, Fano, Sudtirol e Bassano hanno molti tratti in comune: sofferenza, un pizzico di fortuna e le giocate dei nostri uomini migliori. La catena Bacinovic-Mancuso funziona a meraviglia, e l’impressione è che la loro intesa stia migliorando giorno dopo giorno. Qualche problemino sembra averlo la fase difensiva: contro il Bassano non abbiamo subito gol, ma i veneti hanno avuto molte occasioni per farci male.

Angelo A: In fase difensiva siamo ancora molto passivi, e a volte concediamo troppo; rispetto a Venezia siamo migliorati molto nelle transizioni, comunque. L’avanzamento di Damonte, in fase di costruzione, è stata una mossa intelligente: il centrocampista non ha la qualità per far partire l’azione, ma messo sulla trequarti ti dà la possibilità di alzare il pallone e risalire velocemente il campo. Credo che Sanderra abbia trovato la formula giusta: con Sabatino più coinvolto nello sviluppo dell’azione, Bacinovic ha due bodyguard in fase di non possesso, e due appoggi utili per l’uscita del pallone.

Michele: Sin dalla trasferta di Parma Bacinovic mi ha impressionato per la sua naturalezza nel ruolo. Sono doti fondamentali, per un regista: accanto al “caos organizzato” di  Lulli e Sabatino e alla forza fisica di Damonte un giocatore che abbia le idee chiare è fondamentale. Per di più, ho l’impressione che con il passare delle settimane lo sloveno ci stia prendendo sempre più gusto. Se continua a crescere la sua condizione fisica, può diventare fondamentale.

Angelo A: A proposito di fondamentali, domenica il tuo arcinemico Di Massimo è entrato coi fischi e ha risolto la partita. Tanto per rimarcare il lato profetico di questa rubrica (bene così, almeno non sono il solo a dire fandonie). Cos’hai da dire, in tua discolpa?

Michele: Il mio arcinemico non è Alessio Di Massimo, ma tutto ciò che rappresenta: un giovane talento con alle spalle un procuratore piuttosto invadente, per usare un eufemismo. I fischi non fanno piacere a nessuno – né a chi li fa né a chi li riceve – ma li vedo come una reazione “di pancia” ad una serie di ambiguità: il ragazzo non è di proprietà della Samb, non ha avuto un impatto fondamentale, non ha avuto una crescita soddisfacente; eppure è un intoccabile agli occhi di società e procuratore. Altri giocatori – che erano/sono di proprietà, e quindi un patrimonio economico e tecnico – sono stati massacrati dalla critica. Solo io vedo un cortocircuito in tutto ciò?

Angelo A: Bisogna separare la critica dal contesto. Il problema di Di Massimo non è il suo impatto nella squadra, né i diversi (ma comprensibili) errori che ha fatto nel corso dell’annata. Che un classe ’96 dia questo tipo di impatto è comprensibile; il problema è il modo in cui è stato presentato, tenuto, proposto partita dopo partita: si è parlato di Di Massimo come un giocatore fondamentale, e questo ha generato un misto di esagerazioni e insofferenza.

Si tratta di un ragazzo di 22 anni la cui unica colpa (l’unica che sappiamo, almeno) è avere Di Campli come procuratore. Lui gioca come e quanto può, con alcuni limiti, sì, ma senza la malizia che molti provano ad attribuirgli. A volte bisogna accettare i limiti dei propri giocatori, e godere dei pregi. Uno su tutti, la freddezza: entrare coi fischi dello stadio non è stato il massimo, e lui ha risposto col gol partita. Non male, no?

 

(Di)Massimo Decimo Meridio. Immagine di Durim Ramadani, genietto del medio adriatico

La copertina di Madou è ispirata a “La persistenza della memoria“, di Salvador Dalì. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mailAccettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!

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