Da Pegorin a Titone, il pagellone dei rossoblu

I voti ai protagonisti dell’annata rossoblu


SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’annata rossoblu è stata straordinaria nel senso più letterale del termine: dalle montagne russe di inizio campionato all’ineffabile costanza palladiniana, i tifosi sambenedettesi hanno vissuto una stagione esaltante, terminata con la promozione in Lega Pro con 4 giornate d’anticipo.

COSIMI: 6,5 Subentra alla seconda giornata per prendere il posto di Pegorin, espulso per un fallo da ultimo uomo. Nelle goleade subite da Monticelli (4-5) e Matelica (1-4) non ha colpe specifiche, ma l’infortunio al menisco – e le ottime prestazioni di Pegorin – gli fanno perdere il posto tra l’11 titolare. Nelle gare disputate (Campobasso in primis) dimostra di valere il posto in squadra.

PEGORIN: 7,5 Titolare alla prima con la Fermana, viene coinvolto nella brutta prestazione difensiva della squadra. Torna titolare con l’infortunio di Cosimi, nella gara con l’Isernia, e disputa un campionato di altissimi livelli.
Tante parate, molte delle quali decisive, e un’autorità aumentata di volta in volta, durante la stagione. Su tutte, la parata all’ultimo minuto su Di Stefano, nella trasferta di Giulianova. Il primo – vero – errore è arrivato a campionato finito, nella poule scudetto: si può perdonare.

MAZZOLENI: SV Gioca solo due partite, mostrando buone cose – ma anche qualche problema nel controllo dell’area di rigore.

TAGLIAFERRI: 6- Titolare nelle prime partite, è uno tra i giocatori che più pagano – a livello ambientale – le sconfitte con Monticelli e Matelica. Le marcature su Petrucci ed Esposito (aggravate dall’assoluta mancanza di supporto) restano le impressioni più vivide sulla sua stagione, e il giovanissimo terzino (’97) non ha molte opportunità per rifarsi. Torna ad assaggiare il campo nel finale di stagione, e non demerita.

CARMINUCCI: 6 Arrivato nel mercato invernale, lo status di ’95 ne limita l’utilizzo. Gioca solo 6 partite, ma si rivela una sicurezza.

PETTINELLI: 6,5 Dopo una lunga turnazione sull’out di destra (Tagliaferri, Montesi, Pino) fa il suo esordio nel secondo tempo di Monticelli, e – finché le gare sono decisive – non perde più il posto. Innesta nella squadra la forza della continuità, mostrando una solidità (tecnica, tattica, mentale) molto rara, per un ragazzo della sua età.

MONTESI: 6,5 Pur giocando gran parte della stagione in un ruolo non suo (terzino a destra, lui che è mancino) gioca un buonissimo campionato, mostrandosi – unico tra i terzini under – un fattore anche in fase offensiva. Accusato ingiustamente per il pareggio col Monticelli (ha concesso l’angolo su cui Alijevic ha segnato l’1-1), subisce un po’ la pressione della piazza, ma chiude il campionato in crescendo.

FLAVIONI: 6,5 Insieme a Montesi, è il terzino che gioca con più continuità, mostrandosi abbastanza solido per tutto il campionato. Nel finale perde un po’ di continuità per lasciare spazio a Pezzotti, ma – finché è chiamato in causa – fa il suo senza eccessive sbavature.

SALVATORI: 7,5 Dopo un inizio di stagione difficile trova completezza con l’inserimento di Conson, col quale forma una coppia pressoché perfetta. I due sono il cuore della fase difensiva rossoblu, mostrandosi solidissimi in tutte le situazioni di gioco. Segna anche tre gol, uno dei quali – contro l’Avezzano – tra i più belli del campionato.

CONSON: 8 Arrivato con la gestione Moneti, è l’unico tenuto in squadra dopo l’avvento di Fedeli. Il suo inserimento (al posto di Lomasto) è uno dei turning point della stagione: si guadagna il posto con una serie di prestazioni di altissimo livello, mostrando solidità in copertura, negli anticipi, nel gioco aereo e a campo aperto. Un difensore totale. La ciliegina sulla stagione è la rete al Parma, che ha dato il via alla rimonta dei rossoblu.

CASAVECCHIA: 6,5 È la riserva della coppia difensiva migliore del campionato, ma riesce comunque a ritagliarsi il suo spazio. Si rivela un’utile arma a partita in corso, per consolidare il risultato (come terzo centrale, o libero davanti alla difesa), ma – quando viene chiamato in causa, a partita in corso – si rivela all’altezza dei compagni. Pur giocando poco ha modo di segnare due gol, uno dei quali – importantissimo – nel ritorno contro il Campobasso.

BARONE: 7,5 Trenta partite da titolare (condite da 10 gol) non spiegano esaustivamente la sua stagione, ma ne danno una buona impressione. È il vero giocatore di genio della mediana, quello capace di creare una situazione pericolosa su ogni pallone. Sotto l’egida Palladini migliora la fase difensiva e inizia a segnare su azione, dimostrandosi ancora più completo. Il segreto della grande pericolosità sui calci piazzati parte da lui.

RAPARO: 6,5 Arriva a dicembre col compito di fornire un’alternativa in mezzo al campo. Gioca a singhiozzo, come mediano al posto di Barone o sulla mezzala, facendo rifiatare Baldinini e Sabatino. Non ha la qualità di Barone, né la martellante continuità di Sabatino, ma è un’ottima via di mezzo; porta in dote dinamismo e solidità, aumentando l’elasticità tattica della squadra.

SABATINO: 8 Di lui abbiamo già parlato in questo articolo. Il centrocampista romano è stato – semplicemente – uno dei migliori interpreti del campionato. Coperture e inserimenti, diagonali e ripartenze, gol e assist: Sabatino si è rivelato un martello pneumatico sulla partita, capace di demolire le velleità avversarie con la cieca costanza dell’ineluttabilità. Tra una giocata e l’altra ha trovato il tempo di fare 7 gol, tutti decisivi. Quello che segue ha risolto la gara d’andata con il Campobasso (1-0).

BALDININI: 6,5 Il suo ritorno dà l’assetto definitivo alla mediana rossoblu, che funge da spina dorsale nella seconda parte del campionato. Non ha la decisività dei compagni di reparto, ma – tatticamente – si rivela importantissimo nel dare i giusti equilibri alla squadra.

PEZZOTTI: 7,5 Gioca quasi tutte le partite (28 su 34), ma è titolare solo in 15 occasioni (segnando 7 gol). Nonostante il minutaggio ristretto si rivela uno dei giocatori più importanti del campionato, dentro e fuori dal campo. Capace di giocare in tutti i ruoli della fascia sinistra (terzino, esterno di centrocampo, attaccante esterno), si rivela decisivo in tutte le fasi di gioco. Difesa, costruzione e attacco: che sia una copertura, un cross o un tiro da fuori, il centrocampista si rivela una delle armi migliori, anche a gara in corso.

FORGIONE: 6 Subentra sempre a gara in corso, spesso per consolidare il vantaggio grazie alla sua innata capacità nella gestione del pallone. La presenza di giocatori come Titone, Palumbo, Candellori e Pezzotti ne riducono il minutaggio, ma – nel poco tempo concesso – dà il suo contributo.

CANDELLORI: 7 Arriva in sordina, come alternativa under, ma nel corso delle settimane guadagna sempre più spazio, mostrando grandissima duttilità: a centrocampo come in attacco non fa mancare il suo contributo, dimostrandosi un fattore in entrambe le fasi di gioco. Nelle 11 partite disputate segna anche due gol.

VALLOCCHIA: 6+ Vale lo stesso discorso fatto per Forgione. L’enorme concorrenza ne riduce il minutaggio (5 partite, 3 delle quali da subentrato), ma riesce a far intravedere le proprie qualità grazie alla bella rete segnata al Chieti.

DOUA BI: 6+ Il classe ’98 ha giocato solo due due gare, nel finale di campionato, ma ha trovato il tempo di timbrare il cartellino contro l’Agnonese, guadagnandosi la palma di marcatore più giovane della squadra.

FIORETTI: 6 Arrivato nel mercato invernale, stenta a trovare spazio nel collaudatissimo attacco rossoblu. Nel finale di campionato riesce a giocare con più regolarità, dando un buon contributo.

GAVOCI: 6 Stesso discorso di Fioretti. Arriva per mettere in discussione il posto da titolare di Sorrentino, ma – nelle occasioni concesse – non riesce ad incidere. Nelle ultime gare trova più spazio, e riesce a mettere a segno due gol.

PALUMBO: 7,5 Pur segnando una sola rete (comunque decisiva, col Monticelli), l’esterno rossoblu è stato uno degli attaccanti più decisivi. Nel tridente offensivo lui funge da equilibratore e chiavistello: il primo a dare equilibri in difesa e il primo a ripartire, capace – da solo – a tirare su la squadra a furia di progressioni palla al piede.

SORRENTINO: 7/8 Arrivato come alternativa under, dopo la prima partita (con gol) contro la Fermana viene relegato in panchina per dare spazio a Bonvissuto. Nel corso della stagione si riprende il posto al centro dell’attacco a suon di prestazioni, mostrando di meritare la titolarietà al di là del proprio status di under. Centravanti in un attacco a tre o punta nel 4-4-2, trequartista e – addirittura – esterno di centrocampo: l’attaccante si rivela sempre un fattore, segnando 11 gol, tutti decisivi.

e anche cose del genere

TITONE: 8,5 Torna a San Benedetto dopo aver disputato la migliore stagione della sua carriera, a Siena, e riesce comunque a fare di più. Gioca 32 partite su 34 (tutte quelle in cui è a disposizione) e segna 19 reti – il suo record personale, che gli vale la palma di capocanniere. Ma Titone non è stato solo i suoi gol: l’attaccante rossoblu è stato anche (soprattutto) la sua fame di risultati, la rabbia agonistica, le sue corse disperate dietro ogni pallone. In alcune occasioni il 7 rossoblu è parso capace, da solo, di tenere alta la competitività della squadra. Una forza interiore che gli ha permesso di fare gol così:

PALLADINI: 9 Ha preso una squadra prima in classifica, ma insidiata dalle avversarie e sull’orlo di una crisi tecnica. Ha dato solidità alla squadra e (soprattutto) all’ambiente, convincendo delle qualità della propria rosa attraverso risultati positivi e tremendamente costanti. 20 vittorie, 5 pareggi e 1 sconfitta (arrivata a campionato già vinto): numeri di una stagione trionfale, che porta la sua firma a caratteri cubitali. Nell’intervista che gli avevamo fatto lo scorso dicembre lo avevamo presentato così:

L’allenatore rossoblu ha vinto due campionati su quattro, ma è subentrato più volte di quante abbia iniziato. È il primo amore al quale si torna sempre, la forza totemica alla quale affidarsi nei momenti più difficili. Esagerando – forse no – potremmo paragonare Palladini al Faro, o al Pescatore; o dire che lui sta alla San Benedetto calcistica come Batman sta a Gotham

Siamo a tre su cinque, adesso.

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