Noi Samb incontra i candidati sindaco: parola a Paolo Perazzoli

Paolo Perazzoli

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Paolo Perazzoli, Pasqualino Piunti, Giorgio De Vecchis, Massimiliano Castagna, Luca Spadoni. Sono questi i candidati alla carica di sindaco di San Benedetto del Tronto che, domenica 5 giugno, verranno eletti dai cittadini. Per l’occasione l’Associazione Noi Samb ha sottoposto ognuno di essi ad una serie di domande riguardanti progetti, intenzioni e punti di vista legati al mondo rossoblu.

Il primo è Paolo Perazzoli.

Conosce la società Fedeli? Se si, che idea si è fatto?

“Non conosco personalmente Franco Fedeli. Ho avuto modo di conoscerlo attraverso la stampa. Ho ricevuto inoltre informazioni da persone che operano nel suo campo. Mi hanno detto che ha un’impresa solida e che è un grande appassionato di calcio”

San Benedetto del Tronto e Sambenedettese dovrebbero essere due facce della stessa medaglia o due medaglie separate?

“Due facce della stessa medaglia. Quando mi capita di andare in giro per l’Italia capisco che San Benedetto è molto conosciuta e le ragioni si riducono a tre: il lungomare, miss Italia e la Sambenedettese. In passato c’era anche la pesca ma oggi un po’ meno”

In generale. Che tipo di relazione dovrebbe intercorrere tra chi amministra una città e la squadra di calcio che la rappresenta?

“Per me è semplice rispondere perché io il sindaco l’ho già fatto. Per la Sambenedettese ho anche rischiato in proprio nel senso che una volta firmai una fideiussione. Ci vuole la massima collaborazione nella massima lealtà e trasparenza. Se prendo un impegno sono portato a mantenerlo altrimenti, qualora non fosse possibile, lo dico subito”

Nello specifico. Qualora fosse lei a capo della prossima amministrazione, in che modo vorrebbe rapportarsi con la società rossoblu?

“Intanto mettendo subito a norma lo stadio sia per le partite di calcio che, eventualmente, per altri eventi. Poi concordare con la Sambenedettese un programma di sviluppo perché il nostro obiettivo, e credo anche della famiglia Fedeli, è quello di tornare ai livelli ai quali eravamo abituati. Ci vogliamo tornare. Lo chiede la città, lo chiedono i tifosi”

Riviera delle Palme. Croce o delizia?

“Fino ad ora è stato più una croce però una volta messo a norma ci darà la possibilità di avere tanti tifosi in più. Da una croce può diventare una delizia. Lo stadio può essere una fonte di reddito per la Sambenedettese”

L’impianto sportivo di Viale dello Sport è vicino alla messa a norma. In questi anni si sarebbe potuto agire diversamente per ottimizzare i tempi? Se si, come? Ci spieghi la sua posizione.

“Si, si poteva fare prima. L’intenzione iniziale, giusta a mio avviso, era quella di utilizzare gli incentivi del fotovoltaico per mettere a norma lo stadio. Poi ci si è un po’ persi per strada e non si ha avuto la coerenza necessaria. Abbiamo pagato lo scotto di questo ma adesso, anche se gli incentivi sono più bassi, siamo vicini alla meta. Se rispetto alla terz’ultima o quart’ultima gestione, non ricordo bene, fosse stato accolto subito quello che poi è stato accolto dall’impresa successiva probabilmente i lavori sarebbero andati più avanti”

Convenzione. La società ha intenzione di chiedere una convenzione pluriennale con un contributo volto ad abbattere i costi dello stadio. A tal proposito che cosa avrebbe intenzione di fare?

“Nessuna impresa che si rispetti può avere una programmazione annuale. Occorrono investimenti in cui siano evidenti gli impegni che fanno capo al proprietario, parliamo quindi di manutenzione straordinaria, e che fanno capo al gestore, manutenzione ordinaria. Per i contributi noi non abbiamo una grande tradizione anche perchè ho qualche dubbio che si possano dare però lavorando sulla messa a norma e sulla manutenzione straordinaria credo che si possa dare un contributo effettivo. Questi sono binari sui quali si può lavorare cercando l’equilibrio più giusto possibile. Sotto elezioni tutti tendono a dire tutto ma io non sono di questo avviso per cui credo che le affermazioni sostenute ora debbano poi essere mantenute”

Lei sa che uno dei problemi più grandi che investono la Sambenedettese è legato all’assenza dei campi da allenamento? Nella scala delle priorità tra le questioni da trattare che posizione ricopre tale faccenda?

“E’ un problema serio. Questo è dovuto anche al fatto che nel corso degli anni il rapporto tra Sambenedettese Calcio e società minori si è logorato. Quando ero ragazzo la Samb era il faro per tutte le società sportive e c’era un rapporto di grande collaborazione. Oggi ci sono molti più campi ma meno spazio per la Sambenedettese. Questa relazione va ricucita e l’amministrazione può dare una mano. Nell’area Brancadoro abbiamo bisogno che privati e società sportive trovino un accordo per realizzare la cittadella dello sport all’interno della quale ci siano tre o quattro campi di calcio. La Samb potrebbe utilizzare anche questa struttura senza doversi necessariamente spostare. Ciò sarebbe l’ideale. Noi prevediamo anche una struttura ricettiva. La Juventus, ad esempio, lo ha fatto in grande ma noi, sebbene in dimensioni assai ridotte, possiamo farlo comunque. E allora si che andremo incontro ad una situazione veramente positiva”

Cosa si può fare affinché il club non sia costretto ad elemosinare uno spazio alle società locali o comunque limitrofe? Cosa suggerisce?

“Come dicevo prima bisogna ricucire il rapporto tra Sambenedettese e altre società. E’ importante che anche queste ultime tornino ad innamorarsi del club. Bisogna anche dire che la Samb ha vissuto un periodo molto travagliato. Fallimenti e via di seguito. Da Venturato, che è stata una vera sventura per San Benedetto,  solo adesso sembra che stiamo riacquistando stabilità. Abbiamo avuto un buon momento con Gaucci che è finito come è finito. Con le società si può e si deve ricreare un rapporto ma questo vale per tutta la città. Ora c’è troppo individualismo. Se le strutture sportive sono numerose e in molti si lamentano allora evidentemente dobbiamo intervenire unendo. In prospettiva colgo l’occasione per rinnovare l’idea incentrata sulla realizzazione dell’area sportiva nella quale, sia chiaro, non sono previsti centri commerciali perché di questi San Benedetto non ne ha bisogno”

Qualcuno, in passato, ipotizzò la realizzazione di una “cittadella dello sport”. E’ una strada percorribile?

“Strada percorribile come già sostenuto ma quella proposta in passato, per come la conosco, non va bene in quanto troppo incentrata sulla realizzazione di strutture commerciali. Si pensò a questo per monetizzare subito l’investimento. Qui invece si dovrebbe parlare di investimento per lo sport. L’ equilibrio economico lo si andrebbe a ricavare dalla gestione degli stessi impianti sportivi, dalle strutture ricettive e da quelle attività commerciali legate solo ed esclusivamente alla pratica sportiva. In passato non era così. Oggi esistono piscine che si autofinanziano tranquillamente. Un mio amico, ad esempio, qualche giorno fa ha giocato allo Juventus Stadium perché lì la stessa Juventus aveva organizzato dei corsi rivolti a manager. In quei due giorni il club ha dato la possibilità ai partecipanti di essere allenati a Vinovo da Furino e Birindelli. Nella serata di venerdì hanno poi disputato una partita presso il famoso impianto. Il corso è costato caro ma per lui è stata sicuramente un’esperienza irripetibile. Tutto questo per dire che oggi le società sportive devono funzionare come privati. Più impianti ci sono e più possiamo attrarre turismo. Questa cittadella dello sport avrebbe nel raggio di un chilometro un campo di atletica, una piscina, campi di calcio e basket, palestre. Ciò potrebbe diventare un punto di riferimento anche per le società sportive provenienti dal nord Europa. Già oggi questa dinamica funziona perché ad esempio abbiamo avuto la squadra italiana di sci femminile. Voi mi chiederete cosa c’entra eppure si sono allenate sulla sabbia”

Sambenedettese e turismo. Ha pensato a questo binomio?

“I tre target turistici principali sono quello familiare, quello enogastronomico e quello sportivo. Quest’ ultimo ci può dare una forte soddisfazione perché è in continua crescita. Attraverso di esso potremmo avere numerosi visitatori anche in bassa stagione. Quello tra Samb e turismo è un binomio al quale ho sicuramente pensato. Io ho una figlia che vive a Milano e mi dice sempre che tutti conoscono San Benedetto del Tronto per il lungomare e per la Sambenedettese. Il fatto che la Samb sia stata in serie B per tanti anni ha fatto sì che entrasse nel cuore. Mi auguro che la gestione Fedeli, che in questo momento sta facendo bene, continui nel tempo. Noi ce la metteremo tutta”

Tra gli ultras rossoblu e quelli del Bayern Monaco, ad esempio, intercorre un’amicizia molto profonda. Parliamo della realtà calcistica più titolata della Germania che, nel suo palmares, vanta la vittoria di 26 campionati, 18 coppe nazionali, 2 coppe intercontinentali, 5 coppe dei campioni, una coppa UEFA e altro ancora. Basti pensare che il suo stadio contiene poco più di 75 mila posti. Perché non partire da qui?

“Il Bayern Monaco è una delle squadre più forti al mondo. Riprendendo il discorso di prima fatto sulla cittadella dello sport immaginate che cosa sarebbe se, vista questa profonda amicizia tra le due tifoserie, il Bayern Monaco venisse ad allenarsi a San Benedetto del Tronto. Quando ero sindaco mi presi una responsabilità che se ci penso oggi mi tremano ancora i polsi. Diedi l’autorizzazione di far disputare al Riviera l’amichevole di precampionato tra la Juventus allenata da Lippi e il Bayern allenato da Trapattoni. Vennero venduti 22.500 biglietti. Ricordo ancora oggi i tifosi appesi alle passerelle che collegavano le torri alle tribune. Per non parlare della grande azione di Zidane che valeva tutta la partita. Quello fu un grandissimo evento, indimenticabile ma anche irripetibile perché tutte quelle persone ad oggi non potrebbero entrare. Ho trascorso quella serata col cuore gelato perché avevo paura che succedesse qualcosa visto l’elevatissimo numero di spettatori. Penso spesso a questo gemellaggio. Sarebbe bellissimo, ad esempio, se ad agosto potessero venire qui per fare una partitella con i rossoblù. Certo, in questo caso sarebbe un sogno ma i sogni a volte diventano anche realtà. La Sambenedettese è uno degli strumenti promozionali più forti che abbiamo”

Ballarin. Che tipo di progetto vorrebbe abbracciare per fare in modo che l’impianto venga riqualificato?

“Stiamo parlando di una zona delicata e sulla quale occorre fare un ragionamento serio. La progettazione che sicuramente faremo deve essere semplice, democratica, partecipata e non strumentale. Quella è un’area che deve svolgere la funzione di cerniera. Deve collegare infatti San Benedetto con Grottammare, zona ascolani con il mare, il porto con la città. Deve quindi combinare diverse esigenze. In prospettiva dovrà sicuramente prevalere una situazione di verde, di parcheggio e di ricordo. La demolizione può essere totale o parziale ma comunque va concordata con i cittadini, con i tifosi e con la sovraintendenza. Di sicuro c’è l’abbattimento dei vecchi distinti e della curva nord. Ragionamento a parte per la curva sud per ovvi motivi. Noi abbiamo detto che deve essere esclusa qualunque costruzione”

Vuole aggiungere qualcosa che non sia stato detto in questa sede?

“Sono un tifoso e non sono un ultras. Non sono un sostenitore dell’ultima domenica ma un abbonato presente anche quando piove e fa freddo. Nel 93, quando fui eletto sindaco, Venturato si recò da me dicendomi che non poteva iscrivere la Samb e quindi fare la fideiussione di 400 milioni di lire. Gli risposi che non potevo impegnare il comune e lui mi chiese di farmi avanti come persona. A quel punto mi confidai con la mia famiglia e i miei amici. Mi dissero di non farlo e iniziai a riflettere. Non potevo permettere che la Sambenedettese fallisse specie nel momento in cui ero stato eletto sindaco. In qualità di Paolo Perazzoli, e non di primo cittadino, firmai quella fideiussione. Trovai poi alcuni imprenditori che si sono poi succeduti nelle varie gestioni e facemmo un accordo con la Cassa di Risparmio. Facemmo inoltre un esproprio proletario nel senso che per ragione di ordine pubblico tolsi la gestione a Venturato per affidarla a queste persone. Io ho la Samb nel cuore e su di me può sempre contare”.

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