Quer pasticciaccio bello dello stadio Morgagni

I rossoblu soffrono e rischiano, ma portano a casa tre punti importanti. L’analisi di Forlì-Samb


“Ogni effetto ha la sua causa” è un’asserzione che non comprendo assolutamente; io dico “ogni effetto (grumo di relazioni) ha le sue cause” Carlo Emilio (e forse anche Massimo) Gadda

La partita di Forlì lascia molte impressioni, riguardo i rossoblu, tutte in contrasto: la sofferenza del secondo tempo ha destato qualche preoccupazione, il risultato ha sollevato gli animi, la classifica che ne è venuta fuori ha fatto venire le vertigini.

Se la lettura prepartita non poteva basarsi solo sui punti in classifica, non deve esserlo neanche il commento finale: nonostante la vittoria e la terza posizione i rossoblu hanno mostrato qualcosa in meno, rispetto alle ultime gare, e l’ammissione di Palladini (“Non volevamo difenderci così”) lo dimostra.

Iniziare bene

Contro il 3-5-2 dei padroni di casa i rossoblu impostano una partita molto intelligente, basata su un lavoro ai fianchi del centrocampo forlivese. Per non rischiare l’inferiorità numerica (i rossoblu attaccavano con le tre punte più Sabatino) i galletti hanno difeso con una linea a cinque, lasciando i tre centrocampisti a copertura del centro.

I rossoblu saltano il blocco centrale nel modo più semplice: aggirandolo. La squadra di Palladini si impegna in una gestione perimetrale del campo, con Berardocco tra i due centrali (per aiutare il possesso) e le due mezzali che si alternavano tra l’attacco dell’area di rigore e la fascia, dove creavano costantemente superiorità numerica.

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Sabatino avanza sulla linea degli attaccanti, mentre Lulli si allarga sulla fascia, insieme a Pezzotti. Berardocco arretra tra i centrali per fluidificare il possesso

Questo tipo di atteggiamento si basava su alcuni fattori: la forza di Sorrentino sui palloni alti, l’utilità degli esterni nell’uno contro uno, e l’efficacia dei terzini al cross.

Mancuso e Di Massimo hanno giocato una partita molto attenta e volitiva, ma non sono mai riusciti a creare situazioni vantaggiose nell’uno contro uno; dal canto loro, Di Filippo e Pezzotti sono arrivati al cross in poche occasioni, senza mai riuscire a creare occasioni importanti.

Tutta la riuscita offensiva è finita per concentrarsi su Sorrentino, che ha risposto alla grande: sul gioco di sponda dell’attaccante è arrivata l’occasione di Mancuso (fuori di un soffio), il pallonetto Di Massimo (salvato sulla linea) e il gol del vantaggio, ancora con Mancuso.

Mantenere

Una volta passato in svantaggio il Forlì ha provato ad alzare il baricentro, cercando di sfruttare la superiorità numerica sulla linea difensiva rossoblu. In fase di possesso i due esterni (Franchetti e Tentoni) iniziano a giocare stabilmente sulla linea offensiva, con Tonelli (mezzala destra) che avanza al fianco delle due punte (sempre molto vicine).

Dietro la gestione del possesso è affidata ai tre centrali, con Spinosa e Capellupo che – per agevolare l’uscita del pallone – si allargano fino ad occupare la posizione di terzino.

I rossoblu decidono di non scomporsi, mantenendo due linee da quattro compatte, e il quinto di centrocampo (l’esterno sul lato del pallone) in raddoppio sull’esterno avversario.

La fase offensiva del Forlì. La Samb difende con un le due linee da quattro (+1) dei rossoblu, con Di Massimo che raddoppia su Tentoni. Notare Gadda, che fa segno ai due attaccanti di stare stretti

La fase offensiva del Forlì. La Samb difende con un le due linee da quattro (+1) dei rossoblu, con Di Massimo che raddoppia su Tentoni. Notare Gadda, che fa segno ai due attaccanti di stare stretti

Gli uomini di Palladini difendono bene: sui palloni alti la linea difensiva è solida, sugli scivolamenti laterali Mancuso e Di massimo sono diligentissimi.

La buona organizzazione difensiva limita le giocate dei galletti, che – nonostante il forcing nel finale di primo tempo non riusciranno mai a fare tiri puliti verso la porta di Frison.

Soffrire

Nella ripresa l’atteggiamento offensivo dei forlivesi si intensifica, soprendendo i rossoblu: nei primi 15′ la squadra di Palladini reagisce bene, concedendo solo tiri da fuori (a difesa schierata) per poi ripartire in contropiede (appoggiandosi ad uno – ripetiamolo – straordinario Sorrentino).

Superata l’ora di gioco i rossoblu iniziano ad andare in difficoltà, fisica e (conseguentemente) tattica: Di Massimo e Mancuso (e Sabatino, e Lulli) sono in debito di ossigeno, e le ripartenze si fanno sempre più sporadiche – convencendo il Forlì a aumentare la spinta.

Intorno al 70esimo gli ospiti inseriscono un esterno offensivo (Alimi) e passano al 4-2-4, con Tonelli ala destra e Tentoni arretrato sull’out di sinistra. Pur partendo con questo posizionamento i galletti ruotano molto, cercando costantemente superiorità numerica sull’esterno, dove mediano, esterno e terzino si scambiano spesso – creando sempre i presupposti per l’assist o il tiro in porta.

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Lancio sulla sinistra: Spinosa, Alimi e Tentoni ruotano le loro posizioni: sul lato lasciato sguarnito da Mancuso (che aveva seguito il terzino) Spinosa e Alimi possono ricevere

La partita si infiamma: dopo aver mancato il gol con Lulli (bel contropiede condotto da Sorrentino) gli ospiti subiscono il ritorno del Forlì, che – pur concedendo più spazi – inizia a collezionare occasioni su occasioni. Gli inserimenti di Tortolano (per aumentare la pericolosità in contropiede) e Damonte (per fare più filtro in mezzo) danno una grossa mano, ma i rossoblu devono ringraziare Frison (e l’imprecisione degli avversari) se il risultato resta intatto.

Cause ed effetti

Alla fine di una partita del genere i punti pesano tantissimo, ma non cancellano alcune domande. I forlivesi hanno mostrato di essere una squadra migliore della propria classifica o sono i rossoblu, ad essersi rivelati al di sotto della loro? La risposta non è una sola, e non può (non deve) basarsi solo su questa gara.

Il Forlì ha mostrato di essere una squadra migliore dell’ultimo posto, la Samb (nonostante le sofferenze) ha mostrato di sapere portare a casa risultati difficili. Le prossime gare saranno importanti per vedere fino a che punto – e quale avversario – i rossoblu riusciranno ad andare al di là della propria forma e dei propri difetti.

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