Analisi tattica dei valgobbini, prossimi avversari dei rossoblu
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pur essendo una delle squadre più esperte del girone, il Lumezzane è per molti versi un’incognita. Durante l’estate l’arrivo di Genevier (ex di Torino, Siena e Perugia) sembrava suggerire un possibile salto di qualità, ma è tutto rimasto nelle intenzioni. Dopo la promettente vittoria col Teramo (alla prima) i valgobbini hanno fatto solo 5 punti in 7 gare, un ruolino di marcia che ha ridimensionato le aspettative e portato all’esonero di Filippini.
I problemi
Più che ai risultati in sé (discreti, considerando avversarie come come Parma, Bassano, Feralpisalò, Venezia e Reggiana), la scelta del presidente Cavagna è stata influenzata dal gioco troppo conservativo dell’allenatore, imputato come responsabile delle mediocri prestazioni con Gubbio, Feralpi e Santarcangelo – ritenute alla portata, e chiuse con appena un punto.
Subentrato alla 9^, De Paola si è trovato tra le mani una squadra dalle discrete potenzialità, ma con diversi problemi da risolvere. Sin dalle prime partite la squadra bresciana aveva mostrato un atteggiamento tattico monotematico, basato – essenzialmente – su una difesa bassa e contropiede: la riuscita offensiva della squadra si basava sulle qualità nell’uno contro uno del tridente, e la capacità del resto della squadra di lanciarli.
Quando la squadra aveva possibilità di interpretare questo tipo di gara è uscita con buoni risultati (7 punti sono arrivati con Teramo, Bassano e Reggiana), ma nelle partite dove serviva qualcosa in più i valgobbini si sono dimostrati privi di idee e strumenti.
Solidità e cinismo
In queste prime settimane De Paola ha deciso di cambiare il meno possibile, mantenendo assetto (4-3-3) e undici tipo; più che risolvere la povertà offensiva, l’allenatore bresciano ha lavorato sulla fase di non possesso, cercando di soffocare i problemi con una maggiore solidità.
Ora la fase difensiva è più diligente: i rossoblu difendono con un 4-1-4-1 molto ordinato e aggressivo, nonostante il baricentro basso. In fase di non possesso i giocatori, a turno, escono in pressione sul portatore (generalmente, la mezzala o il terzino) con il resto della squadra che scala in modo da mantenere sempre due linee da quattro tra il pallone e la porta.
Appena la palla è recuperata parte il contropiede, che passa sia per le accelerazioni dei due esterni (Bacio Terracino e Russino/Leonetti) che per i lanci di Genevier, bravissimo sia nel gestire palla che nel pescare i compagni alle spalle della difesa.
Quando la squadra può costruire da dietro la manovra è più ragionata, ma sempre in preparazione della giocata in verticale; per limitare al minimo i rischi, i rossoblu cercano di giocare fronte alla porta, in modo da gestire in sicurezza il possesso e poter lanciare in avanti in qualsiasi momento. Anche per questo motivo la squadra non cerca mai soluzioni intermedie, con le due mezzali che – in fase di costruzione – si disinteressano del pallone, lasciando il compito a Genevier e i quattro difensori.
La prima soluzione è sempre in verticale: liberati dal movimento a uscire delle mezzali, i tre attaccanti sono sempre molto vicini, con la prima punta (Barbuti) che svaria su tutto il fronte offensivo per garantire un appoggio nel gioco aereo, e i due esterni che alternano movimenti in profondità e a venire incontro.
Quando la palla arriva sulla trequarti offensiva, la squadra attacca a pieno organico: le mezzali e i terzini accorciano sempre molto bene, garantendo ampiezza e superiorità numerica per gli attacchi in rapidità, e – nel caso – un recupero del pallone facilitato dalla superiorità numerica. Queste giocate sono sfuriate momentanee, però; quando la squadra non riesce a mantenere il controllo indietreggia rapidamente, rinunciando a qualcosa pur di non concedere nulla.
Sterilità
Questo atteggiamento – insieme arcigno e arrembante – non sembra aver risolto tutti i problemi dei bresciani, ma li rende estremamente difficili da affrontare.Nelle quattro gare col nuovo allenatore il Lumezzane ha subito una rete (su calcio piazzato, dal Pordenone), e ne ha segnata una sola (su calcio piazzato, all’Ancona), portando a casa 5 punti.
La squadra di De Paola è molto lontana dalla perfezione, ma ha blindato la squadra con intelligenza e cinismo: ai sambenedettesi il compito di scassinarli.