Chi (non) si accontenta (non) gode

Dopo il pareggio al 90esimo, i rossoblu provano a vincere e finiscono per perdere. L’analisi di Samb-Forlì

Il ritorno tra Samb e Forlì ci ha offerto lo scontro tra due squadre speculari: da una parte i rossoblu, che nonostante un ottimo inizio si sono trovati a cambiare allenatore; dall’altra i galletti, che hanno tenuto Gadda nonostante 4 punti nelle prime dodici. Momenti diversi, situazioni diverse: rispetto alla scorsa stagione la Samb è una squadra in rifondazione, mentre il Forlì è nel momento di maggiore maturità. La partita non ha fatto che seguire questo canovaccio.

Le scelte

Come col Fano, Sanderra ha deciso di non cambiare nulla, spinto dalle due vittorie consecutive e dalla scarsa forma delle alternative: il 4-3-3 dei rossoblu gioca su binari precisi, parte dalle fasce e prova a costruire la superiorità grazie al movimento dei tre giocatori offensivi. Dall’altra parte, i galletti impostano un 3-5-2 molto mobile, volto a limitare le catene di gioco rossoblu.

In fase di non possesso i forlivesi mettono i due esterni a uomo sulle ali avversarie, coi tre centrocampisti che accorciano sul pallone per togliere spazi, e impedire sul nascere eventuali cambi di gioco. La scelta dei tre centrali chiude il cerchio: se la scorsa settimana (col Fano) i rossoblu avevano colpito nello spazio alle spalle del terzino, stavolta la presenza di un terzo uomo in mezzo garantisce copertura sulla fascia, togliendo anche l’ultimo spazio ai rossoblu.

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Radi appoggia a Pezzotti, che quando riceve si vede chiudere tutte le opzioni di passaggio

La mossa soffoca completamente il possesso dei padroni di casa, costretti a liberarsi frettolosamente del pallone e con pochi spazi da attaccare. In pochi minuti, il Forlì prende in mano le redini del gioco, costringendo i padroni di casa nella propria metà campo.

L’attacco del Forlì, le contromisure della Samb

Il cambio di modulo non modifica i principi dei romagnoli in fase di possesso: con i tre centrali (e Capellupo) che si occupano della fase di costruzione, il resto della squadra si muove in proiezione offensiva, cercando di mantenere ampiezza. Se a destra il compito è assolto da Adobati, a sinistra i biancorossi ruotano diversi giocatori, con Tentoni, Capellini e Ponsat che si scambiano la posizione per confondere le marcature rossoblu e liberare il passaggio verso uno dei tre.

Inizialmente la Samb difende col il 4-1-4-1 solito, con le due mezzali che si alzano a turno sul portatore. La presenza di un centrale in più, tuttavia, permette al Forlì di saltare agevolmente la pressione, creano spazi alle spalle del centrocampo.

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Carini avanza e porta fuori posizione Mancuso, costringendo Sabatino a ripiegare su Capellini

Dopo pochi minuti Sanderra sposta Di Massimo in posizione centrale, vicino ad Agodirin, con Mancuso e Vallocchia sulle fasce. Il 4-4-2 così impostato mette un uomo in più in pressione sui tre centrali, e permette a Sabatino di marcare più basso, assorbendo meglio gli inserimenti di Capellini. La mossa porta ancora più indietro il baricentro dei rossoblu, ma limita bene le giocate dei forlivensi, che da lì in poi sono costretti ad alzare il pallone.

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Carini viene attaccato da Di Massimo, e prova il lancio lungo verso Capellini e Ponsat. Mori anticipa tutti

La squadra di Gadda non rinuncia ad attaccare, sposta ancora di più il gioco sulla fascia e prova a sfruttare i lanci in verticale per Capellini e le due punte, fermati dall’ottima prova di Mori (assoluto protagonista, con 5 anticipi nei primi 45′). Il Forlì domina il possesso, ma l’attenta copertura dei rossoblu permette alla squadra di Sanderra di rischiare davvero in una sola occasione, sul piazzato di Tentoni per Conson.

Rapidità contro forza

Nella ripresa i sambenedettesi cambiano atteggiamento, con un gioco più diretto e una maggiore aggressività in fase di non possesso. I primi due squilli arrivano proprio così, col cambio di gioco di Sabatino (tiro di Pezzotti, respinto) e il recupero alto di Damonte (palla a Mancuso e cross per Di Massimo, che sfiora il palo).

L’ingresso di Lulli (per Vallocchia) testimonia il nuovo spartito tattico dei sambenedettesi, che iniziano a puntare forte sul pressing di Lulli e Sabatino, in mezzo, e gli strappi di Mancuso e Pezzotti sulle fasce. La Samb inizia a guadagnare metri (e corner), ma a parte alcuni – contestatissimi – episodi in area di rigore, Turrin non è mai impegnato.

Dopo l’ora di gioco i rossoblu provano ad aumentare il peso offensivo con l’ingresso di Bernardo, mentre i forlivesi rispondono con due giocatori di qualità come Spinosa e Succi. Due modi di rispondere al contesto, due modi di interpretarlo: la Samb alza di più il pallone, senza fortuna, il Forlì si costringe a giocarlo meglio e passa in vantaggio: Succi riceve da Adobati e mette una gran palla per Ponsat, che non sbaglia.

La reazione dei rossoblu

Sorpassata nel momento in cui aveva iniziato a crederci, la Samb non tarda a reagire: nei minuti successivi la squadra di Sanderra si butta tutta in avanti, con i due terzini a fare le ali e le tre punte molto strette, in modo da creare un uno contro uno con la linea difensiva ospite, assalita dai lanci lunghi di Radi e compagni.

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Nonostante la maggiore pressione, e l’ingresso di Bacinovic, le uniche occasioni arrivano su mischie da calcio piazzato. Nel finale, poi, i padroni di casa si vedono negare un rigore sul tocco di mano di Adobati, e restano in dieci per l’infortunio di Mori. Tutto sembra perduto, ma al 90esimo – sull’enesima discesa disperata – Pezzotti pesca il cross giusto per Bernardo, la cui spizzata regala a Mancuso il gol dell’uno a uno.

Nei 6 di recupero succede di tutto: in trance agonistica, i rossoblu provano addirittura a vincerla, e finiscono per perderla: al 95esimo un contropiede condotto da Adobati e rifinito da Tonelli arriva sui piedi di Spinosa, che riceve e infila all’incrocio il 2 a 1 finale.

Tutto finito?

Dopo tre risultati utili, la Samb perde la prima partita della gestione Sanderra, rivelando le stesse caratteristiche delle gare precedenti, nei suoi pregi (stavolta più offuscati) e nei suoi difetti (stavolta più visibili).

Non era tutto risolto la scorsa settimana, non è tutto da buttare oggi: i rossoblu confermano la mancanza di varietà offensive (solo 3 gol su azione), e un’immaturità di gestire le varie fasi di gioco (alternando grande pressione e scarso controllo). Problemi comprensibili, in una squadra in costruzione: l’importante è che non si torni a distruggere.

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