La Reggiana sta ripartendo

Dopo l’arrivo di Menichini i granata sembrano quelli di inizio stagione

Il 4 dicembre la Reggiana vinceva 3-2 a Gubbio e si imponeva in testa alla classifica con 33 punti in 16 gare, la seconda miglior difesa (13 subiti, 5 cleen sheet) e la migliore differenza reti. Nonostante gli inciampi con Bassano (alla prima), Padova e Pordenone, i granata avevano mostrato di essere tra i migliori pretendenti alla vittoria, mostrando un bel mix tra solidità e bel gioco.

Nei giorni successivi esce la notizia di una rissa tra alcuni giocatori e un tifoso della Reggiana, mai smentita. La domenica successiva gli uomini di Colucci perdono a Forlì, poi – dopo la vittoria a Salò – fanno un solo punto tra Parma e Bassano. Colucci dà le dimissioni, poi respinte, ma la squadra non si riprende più: dopo le sconfitte con Ancona (1-0) e Venezia (0-3) l’allenatore viene esonerato, dando la piena misura di una crisi che aveva portato appena 4 punti in sei partite.

Tabula rasa

Leonardo Menichini arriva contestualmente ad un profondo rinnovamento della rosa, dando ai granata la possibilità di ripartire praticamente da zero. Nel corso del mercato invernale i granata hanno cambiato molti giocatori, ma non hanno ridotto la qualità della rosa. Le partenze di Mogos e Giron, in difesa, sono stati compensate dall’inserimento di Ghiringhelli e dall’acquisto di Contessa; a centrocampo Angiulli e Nolè sono stati sostituiti (più che degnamente) dagli arrivi di Genevier, Carlini e Marti Riverola.

Un buon aiuto è arrivato anche dal mercato. I nuovi innesti sono entrati velocemente nei meccanismi reggiani: Contessa e Riverola sono entrati nell’undici titolare, mentre Carlini e Genevier (vertice alto e basso del rombo di centrocampo) hanno già preso in mano la squadra. Il trequartista ha già segnato un gol decisivo, a Modena, il francese si è imposto titolare (e capitano) mostrando tutte le sue qualità in costruzione.

In velocità e in spazi ristretti: Genevier manda in porta i compagni in tutti i modi 

Una riuscita del genere si basa (molto) sul lavoro dell’allenatore. Più che nei cambiamenti, l’impatto di Menichini si apprezza negli elementi di continuità con la precedente gestione. Controllo del campo e del possesso, aggressività senza palla, qualità palla al piede: la squadra sembra tornata quella di inizio anno, abbinando i canali di gioco già conosciuti ad una sicurezza sempre maggiore.

Qualità a tutti i costi

I granata cercano sempre di costruire l’azione dal basso, utilizzando – però – meno giocatori possibili: se gli avversari impostano una pressione blanda la squadra di Menichini lascia i compiti di costruzione ai soli centrali, supportati dalle continue rotazioni dei tre centrocampisti – che accorciano al centro o ai lati della difesa per trasmettere il possesso verso la trequarti.

La squadra cerca sempre di avere cinque giocatori sulla linea offensiva: Carlini e le due punte in zona centrale, e i terzini sulle fasce, col compito di occupare gli esterni; se Ghiringhelli e Contessa sono bassi il compito viene assolto dal trequartista Carlini o dalle due punte, con le mezzali che si muovono di conseguenza componendo la linea offensiva.

Queste scelte, paradossalmente, facilitano la fase di costruzione: tenendo bassa la difesa avversaria i granata hanno più spazi dietro e in mezzo al campo, dando tempi e spazi per minacciare gli avversari in profondità e in ampiezza. Una volta che la palla arriva sulla fascia, i reggiani tengono tre giocatori in area e uno in supporto, garantendo superiorità in area e un appoggio per riciclare l’azione.

La costruzione di gioco dei granata. Le rotazioni di centrocampo per facilitare l’uscita del pallone, l’occupazione del campo in ampiezza e i movimenti della linea offensiva 

Risalita a singhiozzo

La squadra ha reagito vincendo quattro delle cinque gare successive, pareggiando solo la sfortunatissima gara col Bolzano (due pali). Sfortune simili ne hanno caratterizzato le ultime tre partite: dopo il pareggio col Padova i granata hanno perso a Macerata a causa di due calci piazzati, mentre col Mantova – la scorsa domenica – i granata non sono riusciti a capitalizzare un netto dominio del campo, nonostante occasioni del genere:

Palo, doppio salvataggio sulla linea, anticipo in rovesciata

La scorsa settimana l’assenza di Contessa (squalificato) ha convinto Menichini a passare alla difesa a 3, con Ghiringhelli e Panizzi esterni a tutto campo, e due punte mobili come Cesarini e Carilini. Nonostante l’assetto diverso, i principi offensivi sono rimasti gli stessi: la squadra ha cercato sempre l’attacco in ampiezza, coi due esterni, le punte e Calvano – preferito a Riverola per il suo dinamismo – a fare l’attaccante aggiunto.

I due punti nelle ultime tre partite hanno rallentato la rincorsa di classifica, ma il cambiamento è tangibile: con Menichini la Reggiana è tornata ad attaccare e difendere bene, mostrando le stesse qualità di inizio anno. In tal senso, la partita di San Benedetto sarà fondamentale: i rossoblu per scoprire nuove armi, i granata per validarne la forza.