Il Tribunale ha deciso: nuova asta il 24 maggio

I curatori fallimentari hanno ratificato la decisione di convocare una nuova asta per lunedì 24 maggio presso lo studio del notaio Pietro Caserta


I tre curatori del fallimento della Sambenedettese Calcio – Franco Zazzetta, Massimiliano Pulcini e Francesco Voltattorni – hanno ufficializzato la decisione di convocare una nuova asta per lunedì 24 maggio, alle ore 18, presso lo studio del notaio Pietro Caserta. Il prezzo base dell’asta rimane invariato e si attesta sui 400 mila euro.

Sarà possibile presentare l’offerta fino alle 17,30 del 24 maggio attraverso un assegno circolare non trasferibile intestato a “S.S. Sambenedettese srl in Fallimento” di importo pari al 25% del prezzo offerto: questa condizione non è stata rispettata dalla società “La Sambenedettese srl” costituita dai due imprenditori Alberto De Angelis e Luigi Di Matteo negli interessi di Kim Dae Jung.

Nella giornata di ieri l’entourage del coreano – formato dall’avvocato Luigi Acronzio, dal capitano della Sambenedettese Maxi Lopez, dall’amministratore Luigi Di Matteo e dal consulente americano Roger – aveva presentato una fotocopia del bonifico effettuato da Kim Dae Jung, ricevendo dunque la risposta negativa dei curatori fallimentari. Non pervenuta, invece, la società costituita dall’imprenditore campano Antonio De Sarlo, che nelle ultime settiamne insieme a Gianni Moneti aveva più volte manifestato la volontà di acquistare il club.

5 Comments

5 Comments

  1. Paco 11 says:

    A proposito, sapevate che tra la Florida e SBT esiste un qualcosa che si chiama “fuso orario” ? Qualcuno l’ha scoperto ieri.
    Sapevate che una asta funziona facendo offerte tramite rialzi di prezzo per aggiudicarsi il titolo?
    Pare che qualcun’ altro non ne era a conoscenza ed ha deciso di non partecipare.
    Penso che nessuna tifoseria meriti questo teatrino, abbiamo superato il ridicolo da un pezzo ed ora stiamo raschiando il fondo..
    Vabbè, ormai bisogna prendere atto che non ci sono le condizioni per avere una squadra di calcio a SBT, qualsiasi cosa accada lunedì continueremo ad affidarci a personaggi più o meno probabili.
    Parliamoci chiaro: della Sambenedettese non interessa niente a nessuno ma non possiamo più dare la colpa a chi viene da fuori perché è normale che se non ci sono interessi, un qualsiasi imprenditore non sambenedettese, non venga a SBT a fare beneficienza o perché sia innamorato della Samb.
    Il problema sono tutti quei chiacchieroni sambenedettesi che avrebbero, magari unendo le forze, la possibilità di acquistare la squadra.
    Questi soggetti sono i peggiori di tutti ma si sa che in città chi dispone di moneta appartiene a categorie che hanno una visione generale che non va al dì là dell’immediato presente.
    Alcuni non sono neanche sambenedettesi, sono costruttori venuti a SBT negli anni ’60; gente pure loro con scarsa cultura ma arricchita con gli affari nel campo edilizio.
    Culturalmente questa è una città morta con enormi problemi generali destinati ad aggravarsi e
    la situazione politica rispecchia fedelmente oramai da troppi anni ciò che succede in altri ambiti, compreso quello dello sport.
    Ci sono cose più importanti della Sambenedettese ma la Samb è la punta di un iceberg che pesa come un macigno sulle future generazioni.

    1. Gennaro says:

      Tutto decisamente condivisibile, al di là del Tronto si direbbe che gli imprenditori Sambenedettesi tè li chiuv n’saccocc. Vogliono la città cartolina del turismo ma non vogliono fare nulla per dare lustro. Sem brav tutt accussamundr!
      Vrgugnetv tirchi

  2. lucioc says:

    Capisco e condivido il disappunto per come siamo ridotti.

    Voglio far notare che due presidenti della promozione, D’Isidori e Zoboletti, non erano sambenedettesi di origine. D’Isidori era di Sant’Egidio e Zoboletti reggiano. Entrambi vivevano e avevano interessi a San Benedetto ed hanno contribuito alla citta’ anche portandoci in Serie B. Ma non solo, vedi la ginnastica a livello olimpico e il tennis ad alto livello (Panatta ecc) al Maggioni. Non facciamo di tutta l’erba un fascio e stiamo attenti a dare patenti di sambenedettesita’.

    Bisogna capire perche’ da ormai piu’ di trent’anni a San Benedetto non si riesce piu’ a fare calcio di buon livello con continuita’, nonostante uno stadio di categoria superiore (specchietto per le allodole che fa gola a tanti avventurieri).

  3. Paco 11 says:

    Visto che Lunedì possono partecipare all’asta più soggetti e che l’unico che pare si presenti sia la società che fa capo a Kim, non sarebbe stato il caso di sondare eventuali acquirenti disposti a partecipare all’asta malgrado i tempi ristrettissimi tentando l’impossibile?
    Perché qualcuno si è defilato all’ultimo momento senza voler rilasciare dichiarazioni per non influenzare l’asta.
    La situazione è chiara: la Sambenedettese DEVE fallire!
    Il teatrino inscenato attorno al fallimento è avvilente e vergognoso; c’è come una sorta di voluta rassegnazione nell’attesa che la squadra sprofondi di nuovo nei dilettanti.
    Gli sciacalli locali sperano questo per riprendere la squadra nei dilettanti ma tengano presente che il prossimo anno (covid permettendo) lo stadio sarà VUOTO e a nessuno di loro verrà steso il tappeto rosso, anzi..
    La cordata di Kim non è minimamente affidabile (come le altre di cui si è parlato), dovrebbe essere chiaro a tutti ormai ma nonostante tutto ci si aggrappa all’ultima illusione.
    Lunedì comunque sarò davanti allo studio notarile per vedere in faccia questa gente (ammesso che si presenti qualcuno).
    La Sambenedettese è FINITA e stavolta definitivamente (almeno che dopo domani non ci siano sorprese clamorose che obiettivamente escudo).
    Forse meglio cosi, almeno finiscono le tribolazioni e le umiliazioni ma la cosa che mi dispiace di più è il modo vergognoso a cui si è posto fine ad una storia comunque a suo modo gloriosa che ha dato lustro ad una città intera.

    Voi di NoiSamb, cosa pensate?
    Parliamone almeno..

    1. Michele Palmiero says:

      Ciao Paco, ti rispondo in ritardo perché sono stati giorni impegnativi. Ti do le mie impressioni da membro del direttivo Noi Samb. Partiamo da alcuni punti fermi:
      – senza l’iter fallimentare portato avanti dai creditori non ci sarebbe stata possibilità di salvare la categoria;
      – se si voleva far fallire la Samb per “lucrare” nel dilettantismo (questo poi è un gran bell’argomento che andrebbe analizzato in separata sede) bastava non attivare alcun iter fallimentare, far pressione sulla squadra per non scendere in campo e attendere la radiazione dopo la seconda partita persa a tavolino. Per me è assurdo pensare di spendere settimane per arrivare ad un’asta che però allo stesso tempo deve andare deserta per qualche oscuro piano segreto.
      – Non esiste una forza locale in grado di impegnare le cifre necessarie per salvare la categoria e garantire l’iscrizione al prossimo campionato. Questo non è chiaro oggi, ma dal primo giorno…altrimenti tutte queste tarantelle non ci sarebbero state.
      – Oltre a non esistere una forza “economica” sul territorio, non esiste più una cultura associativa che possa creare un blocco unito formato da imprenditori, politica, tifoseria, stampa. Da due decenni San Benedetto, così come il resto del panorama italiano, ha accettato come unica via quella della monoproprietà con padre-padrone filantropo che veniva a buttare soldi per la Samb perché siamo belli, bravi, passionali e con una storia importante.

      Ti dico di più: nemmeno questo fallimento ha convinto la maggior parte della tifoseria della necessità di cambiare radicalmente il modo in cui gestire la squadra di calcio.
      Questo vuol dire arrendersi? Assolutamente no. Ci siamo rimessi al lavoro a testa bassa, prendendoci una gran dose di insulti e critiche (tante meritate, tantissime che non stanno né in cielo né in terra) e siamo tornati a battere l’unico chiodo che per noi andrebbe battuto: bisogna costruire una cultura del coinvolgimento dal basso, della proprietà diffusa, del controllo dall’interno della gestione economica del club.

      Fino all’ultimo secondo di lunedì bisogna credere nella permanenza in Serie C e nell’impegno attivo dentro la società. Il contesto generale, te lo dico sinceramente, non mi fa ben sperare perché come cittadini e tifosi ci siamo divisi su ogni cosa e continuiamo a dividerci su ogni vernecchia che gira. Speriamo bene e scusami il ritardo con cui ti ho risposto

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