Lo stretto indispensabile

Ai rossoblu bastano una buona fase difensiva e il lancio di Bacinovic 

Nel girone di andata la partita tra Samb e Bassano aveva rappresentato uno dei momenti più alti delle due squadre, appena affacciatesi nelle zone di vertice, e pronte a raggiungerlo. Nelle settimane successive entrambe le squadre avrebbero conquistato il primato, sempre battendo il Padova, per poi crollare con lunghi periodi di digiuno (7 gare i rossoblu, 8 i giallorossi)

A un girone di distanza, Samb e Bassano si sono ritrovate con allenatori, giocatori e prospettive diverse: ne è uscita una partita molto diversa, senza la spettacolarità e gli eccessi della gara di andata.

Le scelte

Per la sfida col Bassano Sanderra conferma in blocco la squadra vista a Bolzano, mantenendo gli stessi canali di gioco; la squadra cerca di dare ampiezza con le discese di Rapisarda e Pezzotti, ma per tutto il primo tempo i meccanismi di gioco restano gli stessi: la torre Damonte, che in fase di possesso va sulla trequarti, e i tagli di Mancuso, favoriti dai movimenti ad allargarsi e venire incontro di Sorrentino.

L’attacco posizionale dei rossoblu: Damonte si posiziona sulla trequarti per dare un appoggio verticale, Mancuso taglia al centro, liberato da Sorrentino

La centralità di Mancuso

Per tutto il primo tempo il numero 7 è il principale catalizzatore offensivo di una squadra che avanza e costruisce sulle fasce, ma non rinuncia mai all’imbeccata al centro. In questo senso, la posizione intermedia di Sorrentino e Damonte è utilissima; i due distraggono i difensori avversari e offrono un riferimento costante tra le linee, così da riciclare sulla fascia i palloni non giocabili alle spalle della difesa.

Per lunghe fasi, Sorrentino e Damonte si comportano quasi da trequartisti. Mancuso e Vallocchia provano spesso a tagliare al centro

La prima opportunità della partita arriva proprio su un lancio verso Mancuso, favorito dall’appoggio debole di Formiconi e fermato dal fischio arbitrale (fallo in attacco); azione simile venti minuti dopo, su servizio di Bacinovic: altra buona occasione, soffocata, stavolta, dal recupero di Pasini. Saranno gli unici squilli dei rossoblu; poi, il Bassano prende in mano la partita.

L’ampiezza del Bassano

La squadra di Bertotto mantiene il 4-3-3 visto col Mantova, con due cambi significativi sulla sinistra, dove Candido (esterno) e Crialese (terzino) vengono sostituiti da Fabbro (più punta) e Stevanin (più difensore). La mossa permette ai giallorossi di avere un giocatore più bloccato dietro senza perdere pericolosità offensiva e (soprattutto) ampiezza.

Con le combinazioni tra Fabbro e Laurenti da una parte, e i movimenti di Minesso dall’altra, i giallorossi hanno sempre quattro giocatori sulla linea offensiva, così da creare l’uno contro uno sull’esterno e situazioni vantaggiose in area di rigore.

Minesso si isola sulla destra Fabbro e Laurenti tagliano dentro; sulla fascia opposta è Laurenti a dare ampiezza, mentre Fabbro si comporta da seconda punta

Mentre Maistrello funge da fulcro centrale, Minesso, Laurenti e Fabbro si muovono molto, oscillando tra tagli centrali, movimenti in ampiezza e alle spalle dei centrocampisti. Il Bassano conquista rapidamente la supremazia territoriale, ma la buona copertura dei rossoblu – molto corti, e attenti sulle palle alte – permette ad Aridità di non rischiare eccessivamente. Nel primo tempo l’unico rischio rilevante arriverà solo al 40esimo, con la combinazione tra Fabbro e Laurenti a liberare il tiro di Minesso (impreciso).

Gol sbagliato, gol subito

La ripresa si apre sulla falsariga del primo tempo, e già al 46esimo un’altra combinazione dei tre davanti libera al tiro Fabbro, fermato dal miracolo di Aridità. Il Bassano sembra avere la meglio, e in pochi minuti confeziona due belle occasioni per Maistrello, servito da Laureti (su regia di Minesso) e Stevanin (favorito da Fabbro).

Nel momento di maggiore sofferenza per i rossoblu, e di maggior sicurezza per i giallorossi, arriva la giocata che cambia la partita: Bacinovic riceve senza la pressione del Bassano e lancia lungo per l’inserimento di Mancuso, che controlla perfettamente e prova il destro a incrociare; la palla supera Bastianoni, va sul palo e finisce tra i piedi di Di Massimo, che appoggia in rete trasformando i fischi del suo ingresso in campo in applausi.

Il gol spezza le reni ad una partita già fiacca: i rossoblu fanno tutto per addormentarla definitivamente, il Bassano prova a rianimarla come può: dopo la rovesciata di Maistrello (fuori), Bertotto decide di inserire Candido e rischiare il 4-2-3-1, con Fabbro a destra, Minesso centrale e il nuovo entrato a sinistra.

La mossa dovrebbe permettere ai vicentini di trovare più riferimenti offensivi tra le linee, ma – complice l’atteggiamento ostile della Samb, che gioca a nascondino – finisce per tradursi in una lunga serie di verticalizzazioni, ben controllate da Mori e compagni. Gli ultimi 20′ sono una noia confortante per i rossoblu e fastidiosa per i giallorossi, che chiudono nervosi e senza riuscire più a minacciare la porta di Aridità.

Semplicità

La partita col Bassano seda le emozioni del 5-2 di Bolzano, ma non ne cancella le premesse: senza strafare, i rossoblu hanno ripetuto gli aggiustamenti tattici mostrati col SudTirol, confermandone la bontà contro un avversario (e in un contesto) diverso. Senza (ancora) la giusta varietà di gioco, la squadra di Sanderra sta ricavando il massimo dalle armi a sua disposizione, accumulando – nel tragitto – punti e certezze. Non è tutto, ma non è neanche poco.