Le 5 migliori avversarie del 2016

Le 5 migliori avversarie affrontate dalla Sambenedettese calcio


La lunga cavalcata che ha visto la Sambenedettese superare di slancio le paludi della Serie D e raggiungere le vette delle Lega Pro non è stata priva di ostacoli. Il 2016 è stato l’anno delle vittorie, dei festeggiamenti, delle maestose coreografia ma anche un anno di sfide difficili, avversari ostici e tatticamente insidiosi. In questa breve classifica saranno elencate, in ordine cronologico, cinque delle avversarie che più hanno messo in difficoltà gli uomini di Palladini.

[Lavagne tattiche a cura di Angelo A. Pisani]

Campobasso (17 Gennaio 2016)

Nel giorno che resterà nella memoria per il ritorno della splendida coreografia realizzata nel 2005 contro il Napoli, la Samb sconfigge il Campobasso al termine di 90 minuti combattutissimi. Il merito è del Campobasso di Favo, sceso in campo con l’intenzione di controllare il gioco e strappare i 3 punti alla capolista.

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Uno dei due centrali, con il movimento ad abbassarsi, permette al difensore centrale di impostare l’azione in tranquillità. Titone, ala destra, non sa se pressare il portatore di palla o allargarsi per seguire il terzino. In attacco, la punta centrale si allarga a destra per lasciare spazio al trequartista, e creare superiorità contro l’esterno della Samb.

Nonostante gli espedienti tattici di Mister Favo, la Samb riesce ad ottenere i tre punti grazie ad una giocata personale di Palumbo, bravo a prendersi il fallo da rigore contro l’under Raho. Dagli 11 metri ci pensa il solito Titone, che insacca e porta il risultato sul 2-1. Nel finale, complice l’espulsione di Sabatino, il Campobasso chiude i padroni di casa alla ricerca del pareggio ma la Samb protegge con le unghie e con i denti una vittoria importantissima per il proseguo del campionato.

Fano (14 Febbraio 2016)

Oggi di buono ci sono solo i 3 punti. Abbiamo sofferto troppo“. A rileggere oggi le dichiarazioni di Fedeli al termine della vittoria contro il Fano, verrebbe da chiedersi cosa sia cambiato nel passaggio dalla Serie D alla Lega Pro. La Samb ha appena lottato, sofferto e vinto contro una diretta concorrente, il distacco dalle inseguitrici è aumentato a 7 e 14 punti, la promozione è a portata di mano, ma la piazza non è soddisfatta.

Il Fano ha il merito di controllare il pallino del gioco per tutta la durata del match, grazie alla forza della coppia Gucci-Sivilla e alle geometrie di Lunardini e Borrelli. Nel rombo ideato da Alessandrini, le due punte hanno la possibilità di muoversi liberamente sul fronte offensivo, lasciando spazio agli inserimenti di Borrelli e delle mezzali. A Lunardini, invece, spetta il compito di iniziare le azioni.

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L’immediato vantaggio del solito Titone, paradossalmente, dirige con più forza i binari della partita verso un tema unico: il Fano attacco, la Samb difende con ordine e porta a casa i 3 punti. Al di là della forza degli avversari, la prestazione dei rossoblu è viziata da un fattore non trascurabile: per il Fano si trattava dell’ultimo disperato tentativo di riaprire il campionato; la Samb aveva il vantaggio di poter amministrare la gara a suo piacimento. Il risultato è stata la vittoria più importante della stagione, a pari merito con il successo esterno in quel di Matelica.

Gubbio (30 maggio 2016)

In una partita dalla posta in gioco irrisoria, il Gubbio di Magi fa capire a tutti su quali basi si fonda la forza degli eugubini. Entrambe le squadre hanno vinto con merito il rispettivo girone di Serie D, mantenendo però identità e idee di gioco ben diverse. La Samb, reduce dall’emozionante trasferta al Tardini, si schiera con il 4-4-2: Titone più vicino a Sorrentino, Palumbo e Candellori esterni e Raparo in cabina di regia insieme a Barone. Il Gubbio, nonostante la pesante assenza di Croce, non snatura il suo 4-3-3.

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Romano arretra fino a posizionarsi tra il centrale di difesa e il terzino sinistro. Barone decide di seguirlo, facendo venir meno la compattezza tra le linee. Il movimenti di Conti, dell’esterno Sciamanna e del terzino Degrassi permette al portatore di palla di avere inesauribili soluzioni di passaggio.

Continui triangoli, pressing alto, ritmi intensi: il Gubbio disegnato di Magi è uno spettacolo per gli occhi e i risultati in Lega Pro sono solo un proseguimento del duro lavoro portato avanti in Serie D. La Samb, al cospetto di un avversario fortissimo, non smette un secondo di lottare ed esce dallo stadio tra i cori di festa del suo popolo: al triplice fischio è ovazione per entrambe le squadre.

Virtus Bassano (22 Ottobre 2016)

Con grande sorpresa di tutti, la Samb staziona nelle vette della Lega Pro. Il 4-3-3 di Palladini è solido, cinico e ben organizzato. Di fronte ai rossoblu, però, si presenta il temibile Bassano di Mister D’Angelo, reduce da un ottimo momento di forma e alla caccia del primato in classifica. L’allenatore rossoblu decide di inserire Tavanti a destra e Di Pasquale a sinistra, accentrando Di Filippo per dare più velocità al reparto arretrato. Il Bassano, invece, si presenta con la stessa formazione che ha ben figurato nelle ultime due partite.

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Quello del Bassano è un 4-1-fantasia. Proietti è la diga a protezione della difesa, Falzerano-Minesso-Laurenti il trio di fantasisti abili a scambiarsi continuamente di posizione. Il duo d’attacco, formato da Fabbro e Grandolfo, non dà mai punti di riferimento. Cinque giocatori che si muovono all’unisono.

I primi 45 minuti sono un incubo per i tifosi rossoblu. La Samb non riesce in nessun modo a frenare l’avanzata degli avversari, che entrano ripetutamente in area con facilità irrisoria. Con 3 gol nel primo tempo (e un regalo della difesa ospite ad inizio ripresa) il Bassano legittima il successo e mostra i muscoli alle concorrenti alla vittoria finale. La veemente reazione degli uomini di Palladini nella ripresa sorprende i padroni di casa, che per poco non si fanno rimontare fino al 4-4. La sfortuna, e un palo clamoroso di Lulli, impediscono alla Samb di strappare un punto. Al di là del risultato, però, i primi 45 minuti del Bassano sono uno spot per il calcio e una lezione da far apprendere a tutti gli aspiranti allenatori.

Reggiana (7 Novembre 2016)

Nella suggestiva cornice dello stadio Giglio (non chiamatelo Mapei Stadium) la Samb incappa nella sconfitta più netta della stagione. Esclusa l’iniziale occasione capitata a Mancuso, i rossoblu non si rendono mai pericolosi e subiscono per tutta la partita la prepotenza fisica e tecnica degli avversari. Sulla carta, quello di Mister Colucci è un 4-3-1-2 con il fantasista Nolè dietro la coppia Guidone-Manconi. In pratica, però, gli offensivi granata non danno mai un punto di riferimento agli avversari.

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Il fantasista Nolè arretra attirando Damonte fuori posizione. I due terzini, Giron e Mogos, agiscono da ali, costruendo, insieme alle punte, continui 4 Vs 4 con la difesa rossoblu.

Ciò che più impressiona nella Reggiana, oltre all’esuberanza di Giron e Mogos, è la capacità dei centrocampisti di interpretare a turno, tutte le fasi di gioco. Maltese, Angiulli e Bovo sono praticamente interscambiabili: bravi a impostare, eccellenti negli inserimenti, sempre pronti a scalare in copertura. E’ nella zona nevralgica del campo che la Reggiana non lascia scampo all’avversario. Tra tutti gli avversari incontrati nel 2016, i granata sono stati i protagonisti della prestazione migliore.

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