Feralpisalò, nostalgia canaglia

Dopo la parentesi Asta, i gardesani hanno richiamato Serena. Com’è cambiata, la Feralipisalò?


Le ambizioni non bastano. Ad inizio anno la Feralpisalò era una delle principali competitor dietro Venezia e Parma, in virtù di un mercato di livello e un gioco – quello di Asta – solido e vincente. L’inizio dell’anno è stato in linea con le aspettative: i gardesani – solidi dietro, e cinici avanti – hanno mostrato sin da subito  i concetti cari ad Asta , con una difesa molto compatta e una fase offensiva intensa e verticale.

Il 4-3-3 dei verdazzurri mostrava molti concetti interessanti, dalla capacità di alternare possesso e transizioni all’utilizzo dello screen pass (conosciuto in italia grazie al Chievo di Maran). Nonostante un gioco ben definito, però, la squadra di Asta non è riuscita a migliorare i problemi sui calci piazzati difensivi e (soprattutto) in transizione negativa, finendo per trasformare questi difetti in fragilità.

Saliscendi

I gardesani hanno attraversato un netto calo (21 punti nelle prime dodici, solo 14 nelle 12 successive), alternando le vittorie con Santarcangelo, SudTirol  e Lumezzane ai capitomboli con Modena (1-4) e Gubbio (1-3). La sconfitta con gli eugubini, in particolare, ha evidenziato tutti i problemi dei bresciani, protagonisti di errori gravi in tutti e tre i gol subiti.

Due coperture errate in ampiezza, e una rimessa tragicomica: la Feralpi concede tre gol

Nonostante il mantenimento della zona playoff, a +5 sull’undicesimo posto, ed errori non ascrivibili direttamente ad Asta, la dirigenza gardesana ha optato per l’esonero, richiamando in panchina Serena, esonerato – con rimorso – l’anno prima. All’arrivo del nuovo (vecchio) tecnico la dirigenza è stata chiara, annunciando di avere “aspettative superiori“.

Cambiamento ed evoluzione

L’arrivo di Serena – un po’ improvviso, e a campionato in corso – è stato tutt’altro che efficace: nelle cinque partite con la nuova guida tecnica i verdazzurri sono riusciti a fare appena 6 punti, frutto della vittoria col Forlì e del gol – un po’ fortunoso – di Settembrini con l’Albinoleffe.

Il tecnico veneziano ha provato a dare un impulso sin da subito, restituendo centralità a Caglioni (precedentemente superato da Livieri, nelle gerarchie), trovando spazio agli acquisti invernali, e aggiungendo maggiori responsabilità a Settembrini, spostato al centro.

Nel 3-4-3 varato da Serena il centrocampista (mediano con Davì) è il principale facilitatore del gioco bresciano, l’uomo che riceve dai tre difensori e verticalizza verso il centro e le fasce. L’ancora scarsa fluidità dei verdazzurri ha reso molto difficile la gestione del pallone, costringendo i centrocampisti a ricevere sempre spalle alla porta, e isolando i tre attaccanti – raggiunti solo quando si alzava il pallone.

Un altro problema derivava dalle difficoltà di ambientamento di Andrea Ferretti. L’attaccante emiliano, 70 gol tra i professionisti, è stato uno degli attaccanti migliori arrivati nella sessione invernale, ma – nelle 8 presenza – non è ancora riuscito a sbloccarsi.

Nel 3-4-3 di Serena la punta centrale ha importanti compiti in fase di possesso, in appoggio alla squadre e – soprattutto – nei movimenti a venire incontro tra le linee, per non scollegare i reparti. Nonostante le grandi qualità tecniche, l’attaccante Ex Trapani è apparso ancora fuori dal gioco, castrato nel gioco spalle alla porta e poco efficace nel coinvolgere la squadra ruolo di centravanti dell’attacco a tre. A questo si sono aggiunti alcuni eccessi di individualismo, frutto di un’ansia da prestazione che ne ha inficiato il rendimento.

Sul possesso di Parodi Ferretti va a nascondersi alle spalle di Lucarelli, invece di restare al centro; nel finale di partita l’attaccante fa lo stesso errore, andando a rubare palla al compagno invece di proporsi al centro per il tap-in

Per ovviare ai problemi di costruzione Serena ha cambiato la struttura della squadra dalla cintola in su, inserendo Tassi in mediana e dando maggiore centralità a Settembrini, messo sulla trequarti nel 3-4-1-2. La scelta ha permesso ai gardesani di raggiungere più facilmente il numero 7, sulla trequarti, mentre Bracaletti (seconda punta) assolve alle mancanze di Ferrettiin supporto alla manovra.

Nonostante la sconfitta col Fano, i verdazzurri hanno mostrato una fase offensiva più organizzata, anche se non ancora solida. A 9 gare dalla fine, e con molti problemi da risolvere, la scelta della dirigenza non ha assolutamente pagato: in via di riorganizzazzione, e con l’obbligo di smuovere la classifica, i bresciani sembrano molto lontani dalle aspettative della dirigenza, ma ancora in tempo per mantenere l’obiettivo playoff.