Domenico Di Cecco, utilità al potere

Domenico Di Cecco

Domenico Di Cecco aiuterà i rossoblu in tanti modi diversi


Nonostante i 34 anni Domenico di Cecco è un calciatore moderno. Nonostante una carriera lunga e di buon livello (202 presenze in Serie B, 112 in C) il lancianese non ha mai smesso di rinnovarsi, adattandosi continuamente alle esigenze dell’allenatore e del contesto di squadra. Esclusi i due estremi di campo (centravanti e portiere) l’ex Catania ha giocato ovunque: a destra, al centro e a sinistra, esterno alto e basso, occasionalmente difensore centrale.

Paradossalmente, questa varietà si è concentrata soprattutto nell’ultima parte della carriera: la svolta è arrivata nel 2012, al suo primo anno in B col Lanciano, la squadra della sua città. Dopo dieci stagioni giocate esclusivamente da centrocampista centrale, Di Cecco ha iniziato a variare il proprio gioco. Gautieri lo utilizza principalmente come mezzala sinistra, ma in base alle necessità lo schiera sia esterno alto (su entrambe le fasce) che terzino, oltre che nel ruolo di mediano davanti alla difesa.

Tuttocampismo

Negli anni successivi Baroni e D’Aversa non rinunciano alla sua duttilità, sempre più preziosa nel coprire le falle della squadra abruzzese. Il passaggio al Catania (gennaio 2016) sembra ridargli un “posto fisso”, da mezzala, ma le cose cambiano rapidamente. Nei dodici mesi successivi i siciliani cambiano 3 allenatori (Pancaro, Moriero e Rigoli), alternando modulo e 11 di base, ma Di Cecco resta titolare con tutti. Ancora una volta, lo fa giocando un po’ ovunque: mediano nel centrocampo a due, mezzala, trequartista e terzino destro.

Nel pieno della sua maturità, Di Cecco inizia a distinguersi per una duttilità mai sperimentata. Nei sei mesi prima dell’infortunio gioca nove gare da terzino destro, una da ala sinistra e appena sei da centrocampista. In una categoria come la Lega Pro, dove la specializzazione del ruolo è ancora molto forte, Di Cecco trova la sua dimensione diventando un giocatore capace di fare un po’ tutto, fatto bene.

Il centrocampista lancianese non spicca per doti fisiche né tecniche. La corporatura media (172 cm per 65 kg) gli permette di essere abbastanza mobile nello spazio tra un’area e l’altra, ma senza la forza fisica del centrocampista box to box. Ha due piedi educati, ma non è un regista; ha un buon dinamismo, ma non ha la gamba per fare l’esterno.

Le singole caratteristiche non sono diverse da molti altri, ma la loro somma lo rendono un giocatore come pochi. Sorretto da una coscienza tattica sopra la media, Di Cecco può giocare ovunque perché – banalmente – ha le capacità per interpretare bene ogni zona di campo.

Gli strumenti

Pur non essendo un dribblomane, Di Cecco ha buone qualità nell’uno contro uno, specie in situazione statica. Il baricentro relativamente basso gli permette di scartare da destra a sinistra con grande rapidità, aprendo sempre lo spazio per la verticalizzazione successiva: nonostante prediliga l’utilizzo del destro Di Cecco ha buona sensibilità nel piede, ed è abbastanza rapido per mettersi in condizione di usarlo anche col corpo rivolto a sinistra.

Finta destra-sinistra, verticalizzazione e inserimento

Una capacità, questa, che gli permette di servire palloni interessanti da qualsiasi parte di campo. Schierato sulla zona sinistra – ha giocato sia esterno che mezzala, e occasionalmente terzino – Di Cecco ha la capacità di assistere i compagni senza perdere tempi di gioco. Ciononostante, il meglio di sé lo dà sul lato destro: anche come terzino.

Nonostante sia stato un ruolo nuovo, per lui, Di Cecco ha già assorbito i movimenti da esterno – almeno in fase offensiva. Nella sua esperienza in rosazzurro l’abruzzese ha imparato ad attaccare l’ampiezza del campo, dando supporto costante alla manovra e mostrando buone intuizioni anche nei movimenti alle spalle della difesa avversaria.

Il movimento a virgola per scampare il fuorigioco, lo scatto sulla fascia e l’attesa della soluzione giusta: Domenico Di Cecco sembra proprio un terzino

L’utilità

Col Catania il Di Cecco terzino aveva la possibilità di ragionare soprattutto in fase offensiva, praticamente da ala aggiunta. In fase difensiva il giocatore ha avuto più problemi, specie quando si tratta di scegliere se attaccare in avanti o indietreggiare. Ragionando troppo da centrocampista, Di Cecco si trova spesso a cercare l’anticipo, anche a difesa scoperta: questo lo porta spesso a lasciare spazi alle sue spalle, mettendo in difficoltà il resto della retroguardia.

In questo senso, il suo impiego più logico resta sulla mezzala, un ruolo dove può sfruttare meglio l’abitudine a difendere in avanti, e che gli permette di essere nel vivo del gioco. Col passare degli anni è venuta meno la sua freschezza fisica, limitandone l’impatto in fase di non possesso, ma il giocatore ha imparato ad ovviare migliorando  il suo gioco in anticipo. Col Catania non era raro vederlo molto schiacciato sulla linea difensiva, salvo poi uscire tempestivamente per affrontare l’avversario con qualche metro di vantaggio. Con una squadra compatta – o che tenta di difendere in avanti – Di Cecco può ancora dare un buon apporto difensivo.

Con la squadra scoperta il discorso cambia. In fase di transizione, quando i reparti sono troppo distanti, i suoi problemi nel correre indietro tornano a galla, specie dopo eventuali errori in uscita. Con una squadra più compatta, e una porzione più piccola di campo da coprire, potrebbe essere efficace sia nella mediana a due che nel centrocampo a tre.

Cosa porta alla Samb

Nel 4-2-3-1 di Moriero il giocatore può essere utilizzato in tutte le zone del centrocampo, anche se è scontato un suo utilizzo tra i due mediani. A prescindere dalle incognite fisiche, il suo utilizzo in una zona così nevralgica darebbe qualità allo sviluppo dell’azione, dove garantirebbe pulizia del gioco in uscita e – soprattutto – un’alternativa a Bacinovic nel gioco lungo.

Domenico Di Cecco e il gioco verticale: una storia d’amore

La coesistenza di Di Cecco e Bacinovic resta il tema più importante del centrocampo. I due hanno già giocato insieme a Lanciano, e hanno un feeling che va oltre il rettangolo di gioco. L’utilizzo più logico, per entrambi, sembra nel centrocampo a tre: i due hanno giocato così anche a Lanciano, e avrebbero la possibilità di avere un giocatore dinamico al loro fianco. Essendo due giocatori dal passo simile, la possibilità di vedere entrambi in una mediana a due lascia dietro di sé molte incognite, almeno al momento.

A prescindere da ruolo, utilizzo e peso nell’undici titolare, Di Cecco resta un nome interessante per la Sambenedettese: a livello tattico, tecnico e soprattutto psicologico. Su quest’ultimo tema ha approfondito il giocatore stesso, che si è dichiarato pronto a dare il suo supporto allo spogliatoio rossoblu. In attesa dell’inizio della stagione, una cosa è sicura: come sempre, Di Cecco sarà utile.

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