La Samb di Moriero attacca forte e rischia molto, ma sotto la spinta di Esposito, Tomi e Di Massimo riesce ad avere la meglio in una partita difficile
A 9 settimane dalla gara di Lecce stagione i rossoblu hanno già iniziato la nuova stagione, cambiando allenatore e – praticamente – più di metà squadra. Con tre settimane di ritiro alle spalle, e alcuni acquisti appena definiti, la Samb di Moriero ha avuto la forza di mostrarsi sé stessa, coi pregi e i difetti abbozzati già nella gara con la Salernitana.
Rispetto all’amichevole coi granata i rossoblu cambiano modulo e sei titolari, rivoluzionando la difesa (dove è rimasto solo Patti), dando più muscoli al centrocampo (col cambio Di Cecco-Damonte) e centimetri all’attacco (con Miracoli al posto di Sorrentino). La squadra insiste sui canali di gioco visti già la scorsa settimana (verticalizzazioni immediate, sfruttamento delle catene laterali e occupazione del campo in ampiezza), ma col passaggio al 4-3-3 cambiano i modi di arrivarci.
Tanti cambi
Quello che salta subito all’occhio è l’atteggiamento delle due mezzali. Damonte e Vallocchia, schierati ai lati di Bacinovic, hanno il compito di dare compattezza nella fase difensiva e varietà nella fase di possesso, muovendosi ai lati della difesa per garantire una migliore fase di uscita, alzandosi nella zona di Miracoli per dare un riferimento avanzato o muovendosi in orizzontale per garantire una soluzione in più sull’esterno. Rispetto alla scorsa settimana l’atteggiamento dei due terzini è ancora più aggressivo: nelle fasi di possesso prolungato (e a volte anche nelle fasi di uscita) Mattia e Tomi giocano quasi in linea con gli esterni, coperti da una o entrambe le mezzali.
Damonte e Vallocchia giocano un po’ ovunque, dando appoggio laterale per lo sviluppo dell’azione e muovendosi in verticale
I rossoblu mantengono l’intenzione di sviluppare il gioco sulle fasce, e non a caso le due mezzali si concentrano soprattutto nel dare appoggio alla costruzione laterale. Nelle fasi di costruzione la struttura dei rossoblu è quasi perimetrale: mezzali, terzini e esterni sono larghi, posizionati in verticale, con l’intenzione di creare catene di fascia utili a creare superiorità numerica sull’esterno. In mezzo restano solo Bacinovic (l’appoggio per riciclare l’azione sull’altra fascia) e Miracoli (il riferimento per concluderla).
La struttura dei rossoblu
La Lucchese è schierata con un 3-5-2 molto ordinato, coi tre centrocampisti che coprono la zona centrale e i due esterni (Tavanti e Bragadin) che a turno avanzano sul terzino avversario, col resto della difesa che s posiziona a quattro. Nonostante gli scivolamenti dei centrali i due esterni si trovano spesso in inferiorità numerica, finendo per concedere il cross in più occasioni.
Questo avviene soprattutto a sinistra, grazie al maggior coinvolgimento (fisico e tecnico) di Valente e Tomi: l’esterno riesce sempre a trovare lo spazio per mettere in mezzo, facendo valere la sua capacità nell’uno contro uno; il terzino si rivela un giocatore dai piedi educatissimi, riuscendo a produrre cross interessanti da qualsiasi posizione. A questo si aggiunge il grande coinvolgimento di Vallocchia, più libero di Damonte.
Con la fascia destra molto meno coinvolta, in costruzione, il numero 29 fa soprattutto lavoro di assistenza: nei (rari) movimenti in in proiezione offensiva il centrocampista si muove soprattutto in zona centrale, per raccogliere i cross dalla fascia o dare supporto a Miracoli nei palloni alti.
Damonte si alza sulla linea di Miracoli per ricevere il lancio di Vallocchia
La Samb trova il cross più volte, ma – a parte una conclusione in girata di Miracoli – i rossoblu faticano a creare occasioni nitide. Poche occasioni anche per la Lucchese, che – pur sfruttando bene le due fasce – non riesce mai a trovare il cross risolutivo, trovando la via della rete quasi esclusivamente su calcio piazzato.
Per dare un impulso alla squadra Moriero decide di fare due cambi all’intervallo, togliendo Troianiello e Boacinovic (entrambi sulle gambe, soprattutto il primo) per Di Massimo e De Cecco. I nuovi ingressi garantiscono ai rossoblu più reattività fisica, ma non riescono a dare la giusta incisività.
Il ritorno della Lucchese
Dopo l’occasione clamorosa di Valente (salvataggio di Espeche) i rossoblu iniziano a perdere il controllo della gara a favore della Lucchese, che – sfruttando gli arretramenti di Fanucchi – riesce ad alzare gradualmente il baricentro, coinvolgendo maggiormente i due esterni.
Fanucchi arretra, riceve e gira palla in avanti
La squadra di Lopez inizia ad arrivare sulla trequarti con continuità, sfiorando la rete con De Vena (mancato tap-in), Russo (a terra in area) e Tavanti (palo sfiorato). Di contro, la Samb trova nuovi spazi in contropiede, ma non riesce a sfruttarli efficacemente; i quattro davanti funzionano a metà: gli strappi verticali di Vallocchia e le giocate di Valente si rivelano molto utili, ma le imprecisioni di Miracoli al tiro e Di Massimo nell’uno contro uno bloccano i rossoblu.
L’all-in di Moriero
A 15′ dalla fine Moriero si gioca l’ultimo cambio della partita, inserendo Esposito. L’esterno prende il posto di Valente col compito di catalizzare l’azione sulla sua fascia e dare alla squadra i tempi per alzare il baricentro. Nel finale i rossoblu soffrono molto, rischiando lo svantaggio con Fanucchi (murato da Tomi) e Merlonghi (palla a un soffio dal palo), ma riescono ad arrivare al 90esimo indenni.
Nel supplementare hanno la meglio i rossoblu, spinti dalla arrogante qualità di Esposito: nella fase più delicata della partita il fantasista prende in mano la squadra, assumendosi le responsabilità e i rischi della manovra offensiva. Nell’arco di tre minuti il numero 10 procura la punizione del (meraviglioso) vantaggio di Tomi e costruisce l’assist per il raddoppio di Di Massimo, dando ragione alla scelta di Moriero.
Tra il sesto e il nono minuto dei supplementari, Esposito prende il pallone e sceglie di decidere la partita
Il doppio vantaggio regala un secondo supplementare di pura accademia, permettendo ai rossoblu 15′ di gestione dopo una partita provata a vincere e rischiata di perdere con un atteggiamento sempre propositivo. Le reti di Tomi e Di Massimo sono due ciliegine capaci di dare un altro sapore a tutta la partita, valorizzando la poca incisività del primo tempo e sminuendo i rischi del secondo.
Alla fine della partita gli allenatori hanno parlato di meriti, cuore e forma fisica, ma la partita di oggi è stata decisa da un altro aspetto – più subdolo e intangibile, e spesso ingiusto: la qualità. In attesa della forma migliore, del modulo finale e della rosa definitiva, i rossoblu hanno già la loro certezza.