Come funzioneranno le Squadre B?

Malago, Fabbricini e Costacurta

Con una decisione improvvisa, la Figc ratifica la nascita delle squadre B. Miglioreranno il calcio italiano? 


Dopo le anticipazioni del vice commissario Billy Costacurta, la Federazione Italiana Giuoco Calcio è passata ai fatti e con una nota ufficiale datata 11 maggio 2018 ha annunciato l’introduzione delle squadre B in Italia già a partire dalla prossima stagione. L’obiettivo è quello di migliorare il sistema di valorizzazione dei giovani calciatori affiancando ai tornei giovanili una vetrina decisamente più formativa come il calcio professionistico. Le società di Serie A avranno tempo fino al 27 luglio 2018 per versare 1 milione e 200 mila euro di contributo straordinario e procedere all’iscrizione.

Come entreranno le squadre B?

Le seconde squadre delle società di Serie A potranno entrare nel calcio professionistico già a partire dalla prossima stagione, unicamente in caso di ripescaggi. Ci sono pochissimi dubbi sul fatto che la Serie C si ritroverà con diversi “buchi” in organico a causa dei cronici problemi economici e strutturali delle società di terza divisione. Nella graduatoria dei ripescaggi, la FIGC si affiderà al seguente criterio:

  • squadra B di un club di Serie A;
  • squadra retrocessa dalla Serie C;
  • squadra meglio classificata nei playoff di Serie D

Nel caso in cui mancassero 3 società per completare la terza divisione, dunque, si procederà al ripescaggio affidandosi a questo criterio e rispettando l’ordine d’importanza: in primis una squadra B, poi una retrocessa e infine una squadra di D.

Come funzioneranno le squadre B?

Nel comunicato ufficiale la Federazione ha voluto chiarire uno degli aspetti più dibattuti, quello delle promozioni e retrocessioni delle seconde squadre.

La Seconda squadra potrà al termine del Campionato Serie C essere promossa al Campionato di Serie B, ma non potrà mai partecipare al medesimo Campionato della prima squadra, né ad un Campionato superiore. Qualora al termine del Campionato di competenza, si verifichi un’ipotesi di compresenza della prima e della Seconda squadra nella medesima categoria, la Seconda squadra dovrà partecipare al campionato professionistico della categoria inferiore. 

In caso di retrocessione della Seconda squadra al Campionato di Serie D, la società di riferimento non potrà iscriversi al Campionato dilettantistico e potrà accedere con la Seconda squadra al Campionato di Serie C successivo, una volta che siano state soddisfatte le richieste delle nuove Seconde squadre”.

Le rose delle squadre B saranno composte da 23 giocatori, di cui 19 nati dopo il 1 gennaio 1996. Al fine di valorizzare i giovani italiani, la FIGC ha predisposto che almeno 16 giocatori in rosa dovranno essere tesserati in club affiliato alla federazione da almeno 7 anni. I prestiti tra squadra A e squadra B saranno aperti per tutto l’anno, ma un giocatore che ha già disputato 5 presenze nella squadra maggiore non potrà essere utilizzato in quella minore.

Le reazioni

Se non si parte non si farà mai, quindi sono favorevole alle seconde squadre, una riforma che da tempo era in cantiere in Federcalcio. Parlo da commissario di Lega di A: fermo restando che  dopo essere partiti già dalla prossima stagione in Lega Pro, c’è sempre la piena volontà e disponibilità a modificare la regolamentazione e le tecnicalità in corso d’opera. L’importante è partire, poi, se ci si accorge che c’è da fare un aggiustamento, sarà fatto“.

Con queste dichiarazioni il numero 1 del CONI Giovanni Malagò ha voluto “mettere il cappello” sulla riforma voluta fortemente dalla Figc. Non è un caso, però, che lo stesso Malagò abbia voluto aprire fin da subito a future modifiche, così da non andare allo scontro con le varie componenti del calcio italiano che si sono opposte alle squadre B.

La prima opposizione è arrivata dalla Serie B, rappresentata da Mauro Balata. La Lega della seconda divisione attraverso un comunicato ufficiale ha criticato fortemente la possibilità delle squadre riserve di poter essere promosse dalla C. Per la Serie B, inoltre, il percorso intrapreso dalla Figc sarebbe “caratterizzato da una totale assenza di confronto e condivisione, oltre che dannoso per la natura e la specificità della Serie B di valorizzazione dei giovani, territorialità dei club e competitività e regolarità del torneo“.

Coerentemente alla condotta diplomatica che ha contraddistinto la sua carriera nella politica del pallone, il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina ha voluto spezzare una lancia in favore delle squadre B. Gravina ha smontato la critica secondo cui la valorizzazione dei giovani mediante le squadre B andrebbe a contrastare un altro dogma della Serie C, ovvero la tutela e lo sviluppo della territorialità: “I due aspetti si porrebbero in antitesi se andassimo a togliere dieci squadre e le sostituissimo con dieci squadre B, ma nessuno ha mai pensato di fare un discorso di questo tipo. Le seconde squadre verranno inserite a partire dalla stagione 2018-2019 per andare a compensare i vuoti di organico, in poche parole, verranno inserite soltanto se c’è un vuoto. E andranno a ovviare un altro tipo di problematica ancor più concreta, quella dei gironi monchi a 17/18/19 e con i turni di riposo”.

Ulteriori endorsement arrivano dai club di Serie A. La Juventus, da anni in prima linea nell’introduzione delle squadre riserve, ha già espresso la soddisfazione per i passi avanti intrapresi dalla Figc. “È il punto di ripartenza per far crescere i giovani italiani. Sono convinto che in Italia di giocatori giovani e bravi ce ne siano ancora, ma vanno fatti crescere e vanno fatti giocare – ha dichiarato l’allenatore Massimiliano AllegriQuella delle seconde squadre è una bellissima cosa. Andranno strutturate per far sì che la serie B e la Lega Pro rimangano i bei campionati che sono, ma sono una bellissima cosa”. Soddisfazione espressa anche dall’altro sponda di Torino, quella granata.

Così ha parlato il patron Urbano Cairo: “Il Torino deve candidarsi per avere una seconda squadra anche subito. Nel 2005 facevo la squadra in una settimana, non mi spaventerebbe certo doverne fare una in tre mesi. E’ importante che però tutti condividano il progetto, anche B e C. Ho dato 20 giocatori tra B e C, sicuramente preferirei farli giocare in una squadra B. Ad esempio ci sono giocatori come Candellone che hanno perso 6 mesi perché non hanno mai giocato”.

Senza peli sulla lingua, come al solito, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis: “Per me avere una seconda squadra in Serie C non sta bene. Ne vorrei una per quelli in esubero, per la prima squadra, per poterli fare allenare lì. Poi in C giocano a calci negli stinchi, è mortificante e può fare male. C’è un disegno organizzativo? Copiamo la Spagna? Oppure parliamo tanto per aprire bocca? Sento venti di guerra che mi fanno temere per il calcio italiano”. 

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