Panfili: “Ringrazio la città per questa esperienza. Qui c’è una società seria e forte”

Francesco Panfili direttore sportivo Sambenedettese

Intervista a Francesco Panfili, che non proseguirà la sua carriera di direttore sportivo nella Sambenedettese


Non è facile analizzare il lavoro di un direttore sportivo della Sambenedettese Calcio: la rigida (e coerente) politica societaria impone la condivisione di qualsiasi scelta tecnica da parte dei piani alti della società. Ciò comporta una minore autonomia del ds e – in teoria – l’assenza di un’assunzione di colpa individuale in base alla collegialità della decisione. Ciò nonostante, il ruolo del direttore sportivo nei tre anni di gestione Fedeli è stato sempre al centro di polemiche: dalla breve permanenza di Alunni alle scintille tra Sandro Federico e la proprietà, per arrivare infine all’esperienza di Panfili, decisamente positiva dal punto di vista dei risultati eppur conclusasi con una separazione. Nonostante la comprensibile delusione del momento, il direttore Panfili si è concesso con la solita disponibilità e gentilezza per un’intervista che faccia da bilancio della sua esperienza in rossoblu.

Direttore, qual è il tuo bilancio della stagione?

È stata una grandissima esperienza e opportunità. Se la stagione è stata così esaltante, è perché sono stato messo nelle condizioni migliori per poter lavorare da parte di una società seria e forte.

Se potessi tornare indietro, c’è qualcosa che non rifaresti?

Nel calcio contano i numeri: tutti i calciatori che sono stati acquistati ci hanno permesso di arrivare terzi in un girone che si è dimostrato essere il più difficile. Nella vita bisogna sempre mettersi in discussione, ma a livello di risultati non posso che essere soddisfatto. Anche perché la Samb ha valorizzato molti giovani: è un altro vanto per tutti noi dirigenti.

Come commenti le polemiche riguardo il mercato di gennaio?

Io non mi sono mai comportato in autonomia: ho riferito ogni step del mio lavoro all’Avvocato Gianni. C’è stata una linea iniziale stabilita e poi sono arrivati 4 giocatori che hanno rinforzato la rosa. Ho voluto Marchi perché ero convinto che fosse un giocatore che incarnava i valori di chi deve indossare questa maglia. Ho voluto Stanco perché è un vincente e veniva da un’annata importante a Cremona. Ho voluto Bellomo perché avrebbe innalzato il tasso tecnico della squadra, e così è stato.

Qual è stato il tuo miglior acquisto della stagione?

Forse è troppo facile parlare di Bove. Quando l’ho preso tutti mi davano del pazzo: quando si lavora nel calcio però bisogna avere la forza di compiere operazioni di questo tipo ed ora il ragazzo, che ha un contratto triennale, rappresenta un patrimonio della Sambenedettese Calcio. Sono molto soddisfatto anche di Valente, che veniva da una realtà diversa come Siracusa; Luca Miracoli ha segnato 13 gol di cui 7 decisivi…  Tutti hanno reso oltre le aspettative e si sono dimostrati un gruppo di veri uomini.

C’è delusione per la fine di questo rapporto lavorativo?

Io ho un rapporto diretto con Andrea Fedeli e questa situazione l’abbiamo affrontata insieme. Dentro di me c’è solo gratitudine e riconoscenza verso la famiglia Fedeli, e questa riconoscenza, per quelli che sono i miei valori, viene prima di tutto.

Cosa c’è nel tuo futuro?

Parlare di futuro è prematuro, in questo momento voglio solo ringraziare la città di San Benedetto e ringraziare tutti voi per avermi fatto sentire a casa. Ringrazio tutta la comunità: tifosi, giornalisti, squadra e ringrazio di nuovo il presidente Franco Fedeli per avermi dato questa opportunità.

La società ha deciso di virare verso il progetto giovani

La Samb ha già ora dei giovani molto bravi. Per me potrà preparare la prossima stagione partendo dalle migliori condizioni: qui c’è tutto per un futuro roseo.

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