Vernecchie rossoblu: 18^ puntata (Samb-Ravenna)

Samb-Ravenna

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero. Puntata post Samb-Ravenna


Anno 2060. Oggi è l’inaugurazione del nuovo F.lli Ballarin fluttuante, costruito così per evitare i soliti problemi di viabilità (nonostante tutto, hanno bloccato Viale dello Sport). Gli 8 mila abbonati sono tutti presenti, altri duecento vengono da Milano, pronti a seguire l’esordio dell’Ambrosiana Inter (la nuova società neonata dopo l’abbandono dei cinesi). Il piccolo Ottavio III cammina accompagnato dal padre, nipote dell’ex allenatore rossoblu: «Papà, oggi il presidente minaccerà le dimissioni?» «Dipende. Fedeli è così, l’ha sempre fatto. Poi ti racconto»

Michele Palmiero: Angelo, io oggi stavo quasi per dare le dimissioni.

Angelo A. Pisani: Io resto solo perché c’è un parterre de roi: Madou, Iacopo ed Edoardo.

Madou: Io non so ancora se interverrò o no. Intanto bevo.

Edoardo Tarullo: Ragazzi, io intervengo con un breve riassunto sillogico. Alla quarta giornata avevamo 2 punti, e la situazione sembrava irrecuperabile. Miracolosamente, il mister ha ripreso la squadra, ha valorizzato la rosa e l’ha portata a fare 12 risultati consecutivi. A Natale siamo tornati competitivi per la zona playoff, incredibilmente. Quando sembrava tornare il sano entusiasmo ecco il solito Fedeli, pronto a distruggere emotivamente l’ambiente per due sconfitte immeritate. Adesso le cose sono due:

  • La sconfitta è stata presa per preparare il terreno per l’addio, già pronto e premeditato da tempo
  • Il nostro presidente è diventato purtroppo vittima inesorabile di Padron Tempo

Siccome non vedo al suo fianco collaboratrici domestiche né amministratori di sostegno voglio credere che si tratti della prima ipotesi (e il mercato invernale nullo direi che lo dimostra). Temo che bisognerà prepararsi, perché la prossima estate sarà molto caliente.

Michele: Io non penso che Fedeli abbia già deciso di vendere e stia cercando una scusa per far saltare il banco. Per me la questione è un’altra, ben peggiore: il Presidente ha la pretesa e convinzione di poter dire ogni cosa che gli passa per la testa, senza usare nessun tipo di filtro. Questa pretesa è avallata da una parte della tifoseria che, a causa dei 4 fallimenti negli ultimi 20 anni, è disposta a passare sopra a tutto pur di poter dire “siamo nel professionismo”.

Iacopo Zappasodi: Per me la paura del fallimento sta diventando quasi allettante, a questo punto. Io non ho più parole, ho perso stimoli. E come me buona parte di San Benedetto. Perdere in campo non mi sposta di una virgola, e quello che sta fuori è aberrante.

Angelo A: Se lo stadio è sempre più vuoto un motivo c’è, non credo si tratti dei risultati. Il presidente si lamenta sempre delle poche presenze, ma considerando il comportamento della società è naturale. Ancora ci si ostina a parlare di programmazione, me alla prima sconfitta non si perde occasione per demolire tutto e tutti. Qui si va avanti a ricatti, c’è proprio l’idea di partire e lasciare solo macerie. Poi non lamentiamoci se mancano gli imprenditori disposti a farsi avanti.

[Madou beve il secondo campari, scuote la testa e non proferisce parola]

Franco Fedeli

Iacopo: Ma che parliamo dei numeri, sappiamo tutti quali condizioni servano per uno stadio pieno… Noi ci andiamo da 15 anni – eccetto Angelo, che ci va per lavoro da un paio di mesi.

Angelo A: Ti offrirò una cena coi soldi che ti prendo per queste ingiurie. Tanto ho la querela pronta da quando il presidentissimo mi diede del “giornalaio” perché dissi che non c’era programmazione (ah ah ah).

Michele: Sapete qual è la cosa che mi dà più fastidio? Non appena qualcuno osa muovere una critica contro le dichiarazioni di Fedeli, si arriva puntualmente a dire di “non gettare benzina sul fuoco”. Ma che ragionamento è? Ma può essere che ogni volta deve essere colpa dei giornalisti? Voi lo sapete, non mi sono mai tirato indietro quando c’era da criticare la stampa, ma questo giochetto ha stufato.

[Madou sorseggia il terzo campari, sibila parole al veleno all’orecchio di Angelo]

Angelo A: Io sono d’accordo a metà. I giornalisti devono riportare le notizie, buone o no, e devono fare contraddittorio, che piaccia o no, ma nel 90% dei casi il problema è un altro. Buona parte della stampa non fa altro che dare cassa da risonanza al presidente, seguendo e alimentando il vento della polemica. Qui non c’è quasi mai un dibattito sano, si cerca solo un colpevole, finendo per banalizzare tutto.

Conferenze Samb

Edoardo: Il ragionamento è giusto, ma quando accadono queste cose è sempre colpa di una serie di fattori, non uno solo. Escludo da queste colpe i tifosi, perché loro – vivendo una passione – hanno tutto il diritto di criticare e essere irrazionali (e sapete quanto mi costa dire questa cosa). I giornalisti sbagliano l’atteggiamento con cui si pongono verso il presidente, come hai detto tu, anche se capisco la loro necessità di cercare notizia (e quindi cavalcare la polemica). Chi poi sbaglia maggiormente, al momento, è la società che manca di professionismo nella comunicazione da tempi immemori.

Michele: Il dibattito è assente perché ormai non si può parlare di nulla. Fateci caso: allenatore e giocatori sono chiaramente influenzati dagli sfoghi presidenziali. Ovviamente non possono prendersela con Fedeli, né possono smentire o rispondere a mezzo stampa, quindi ricorrono al Piano B: sbottano con i giornali. Quando Roselli o Rapisarda (per citarne uno) si lamentano delle critiche ricevute, sanno benissimo di ricevere le più dure dal loro datore di lavoro, ma possono prendersela solo con la stampa. Roselli, in particolare, pare un’altra persona rispetto a quella che si presentava in conferenza pochi mesi fa.

Angelo A: Roselli sta vivendo la stessa situazione di Capuano: ha ripreso una squadra che andava malissimo, l’ha portata a fare meglio di quanto potesse (o a dare l’impressione di poterlo fare) ed è stato schiacciato prima dalle pretese e poi dalle critiche. Ora è naturale che si arrivi allo scontro. Qui ogni volta che qualcosa va bene si pretende di più, e ogni volta che qualcosa va male si parte a caccia dei colpevoli.

Edoardo: Mi dispiace ragazzi, forse sarò troppo melodrammatico perché ancora sono avvelenato da sabato, ma secondo me la situazione è identica: il destino è segnato. O la squadra fa quadrato intorno a lui, arrivando tra le prime cinque, oppure presto o tardi ci sarà il passo falso che porterà allo scontro col presidente. E da lì a ritrovarsi con un Magi in naftalina è un passo. È sempre la solita solfa ormai…

Angelo A: Sono andato a rivedermi una conferenza di Palladini dopo Samb-Teramo, si dicevano le stesse cose di questi giorni. Io non parlo di pressioni della tifoseria, quella che va allo stadio, perché “paradossalmente” è la parte più sana dell’ambiente (e infatti sono stati vicini a tutti gli allenatori citati). Il problema è il resto, perché oltre al presidente c’è un humus di sicofanti che dopo ogni partita decidono chi è il nemico di oggi (arbitro, giocatore, mister?) e partono con una demolizione pezzo pezzo.

[Madou arriva al quarto campari. Le guance si colorano di un rosso più vivace della bevanda.]

Michele: Ok, va bene, ma può essere sempre colpa dei giornalisti?

Angelo A: Non è solo colpa dei giornalisti, però la stampa è molto pesante, e dalla proprietà (tolta qualche rara eccezione) non c’è alcun tipo di protezione. Tutti quelli che sono “dentro” dicono le stesse cose da anni, un motivo c’è. Facci caso, tutti gli allenatori rimasti per più di qualche mese sono arrivati alla stessa conclusione, cioè che la stampa (e non solo) guarda proprio un’altra cosa.

Di Massimo ha anche fatto cose non buone

Michele: Sarò impopolare, ma non m’interessa: questo ruolo della stampa cattiva fa comodo a tutti, in primis ai giocatori. Nel mondo del calcio non vedo più persone che si assumono le responsabilità quando le cose vanno male: è sempre colpa del capro espiatorio. Con questo non voglio dire che tutte le critiche dei giornalisti sono intelligenti: per carità, alcune sono davvero idiote.

Angelo A: Io non ci vedo molta voglia di trovare capri espiatori, almeno non da squadra e tecnico. Sarà che sono giornalista anch’io, e quindi lo sento di più, ma come si fa a sopportare chi cerca sempre di semplificare, etichettare, banalizzare? Come si fa ancora a dire “quando attacchiamo giochiamo bene, quando ci difendiamo prendiamo gol”? Qui non si parla di opinioni giuste o sbagliate, si parla proprio di un sistema di ragionamento senza senso. Qua c’è gente che prende il risultato, solo quello, e da lì spiega tutto dicendo il cazzo che gli pare. Siamo ai livello del lupo alla fonte.

Madou finisce il quinto campari, e finalmente interviene: “Mah, non capisco tutte queste polemiche. Secondo me Rolls Royce è un pezzone, meritava di vincere Sanremo”


La copertina di Madou è ispirata a “Smetto Quando Voglio”, di Sydney Sibilia. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. E se vi va potete iscrivervi anche al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!

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