Lo stadio “Ballarin”: memoria e futuro della città

Il progetto di riqualificazione dello stadio “Ballarin” voluto dalla Curva Nord Massimo Cioffi


Giovedì 4 aprile – in occasione dell’anniversario della nascita della Sambenedettese Calcio – l’Associazione Noi Samb e la Curva Nord Massimo Cioffi hanno organizzato una serata di festa al Palazzetto dello Sport. Nel corso dell’evento è stato proiettato il docufilm “Il Ballarin – La Fossa dei Leoni” e si sono esibite sul campo di calcetto le vecchie glorie rossoblu, giocatori che hanno fatto la storia del club.

Il momento più importante della serata, tuttavia, ha visto come protagonista l’ingegnere Cristiano Silvestri che, insieme al collega Marco Consorti, ha realizzato il progetto di riqualificazione dello stadio “Ballarin” su mandato della Curva Nord Massimo Cioffi. I due professionisti dello studio CalcoliStrutturali hanno mostrato ai tanti tifosi presenti le slide contenenti l’idea del nuovo Ballarin: un progetto che sia in grado di onorare il passato, riqualificare nel presente l’ingresso nord della città di San Benedetto e garantire una valorizzazione futura dell’area urbana.

Un biglietto da visita per la città

Una delle linee guida del progetto voluto dai tifosi è rendere l’area Ballarin il biglietto da visita per la città di San Benedetto del Tronto per chi arriva da Grottammare. Il progetto tiene conto della volontà dell’amministrazione comunale di mantenere il doppio senso di percorrenza su via Marchegiani, trasformando via Morosini in una strada ad accesso esclusivo per i residenti e per i ciclopedoni.

Uno dei primi interventi previsti dal progetto è la realizzazione di un’area verde di 1500 mq: un parco pubblico a disposizione del quartiere che, contemporaneamente, renderà suggestivo l’ingresso in città. Un luogo che permetterà ad anziani, famiglie, disabili di godere di un ampio segmento verde a pochi metri dal mare. Fondamentale sarà il confronto intrapreso con il quartiere San Filippo Neri: attorno alla collaborazione con il quartiere e le sue associazioni sorgeranno iniziative condivise che arricchiranno la potenzialità dell’area.

Al centro dell’area è previsto un monumento in ricordo di Carla Bisirri e Maria Teresa Napoleoni, le due ragazze morte nel tragico rogo del Ballarin: tale tema potrebbe essere oggetto di un concorso aperto a tutte le scuole del territorio al fine di coinvolgere i giovani della nostra comunità.

Il nuovo Ballarin, dunque, dovrà tenere conto dell’esigenza di armonia strutturale con il paesaggio urbano circostante con l’obiettivo di valorizzare la visuale che, da Grottammare, conduce fino al cuore pulsante della Rotonda Giorgini. Per questo motivo, al posto della vecchia Curva Nord sorgerà una struttura con funzione di spazio ricreativo e servizio di ristoro; al piano interrato saranno invece ristabiliti gli spogliatoi.

Un museo tutto da vivere

Per quanto riguarda la Tribuna Ovest, occorre tenere conto di due fattori: il vincolo legato al muro della Tribuna e la volontà dell’amministrazione comunale di rendere Via Morosini una strada percorribile in macchina solo dai residenti e accessibile in bicicletta e a piedi dal resto della cittadinanza. Il progetto prevede la riqualificazione della via, lasciando dell’attuale carreggiata una corsia – larga tre metri ad uso esclusivo dei residenti – destinando il resto della strada (compreso lo spazio sotto la tribuna) ad un percorso ciclopedonale che all’interno comprende il museo ed il muro vincolato, per la memoria del Ballarin ed in ricordo delle vittime della tragedia. Il percorso sarebbe arricchito da arredi urbani e zone verdi.

Il campo da gioco

Uno dei fulcri attorno a cui ruota da sempre la discussione sul futuro del Ballarin riguarda l’effettiva utilità di un campo da gioco. All’interno del progetto è prevista la realizzazione di un campo di calcio con manto in erba sintetica la cui grandezza è di 70×110 metri. Si tratta della dimensione minima consentita per rendere il campo omologabile fino alla Serie D.

Perché un altro campo da calcio a San Benedetto? Le risposte sono molteplici. In primis, è evidente la mancanza di una struttura d’allenamento per le giovanili della Sambenedettese Calcio. Occorre precisare che, nelle intenzioni del progetto, non è previsto l’uso esclusivo da parte del club rossoblu: l’intera “area Ballarin” sarà un luogo aggregativo per il quartiere, la città e le associazioni sportive. Allo stesso tempo, la realizzazione del campo da gioco in sintentico permetterebbe alla Sambenedettese Calcio di poter contare su una struttura per far allenare il settore giovanile e la prima squadra.

Un’altra domanda frequente riguarda la polivalenza del campo da gioco. Sarà possibile organizzare altre manifestazioni oltre a quelle calcistiche? La risposta è sì: ci sono tecnologie e strumenti già utilizzati in Italia per coprire il manto in sintetico e organizzare altri tipi di eventi.

Quale futuro per la Curva Sud?

Qualsiasi progetto che riguardi il futuro della Curva Sud deve tenere conto dei risultati dello studio di vulnerabilità sismica che sta portando avanti il Comune di San Benedetto del Tronto. Il progetto voluto dalla Curva Nord prevede l’utilizzo della struttura per dare vita a un polo aggregativo di realtà e associazioni del quartiere e di tutta la città. Un luogo dove incontrarsi, organizzare assemblee e discutere di nuovi progetti per il futuro di San Benedetto.

Come realizzarlo?

Nelle ultime settimane la Curva Nord ha voluto incontrare diverse realtà legate al mondo della Sambenedettese Calcio per gettare le basi di una collaborazione. Le vecchie glorie del club e l’Associazione Noi Samb hanno dato la disponibilità a lavorare insieme per rendere fattibile il progetto. La strada da seguire è quella dell’inclusione: solo coinvolgendo tante realtà – accomunate dalla voglia di riqualificare il Ballarin – associative, pubbliche e private, saremo in grado di passare dalle parole ai fatti. Non si tratta di una visione da imporre alla città: ogni opinione, ogni modifica suggerita sono state (e saranno) accolte allo scopo di rendere il progetto il più completo possibile.

La Curva Nord, insieme alle altre parti in causa, sta studiando la formula migliore per dare vita a un contenitore in grado di riunire le varie anime interessate, garantendo rappresentanza delle singole entità e contemporaneamente la costituzione di un interlocutore unico in grado di interfacciarsi con l’amministrazione comunale.

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