Un punto sulla Samb dopo la partita di Ravenna

Ravenna-Samb

La prestazione del Benelli è stata negativa, ma il percorso dei rossoblu non si può giudicare solo in base a una partita. L’analisi tattica di Ravenna-Samb


Come spesso accade, dopo una prestazione negativa, il post partita della Samb è diventato un tiro al piattello contro giocatori, tecnico e la squadra nel suo complesso. Un riflesso pavloviano che parte ogni volta che la Sambenedettese lascia punti per strada, a prescindere dalle circostanze e dal contesto della partita. La prestazione dei rossoblu è stata insufficiente, ma le critiche degli ultimi giorni hanno insistito sempre sui soliti temi, gli stessi da inizio anno, il che può dimostrare due cose: che la squadra non è cambiata in nulla, a dispetto del lavoro di Zironelli; o che si fanno sempre le stesse critiche, a prescindere da com’è andata effettivamente la partita.

Sulla carta la sfida di Ravenna non era molto diversa da quella con la Vis Pesaro: la differenza più grande, al di là della forza e del momento specifico delle due squadre, l’ha messo la loro prestazione. La squadra di Colucci aveva diverse assenze in alcuni ruoli chiave, ma è riuscita a mettere in campo un’aggressività e un’attenzione tali da togliere sicurezze alla Samb, che nel giro di pochi minuti ha iniziato a subire e non fare la partita. Spiegare tutto con l’assenza di Bacio Terracino – l’unica cosa in meno rispetto alla scorsa settimana – sarebbe semplicistico e tutto sommato sbagliato, anche perché le difficoltà della Samb – nonostante i pochi tiri in porta – non sono state specificatamente offensive. Rispetto alla partita con la Vis Pesaro il passo indietro dei rossoblu è stato nella gestione del possesso, da cui a cascata dipendevano tutti gli altri problemi in fase offensiva. Senza una circolazione veloce della palla i rossoblu non sono riusciti a manipolare la struttura avversaria, e quindi non hanno pescato giocatori alle spalle degli avversari, e quindi non hanno costruito occasioni pulite.

Contro la Vis Pesaro i rossoblu erano riusciti a far girare la palla più velocemente, e spesso erano riusciti ad aprirsi lo spazio per verticalizzazioni che – per quanto forzate, in alcuni momenti – hanno contribuito a dare aria profondità al gioco della squadra. Contro il Ravenna tutto questo è mancato, sia per la migliore opposizione dei padroni di casa che per l’atteggiamento troppo conservativo dei rossoblu. L’impressione trova conforto anche dai dati Wyscout: rispetto alla partita con la Vis Pesaro i rossoblu hanno giocato 70 passaggi in meno (412 a 482), ma hanno comunque fatto più passaggi laterali (189 a 176) e più lanci lunghi (65 a 54). A livello percentuale, il 46% dei passaggi dei rossoblu sono stati passaggi laterali, e il 16% sono stati lanci lunghi (contro la Vis Pesaro le percentuali erano del 36% e dell’11%).

Giocare sul lungo non è sbagliato di per sé, il problema è stato nel modo in cui i rossoblu l’hanno fatto: con giocate forzate, spesso per riprendere fiato sulla pressione avversaria. Aggregando i dati sui lanci lunghi e i passaggi in avanti, i numeri mostrano come i rossoblu abbiano tentato più spesso la giocata in verticale, ma con una efficacia molto inferiore: solo il 47% delle verticalizzazioni sono arrivate a un compagno, mentre con la Vis la media era del 57%. In parole povere, la Samb si è trovata spesso a buttare via il pallone.

Questi dati dimostrano un problema collettivo che va al di là della scelta di un giocatore in attacco o sugli esterni. Per capire i problemi della Samb bastava vedere il modo in cui muoveva la palla, ovvero molto in orizzontale e molto lenta. La squadra non è riuscita a gestire il possesso, e quando riusciva a portare palla in avanti – pescando un filtrante o aprendo lo spazio sulla fascia – trovava la difesa schierata, e aveva poche idee per sbloccare la situazione.

Su tutte vale l’esempio di questa azione a metà primo tempo: la Sambenedettese ha bisogno di 30 secondi e 9 passaggi in orizzontale per pescare un giocatore dietro alla linea di pressione. Quando la palla arriva a D’Angelo il Ravenna è comunque ben schierato, e non ha problemi a scalare sulla fascia quando il pallone arriva a Lavilla sulla destra. Il laterale avrebbe potuto tentare un rischio giocandola a Cristini, ma alla fine decide di affidarsi a Nocciolini, che con otto giocatori davanti può soltanto prendersi un fallo.

Riguardando l’azione si possono notare i movimenti piatti della squadra, con tanti giocatori che vengono incontro e pochi in verticale, ma anche le tante occasioni in cui i giocatori scelgono meccanicamente l’appoggio più immediato, invece che provare a tenere palla per provare una giocata o attirare la pressione. Non è solo una questione di singoli, ma di una prestazione collettiva: un qualcosa che non dipende solo dalle scelte individuali, ma anche dai compagni, dagli avversari e dal contesto.

Per dare un po’ di varietà alla squadra è servito l’inserimento di Botta, un giocatore di tale qualità da poter essere autosufficiente; nella fase centrale del secondo tempo ai rossoblu è bastato dare palla all’argentino e appoggiarsi a lui per far risalire la squadra col pallone.

Nei 35 minuti giocati Botta ha fatto abbastanza per essere uno dei migliori della sua squadra, ma il suo impatto è stato tale anche grazie al particolare momento della partita. La Sambenedettese non riusciva più ad avanzare con la palla, e Botta ha preso in mano il gioco facendo quello che gli riesce più semplice: prendere palla, tenerla e giocarla a modo suo. Un apporto fondamentale in un contesto disfunzionale. La vera sfida di Zironelli, nelle prossime gare, sarà quella di trovare una via di mezzo in grado di esaltare sia la squadra che lui.

In settimana l’ottimo impatto del fantasista argentino è stato utilizzato per criticare le scelte di Zironelli, anche se la scelta di Zironelli è stata essenzialmente una: quella di mettere Shaka Mawuli sulla trequarti sinistra. Un giocatore più disciplinato tatticamente, rispetto a Botta, che poteva dare maggiore aiuto nelle fasi di pressione. Conoscendo Colucci era lecito aspettarsi che il Ravenna scendesse in campo in modo intraprendente, e così è stato: Shaka avrebbe dovuto dare la possibilità di mettere più pressione ai difensori avversari, per aiutare la squadra a stare alta e recuperare velocemente il pallone.

Il problema, ancora una volta, è stato nella prestazione collettiva. Rispetto alla partita con la Vis Pesaro la Sambenedettese ha fatto un passo indietro, rivelandosi poco efficace nella pressione alta, e troppo imprecisa nelle mercature preventive. Due problemi che hanno finito per concedere ai ravennati il controllo del pallone.

Due uscite in ritardo della Samb che aprono il fianco al Ravenna: nella prima azione la difesa permette a Mokulu di ricevere e girarsi, nella seconda bastano due passaggi per aprire una voragine tra centrocampo e difesa

Anche qui l’impressione del campo viene evidenziata dai dati: contro il Ravenna i rossoblu hanno recuperato solo 66 palloni, e di questi solo 35 nella zona medio-alta del campo; con la Vis Pesaro la Sambenedettese aveva recuperato 87 palloni, e 54 di questi nella zona medio alta. Un altro confronto si può trarre dall’indice PPDA, ovvero i passaggi concessi per azione difensiva, che aiuta a comprendere l’atteggiamento passivo o meno di una squadra in fase di non possesso. Contro la Vis Pesaro la Sambenedettese ha giocato una delle partite difensivamente più “attive” concedendo solo 6,17 PPDA. Col Ravenna la squadra è stata molto più passiva o inefficace, e l’indice PPDA ha segnato un record negativo stagionale: 17,38.

Questi numeri sono influenzati da diversi fattori, dall’atteggiamento della squadra avversaria – che può provare a tenere più o meno il pallone – all’andamento della partita. Dopo il vantaggio di Botta, al 71esimo, la Sambenedettese si è abbassata e ha lasciato il pallino del gioco ai ravennati, ma la passività testimoniata da questi numeri resta enorme sia considerando la media stagionale (10,09 PPDA), che partite molto più complicate affrontate fin qui: contro il Perugia, ad esempio, la Samb aveva concesso solo 10,41 passaggi per azione difensiva.

Partite con ZironelliPPDA
Ravenna – Samb17,38
Samb – Vis Pesaro6,17
Samb – Perugia10,41
Sudtirol – Samb14,86

La prestazione della Samb è stata negativa, ma resta una prestazione, e per dare un giudizio complessivo – come molti stanno facendo, in questo momento – bisogna considerarla nel contesto offerto dalle altre partite. La Sambenedettese non è riuscita a fare quello che cercava, ma questo non toglie nulla dal valore delle idee che hanno provato ad applicare in questa e nelle altre partite. In questo mese la squadra ha avuto momenti brillanti e deludenti, ma questi saliscendi fanno parte di un percorso laborioso che è ancora agli inizi. Zironelli è alla Sambenedettese da quattro settimane, e al momento non ha ancora perso la sua prima partita: i problemi non sono stati risolti, ma non è ancora tempo dei processi.

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