La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero, in collaborazione con l’Antico Caffè Soriano. Puntata post Südtirol-Samb
Dopo un inizio di campionato pieno di saliscendi emotivi i rossoblu giocano una partita noiosa ma rassicurante, e quindi strana: all’esordio la squadra di Zironelli è riuscita a fare il risultato che ci si aspettava, un pareggio, con la prestazione che ci si aspettava, discreta. Con qualcosa di diverso, non troppo, ma abbastanza da pensare a un cambiamento più sostanziale già nel prossimo futuro. È poco a cui aggrapparsi, ma sarebbe stato giusto aspettarsi più di così?
Michele Palmiero: Caro Dottore, ora che hai ottenuto la magistrale si apre un nuovo capitolo della tua vita. L’età dell’audacia, del 4-3-3, dell’attitù, del “meglio morire in prima linea” è archiviata; è tempo di mettersi in gioco col lavoro duro, un pezzo alla volta, dell’impegno per costruirsi un futuro. È tempo del 3-5-2 di Mauro Zironelli.
Angelo A. Pisani: Beh, anche il 3-5-2 di Zironelli è molto audace. Io ricordo ancora bene la prima partita che ho visto del Mestre, a Portogruaro: una squadra neopromossa che partiva palla a terra da dietro, provava a dominare il possesso, alzava i centrali a centrocampo e teneva i terzini sulla linea offensiva. Domenica abbiamo visto poco di questo, per forza di cose, e chissà quando ci arriveremo. Però qualcosa si è visto, e la prestazione complessiva non mi è dispiaciuta. Citando Boban, direi che abbiamo fatto una “partita seria”.
Michele: Diciamo che si è giocata la partita che tutti si aspettavano: concentrazione, agonismo, voglia di farsi trovare pronti agli occhi del mister. Tre giorni di allenamento erano decisamente pochi per chiedere di più, ma il punto guadagnato è il “fieno in cascina” di cui ha parlato Zironelli nella conferenza di presentazione.
Angelo A: Il Südtitrol era una delle squadre peggiori da affrontare, e complessivamente ne siamo usciti bene. Uscire con dei punti dal Druso sarà complicato per tutti, quindi c’è poco da fare gli schizzinosi. Ho già sentito i primi giudizi contro l’assetto e la scelta della squadra, ma vorrei ricordare a tutti che Zironelli ha fatto solo tre allenamenti e metà della sua squadra non parla nemmeno la sua lingua.
Michele: Alla vigilia mi aspettavo un’esclusione eccellente, ma tra Maxi Lopez e Botta avrei scommesso più sulla panchina del primo che del secondo. Non so se la decisione di partire senza Botta sia davvero una scelta tattica o nasconde anche altre motivazioni: per me è un giocatore fuori categoria, dovrebbe giocare ogni singolo minuto a disposizione. Allo stesso tempo posso capire l’esigenza di fare scelte difficili, visto che in questo momento la priorità è quella di trovare la quadratura del cerchio, e bisogna farlo senza perdere troppi punti per strada.
Angelo A: Domenica Zironelli è partito da il suo modulo preferito, ma parliamo di codici già conosciuti dalla maggioranza della squadra; del resto l’assetto era praticamente lo stesso della partita col Carpi, l’unica differenza negli undici era Di Pasquale al posto di Cristini. In questo momento bisognerà venirsi incontro, anche perché bisogna anche fare risultati, ma prima di parlare di scelte bisognerà aspettare almeno 2-3 partite.
Michele: Io sono fiducioso, comunque. L’idea di calcio di Zironelli si sposa al meglio con la rosa della Samb per almeno due aspetti: i centrali a disposizione sono ideali per la difesa a 3 (contro il Sudtirol, ad esempio, si è visto un ottimo Enrici) e in attacco il nuovo tecnico ha l’imbarazzo della scelta. Ci sono però anche delle incognite, in primis quella degli esterni: Liporace e Scrugli non hanno convinto con il cambio modulo, ma sulla carta restano i titolari, a meno che Zironelli non voglia convertire qualcuno in quel ruolo: io farei un tentativo con Masini, che mi sembra avere il passo giusto. L’altra incognita è quella di Botta, che in fase difendente non è eccezionale e richiede un grande supporto da parte dei centrocampisti.
Angelo A: Per me il ruolo migliore per Enrici è proprio quello. Ha aggressività, sa difendere in avanti ed è abbastanza rapido in recupero: come braccetto è ottimo. Il problema è che essendo mancino dovrebbe giocare sullo stesso lato di Di Pasquale, ovvero il nostro miglior difensore in nella fase di uscita. Domenica Enrici si è spostato di lato e ha comunque giocato bene, però in fase di possesso siamo passati solo da sinistra. È anche una questione di abitudine, quindi vediamo come andranno le prossime. Dei terzini parlo già da inizio campionato, c’è anche da dire che tre su quattro arrivano da altre realtà, e hanno diritto a un po’ di tempo per adattarsi. Io ne ho sentite di tutti i colori, specie contro Liporace, ma a volte il blocco è anche e soprattutto mentale. Poi dipenderà tutto da come vorrà giocare Zironelli, perché non è solo una questione di ruolo ma di funzione all’interno della partita. Ho sentito grandi analisti parlare di difesa a tre perché così “non si utilizzano i terzini”, una considerazione che significa essenzialmente tre cose: non sapere come funziona il gioco, non sapere come funzionano moduli, non sapere cosa sono i terzini.
Michele: Aspetta, ora ho finalmente capito perché abbiamo giocato due anni senza terzini di riserva. Fedeli aveva capito tutto: i terzini non servono!
Angelo A: Ah, Fedeli, il grande presidente Fedeli. Alla fine l’ha trovata una squadra? Aveva la fila dietro, ma credo abbia fatto la fine della Bella di Torriglia (cercate su google). Mi fa piacere si sia preso del tempo per dare consigli alla nuova proprietà, del resto dalla sua impeccabile gestione societario-sportiva (di cui sono rimaste solo le macerie) c’è solo da imparare. Mi è piaciuta in particolare la parte sui giocatori “troppo vecchi”, visto che a lui piace puntare sui giovani. Io e l’ex presidentissimo abbiamo sicuramente una concezione diversa del “puntare” sui giovani: io penso al settore giovanile, alle strutture, al lavoro sul territorio, mentre lui pensa proprio al “puntare” stile gioco d’azzardo, come riempire un pullmino dalla Romulea o ingaggiarne una dozzina dalla D nella speranza di beccarne uno decente. Lasciamo anche stare il discorso sui “vecchi” che ha preso lui, perché sarebbe anche folle paragonare Maxi Lopez a Troianiello. Voglio solo citare alcuni dei giovani portati dalla sua illuminata dirigenza: Kernezo, Panaioli, De Paoli, Minnozzi, Laevens, Islamaj.
Michele: Penso che il passaggio più ridicolo della sua intervista sia stato quando – parlando di Serafino – ha detto che il cavallo non si giudica alla partenza ma all’arrivo. Una dichiarazione molto intelligente da parte di chi ha lasciato la Samb con i debiti. Purtroppo sfidare il Perugia vuol dire essere costretti a leggere i pensieri illuminanti di personaggetti che hanno legato il loro passato alle due squadre. Ha parlato persino Arcipreti, pensa come siamo messi.
Angelo A: Vabbè, che ci vuoi fare, l’importante è esserseli lasciati alle spalle. In questo possiamo sentirci vicini al Perugia, che probabilmente ha lo stesso sollievo nostro quando pensa a loro due. Per il resto siamo molto distanti, almeno in questo momento.
Michele: Mettiamola in questi termini: la Samb ha un’ottima squadra, il Perugia ha una squadra che non c’entra nulla con la Serie C. Sono tra i favoriti, questo è chiaro a tutti, però ci sono tante incognite dal punto di vista mentale: tanti giocatori dovevano andare via e sono rimasti, l’ambiente è spaccato contro la società e la pressione del ritorno immediato in B è fortissima. La situazione è incandescente, ma nonostante tutto penso che sia una questione tra loro e il Padova. Almeno sulla carta.
Angelo A: Noi siamo sicuramente indietro, ma nei 90 minuti può succedere di tutto. Se si fosse giocato con lo stadio pieno sarebbe stata un’altra storia, ovviamente, ma resta una partita molto scomoda per loro. Noi abbiamo le giustificazioni del mondo, e per girare l’inerzia dalla nostra parte basterà una scintilla. Non dico che ce la faremo, eh; dico solo che siamo più bravi a far sorprese che a rispettare i pronostici. O forse sono io che mi faccio distrarre dal sound del presidente.
La copertina di Madou è ispirata alla locandina del programma comico Fuori dal coro, di Mario Giordano. Meme di @apakakov. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. Intanto iscrivetevi al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!