Non serviva una vittoria per apprezzare la partita di Trieste (però aiuta)

Triestina-Sambenedettese

La vittoria del Nereo Rocco certifica la crescita della squadra di Zironelli, un qualcosa che va oltre ai punti in classifica. L’analisi tattica di Triestina-Samb


C’è stato un momento, nella partita di Trieste, in cui sembrava che la Samb non ce l’avrebbe fatta. Al 37esimo minuto Malotti aveva servito una palla in verticale per D’Angelo, che era riuscito ad anticipare Lodi in mezzo a una pozzanghera e di tacco l’aveva restituita al compagno, che intanto aveva tagliato verso il centro del campo, per compensare il movimento di Botta sull’esterno. Pur portando avanti la palla a fatica Malotti era riuscito a controllare e servire Maxi Lopez, che nonostante la marcatura di Capela era riuscito a girare palla verso Masini, che aveva tagliato dentro per riempire l’area di rigore.

Nello stop la palla era scivolata indietro, ma Masini era comunque riuscito a caricare il tiro, contrastato da Gatto. Sulla palla vagante era arrivato Angiulli, che aveva seguito l’azione fino al limite dell’area e si era avventato sulla sfera per rimettere in mezzo. In quel momento la Sambenedettese aveva portato cinque giocatori in area, con Botta e lo stesso Angiulli appena fuori. Dopo la respinta di Tartaglia la partita era arrivata a Rocchi, che aveva riprovato a mettere dentro per Maxi Lopez; sulla spazzata di Lodi era arrivato Malotti, che aveva appoggiato indietro per il tiro di Angiulli: il centrocampista rossoblu era riuscito a sparare un missile in mezzo al fango, ma Capela aveva deviato quel tanto che basta per alzare la palla sulla traversa.

La Sambenedettese ci stava provando ormai da tanto, nonostante un campo impraticabile, un avversario estremamente determinato e la fatica delle tre partite in tre giorni: aveva già segnato, e il gol era stato annullato, e aveva già rischiato di andare sotto, su una palla impantanata nell’area di Nobile. L’azione non era molto pericolosa, ma l’irregolarità del campo stava trasformando ogni palla nei pressi dell’area in una scheggia impazzita. Se la partita fosse finita 0 a 0 nessuno avrebbe avuto molto da obiettare, perché i rischi e le circostanze della gara erano completamente imprevedibili. La squadra di Zironelli era imbattuta da sei gare, aveva appena vinto una partita molto complicata ad Arezzo, e un punto sarebbe andato benissimo.

È per questo, soprattutto per questo, che la vittoria di Trieste ha un valore incredibile. Sbancando il Nereo Rocco i rossoblu hanno raggiunto un traguardo importante – il settimo risultato utile, che ha portato i rossoblu a cinque punti dal primo posto – ma hanno dimostrato la forza delle loro idee, riuscendo a giocare con intelligenza e coraggio anche in un campo dove non sembrava possibile. Riguardo alla partita di ieri è difficile parlare di calcio, ma si può parlare di calciatori: si può parlare del lavoro che hanno fatto in mezzo al campo, contestando tutti i palloni che potevano; si può parlare del coraggio con cui hanno attaccato, prendendosi responsabilità in fase di possesso; si può parlare dell’attenzione e intelligenza con cui hanno difeso, limitando per quanto possibile i rischi.

In conferenza Pillon e Lodi hanno parlato di una sconfitta decisa dagli episodi, ma ridurre tutto a questi significherebbe non rendere giustizia alla partita. I rossoblu hanno giocato sullo stesso campo degli avversari, ma a differenza degli alabardati non hanno mai smesso di provare a fare la gara, cercando di costruire. La parata di Nobile è stata decisiva, ma il tiro di Caivano arrivava da un’azione casuale, nata da una rimessa laterale che ha generato una mischia. Il gol dei rossoblu è arrivato al termine di due minuti passati nella metà campo avversaria, coi difensori all’altezza del centrocampo e quattro giocatori sulla linea offensiva. Due minuti in cui la Samb ha messo grande pressione sulla difesa alabardata, fino a creare le condizioni per permettere la ricezione di Nocciolini al limite dell’area, il cross di Malotti e il colpo di testa di Lescano.

La differenza tra Sambenedettese e Triestina non è stata tra la grande parata di Nobile e l’errore di Offredi, ma dal fatto che il primo si è preso responsabilità importanti, e spesso si è trovato a difendere anche fuori dall’area per supportare il resto della squadra, che ha provato a giocare e si è presa molti più rischi di quanto non abbia fatto la Triestina.

Questo non significa che la Sambenedettese avrebbe vinto in ogni caso. Ci sono stati momenti in cui sembrava che non ce l’avrebbe fatta, e se il tiro di Caivano fosse entrato sarebbe arrivata quasi certamente una sconfitta. Il merito della Samb non sta negli episodi che l’hanno premiata, come è stato detto dai triestini in conferenza stampa, ma dal modo in cui la Sambenedettese ha affrontato questi elementi casuali, cercando di governare la partita. Il merito dei rossoblu sta nel modo in cui hanno affrontato questa gara, nei rischi che si sono presi, nella capacità di sfruttare gli inciampi della fortuna. E questo sarebbe valso tanto in ogni caso, vittoria o sconfitta.

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