Vernecchie rossoblu: 19^ puntata

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso. Con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero


Dopo i botti di fine anno (pim!, pum!, pam!) il 2017 si è aperto in modo ancora più caotico. Il 2 gennaio Di Campli lascia un’intervista al Corriera Adriatico in cui dice che – nel caso resti Palladini – Di Massimo andrà via. Nemmeno 24 ore dopo l’allenatore rossoblu decide che ne ha avuto abbastanza, e si dimette. Il giorno dopo la dirigenza ufficializza l’accordo con Stefano Sanderra, presentato lo scorso sabato. 

I nostri vernecchiatori mordono freddo, e si apprestano a fare l’ennesimo articolo destabilizzante – che tanto è sempre colpa nostra 🙁

Angelo A. Pisani: Ciao Michelino. Sarò melodrammatico, ma io mi sento un po’ come Laocoonte. Abbiamo passato gli ultimi 6 mesi a dire che le critiche a prescindere (e quelle superficiali, e quelle poco informate) avrebbero eroso la nostra Samb, ed è puntualmente avvenuto. Pezzo per pezzo stiamo perdendo un po’ tutto, a livello dirigenziale e di squadra. Per non parlare della perdita umana e sportiva data dalle dimissioni di Palladini. Oltre che un monumento, il mister era un ottimo tecnico, serio e preparato: una sicurezza dalla media punti irreprensibile. Perché arrivare a questo punto? Non lo capirò mai.

Michele Palmiero: Per parlare di tutto quello che è successo negli ultimi due mesi non basterebbe una maratona di Enrico Mentana. In questa rubrica ne abbiamo parlato approfonditamente e senza peli sulla lingua: secondo me il punto di svolta negativo c’è stato nei giorni che hanno portato al derby contro l’Ancona. Tutto l’ambiente, chi più chi meno, ha sovraccaricato una partita come tutte le altre trasformandola nel giorno del giudizio.

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Il collegamento con la Sardoni by Balla la Samba

Da lì in poi sono saltati tutti gli equilibri: ogni giorno il giudizio su squadra, società e allenatore cambiava; la classifica si è fatta insopportabile e il futuro senza speranza. Con l’arrivo del nuovo l’allenatore e il bombardamento mediatico sul mercato invernale i riflettori si sposteranno dalla squadra e, forse, tutto l’ambiente acquisterà un minimo di serenità in più. D’altronde, nel calcio la memoria è più corta di un calcio d’angolo battuto da Berardocco…o  Pezzotti….o Di Massimo….per non parlare di Tortolano….ma abbiamo qualcuno che sappia battere i calci piazzati?

Angelo A: La beffa è sentire che l’obiettivo ora è quello dei playoff, come se prima fosse stato diverso. Fedeli ha detto che lui non avrebbe mai esonerato Palladini, ma non ha mai difeso il proprio allenatore che – nonostante tutto – ha sempre mantenuto la squadra entro i propri obiettivi, se non più in alto. Come ho già scritto, gli alibi sono finiti: ora non si può più accusare il mister di scelte sbagliate, né Federico per la squadra fatta, né i giocatori che stiamo vendendo. Il processo ci è costato l’allenatore migliore della Samb degli ultimi dieci anni, ne varrà la pena?

Michele: Ne varrà la pena solo se gli ultimi due mesi serviranno da lezione all’intero ambiente. Sono d’accordo con te nel dire che la società avrebbe dovuto tutelare di più il proprio allenatore, ma anche il pubblico sambenedettese ha la sua parte di responsabilità. Ho sentito alcuni tifosi denigrare, criticare, a volte offendere Ottavio Palladini come mai avrebbero fatto per tanti delinquenti che sono passati per San Benedetto.

Se quest’esperienza aiuterà ogni componente in causa (società, squadra, tifosi, stampa) a maturare, allora ne sarà valsa la pena. Altrimenti prepariamoci ad altri mesi di montagne russe emotive, “la colpa è dei giornalisti che vogliono il male della Samb”, “Fedeli caccia i soldi e può dire quello che vuole”, “la società non capisce nulla di pallone” e “Sanderra non è l’allenatore giusto, con lui retrocediamo”.

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Sanderra non vi teme (Educazione Siberiana + Durim Ramadani, che lavora per noi anche il giorno del suo compleanno)

Angelo A: Sanderra è un buon allenatore, serio e preparato, ma a San Benedetto corriamo il solito rischio di esagerare le cose. C’è chi ha messo l’accento sulle ultime esperienze negative (Salernitana, Catanzaro, Viterbese) e chi sulla doppia promozione col Latina; il rischio è quello di pretendere troppo, come riscatto o conferma. Come ha detto lui stesso, arrivare a campionato in corso e pensare di creare una propria squadra è difficile. Aspettarsi tutto e subito potrebbe essere un problema.

Michele: Il nuovo allenatore ha a disposizione due settimane per conoscere giocatori e ambiente. Il dubbio più grande è capire quanto e come inciderà il mercato invernale: tra i 5 epurandi di Fedeli il primo, Luca Berardocco, ci ha già salutato e gli altri sono in procinto di seguirlo.

Angelo A: A me piacerebbe sapere quale sia stata la vera colpa di Berardocco. Come ho scritto quando è arrivato, lui è un facilitatore di gioco: il suo compito è di garantire un’uscita pulita del pallone e (quando possibile) verticalizzare. Non deve far gol, non deve fare la corsa campestre: deve far girare la squadra. E l’ha sempre fatto. Forse è come ci ha suggerito Lucio: l’abbiamo venduto perché nella Samb la qualità ha rotto il cazzo.

Ma Fedeli vuole Ferretti del Gubbio o quello di Occhi del Cuore?

Michele: Per quanto possa piacere o meno Berardocco, la questione ora è un’altra: come fare per alzare il livello qualitativo della squadra senza appesantire troppo il monte stipendi?  A meno che non si voglia aggredire il mercato a suon di euro, come hanno fatto Padova e Parma, è necessario cercare un giocatore  in esubero, disponibile in prestito o a zero. Si è parlato a lungo di Caccavallo, ma il giocatore ha preferito il Venezia.

Angelo A: Per dare un giudizio sulla scelta vediamo chi prende. Amadio non sarebbe affatto male, ma tra l’obiettivo e la realizzazione ci sono altre cinque squadre di Lega Pro (Padova, Reggiana, Carrarese, Bassano e soprattutto Teramo). Intanto – nel momento in cui scrivo – è arrivato in prova questo qui. A naso, abbiamo trovato il tuo nuovo giocatore preferito.

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Kolawole Oyelola Agodirin. Ala, falso nueve e filosofo

A parte scherzi, pur non essendo giovanissimo è una garanzia tecnica per Sanderra, che l’ha già allenato a Catanzaro e Latina. Credo che il giocatore sia stato chiesto espressamente dal tecnico, e il fatto che la società abbia appoggiato la scelta è un buon segno.

Michele: Considerando che, finora, il mio giocatore preferito era N’Tow non è molto difficile fare di meglio. Comunque siamo passati da Finocchio e Caccavallo ad Agodirin: ma i cognomi in grazia di Dio proprio non ci piacciono?


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