Sciopero sì, sciopero no: l’AssoCalciatori a un bivio

La calda e movimentata estate della Serie C non sarà facilmente dimenticata dal presidente Gravina. Oltre a dover rinunciare al format a 60 squadre, il numero 1 della terza divisione ha dovuto parare gli attacchi di tribunali, società e calciatori.

Da 60 a 57 società

La ferita più grande è opera del Collegio di Garanzia del Coni, che ha clamorosamente ripescato il Rende in Serie C ribaltando la sentenza del Consiglio Federale. Giustizia tardiva, saggio ravvedimento o lotta intestina tra istituzioni?

Ripescaggi e (mancate) riammissioni hanno aperto una profonda spaccatura nel mondo del calcio. Vibonese e Lumezzane hanno pesantemente criticato la condotta della Lega di C e si vedono defraudate del professionismo a fronte di squadre che, sul campo, si sono salvate pur non avendo presentato la fideiussione obbligatoria. È il caso di Messina e Como, società poi fallite durante l’estate.

La rabbia dell’AssoCalciatori

Esclusi i tifosi, la categoria che può dirsi maggiormente danneggiata dalle politiche della Lega di Serie C è quella dei calciatori. Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, ha più volte manifestato la contrarietà alla decisione di non riammettere le squadre retrocesse sul campo ma virtuose dal punto di vista societario. L’abbassamento da 60 a 57 squadre, unito alla nuova regola degli over, rappresenta una mannaia per la categoria.

Inoltre la Lega di C ha deliberato di posticipare la scadenza del pagamento degli stipendi di giugno dal 21 agosto al 16 settembre: una scelta incomprensibile, considerando i continui ritardi di molte società nel rispetto delle scadenze.

Sciopero in arrivo?

Nelle concitate ore che hanno fatto seguito all’Assemblea di Lega, Damiano Tommasi aveva lasciato intendere che lo sciopero dei calciatori in occasione della prima giornata di campionato era un’ipotesi più che concreta. A seguito dello stato di agitazione proclamato dall’AIC, il presidente Gravina ha voluto scrivere una lettera a Tommasi invitando l’AIC a “valutare argomenti – tra cui quello, fondamentale, di un nuovo patto di riequilibrio delle risorse funzionali a tutto il sistema calcio – in ordine al quale tutti dovrebbero esprimere posizioni con prospettive che guardino a dare un futuro certo al sistema calcistico, al di sopra dei singoli interessi di parte”.

Basterà una lettera per placare l’ira dei calciatori?

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