La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero
Le vernecchie di oggi manterranno la solita ironia, anche se la voglia di scherzare – in questi giorni – è davvero poca. Con il cuore e la mente siamo al fianco di Luca e di tutta la famiglia Fanesi, ricordandovi che – per ogni tipo di informazione – potete contattare l’Associazione o la Curva Sud Vicenza. Forza Luca!
Con appena tre giorni di allenamento alle spalle, e tantissimi problemi da risolvere, Eziolino Capuano è riuscito a imporre sé stesso e la propria squadra sul complicato campo del Ravenna. Una vittoria targata 3-4-3 e firmata da due giocatori che – fino a pochi giorni fa – sembravano molto lontani dal momento migliore: Tomi e Bacinovic. In attesa delle prossime gare, il biglietto da visita di Capuano si arricchisce.
Michele Palmiero: Sospiro di sollievo. Temevo la trasferta di Ravenna non per la forza dell’avversario, ma per tutto il contorno che ci ha accompagnato alla partita. Eziolino Capuano, in tutta la Serie C, è l’allenatore che sa cambiare più cose nel minor tempo: a Ravenna ne abbiamo avuto la prova. Calci piazzati, solidità difensiva, intensità di gioco: si è vista una Samb diversa.
Angelo A. Pisani: Non è (ancora) cambiato tutto, ma la Samb ha avuto quel quid in più per vincere le partite che non sembrava più capace di vincere. Nelle ultime partite avevamo mostrato sempre le stesse cose: inizio in un certo modo (premiato o meno dal gol), frustrato da un finale di sofferenza che ha tolto punti e certezze. Col Santarcangelo ci ha salvato Miceli, con Renate, Vicenza e Sudtirol siamo andati a picco. Anche nel finale di Ravenna abbiamo rischiato, ma durante la partita siamo stati più attivi, impositivi e – non lo sottovalutiamo – fortunati.
Michele: Ben venga la fortuna: sarei stato contento anche se avessimo vinto grazie a 3 autogol del portiere e 2 rigori regalati. L’importante è fare punti, anche perché dopo 2 punti in 4 gare l’aria stava diventando pesante.
Angelo A: Partiamo dal presupposto che il Ravenna visto domenica è davvero povero (povero di convinzione, soluzioni e risorse); la cosa migliore è vedere la squadra così cambiata in così poco tempo. Sotto tutti gli aspetti, non solo il modulo (che comunque è stata una bella novità).
Michele: Aspettavo questo momento da tempo. Dopo anni e anni di 4-3-3 mi svegliavo di notte, tutto sudato, sognando tre difensori centrali e un maxi affollamento a centrocampo. Il modulo usato da Capuano è un sogno che si realizza: con il recupero di Miracoli e la resurrezione di Bacinovic ne vedremo delle belle.
La difesa a tre è meglio di una femme fatale
Angelo A: Ci sono stati momenti in cui abbiamo visto squadre col 4-2-3-1 (il secondo Palladini, Beoni, Moriero nel primo mese), e 3-5-2 (il precampionato scorso), ma sono state solo sbandate in un lunghissimo matrimonio con i 4 difensori, 3 centrocampisti e 3 attaccanti. Il che è paradossale, anche perché non siamo mica il Barcellona.
Michele: Non siamo come il Barcellona, anche perché il falso nueve noi lo usiamo ancora. Comunque: per adesso abbiamo scoperto che il gioco di Capuano si adatta alla rosa, ora bisognerà vedere se il carattere del mister andrà bene con quello del presidente.
Angelo A: Per citare il mister, “I poli uguali si attraggono”. Quel poco di conoscenza residuata dai miei cinque anni di scientifico suggeriscono sia il contrario, ma tant’è: se il mister riuscirà ad andare d’amore e d’accordo col presidente può arrogarsi il buon diritto di piegare le leggi della fisica.
Capuano è contraddittorio, perché la sua immagine esterna cozza con l’allenatore che c’è sotto. Negli ultimi giorni ha alternato citazioni sui testicoli dei genitori dei suoi ex giocatori a discussioni tattiche sulla fase di uscita e le seconde palle. Con la stessa naturalezza, poi. In una città come San Benedetto un profilo così potrebbe essere il giusto mezzo tra l’impatto con la piazza e quello col campo.
Michele: Dietro ai microfoni, secondo me, Capuano sconfigge a mani basse tutti gli altri allenatori messi insieme. Sa quello che deve dire e sa come dirlo: a San Benedetto la comunicazione è un aspetto fondamentale, e lui in quello è un fuoriclasse.
Angelo A: Secondo me a volte si pone in un modo tale da farsi banalizzare. Come scrissi l’anno scorso, “Capuano è un personaggio da romanzo popolare, un piccolo Totò che alterna linguaggio forbito e strafalcioni, atteggiamenti seriosi e sguaiati, vestiti elegantissimi e camicie strappate“. Un allenatore stile anni ’90, che avrà un presidente stile anni ’90 come Fedeli, sanguigno e fumantino. Sono certo che si troveranno.
Michele: Sulla carta è stata una scelta azzeccatissima. Resta un solo dubbio: ha raramente allenato una squadra con obiettivi d’alta classifica. Se avessi una squadra in crisi, ultima in classifica, con 12 giocatori a disposizione di cui 9 pippe, io mi affiderei a lui ad occhi chiusi. Qui troverà una situazione diversa, maggiori pressioni e più responsabilità nella scelta dei giocatori.
Angelo A: Ha sempre allenato le piccole, ma spesso è riuscito a raggiungere risultati insperati. Anche quest’anno, col Modena, è riuscito a fare partite dignitose nonostante una situazione disastrata. Allenare le piccole non è un limite, anzi: io mi fido più di uno che ha fatto bei risultati con squadrette che chi ha raggiunto gli obiettivi con i favoriti. Il vero passo da fare sarà dal punto di vista mentale.
La speranza è che non accada come con certi allenatori abituati a giocare con squadre di media classifica, capaci di fare un solo modulo e assolutamente inadeguati alle esigenze di gioco, risultati e gestione che si chiedono a squadre importanti come… Chessò, la Nazionale.
Michele: Pieno rispetto per Gian Piero, grande amatore ed esponente del mio amato 3-5-2. La mancata qualificazione dell’Italia ai mondiali può aver tolto un po’ di appeal alla difesa a 3, ma in Serie C credo che sia un sistema più che efficace. Comunque Checco Moriero ha fatto nascere una nuova moda.
Angelo A: Dopo la partita di lunedì, se vedo di nuovo un 3-5-2 che non sia quello dell’Albinoleffe faccio invasione di campo. Io la penso come Cruyff: chi gioca senza ali dovrebbe essere appeso a un pero.
Michele: Ma chi se ne frega! Ormai non ne posso più di andare allo stadio a vedere le solite azioni sulle catene laterali. Voglio la ricerca ossessiva dei calci piazzati, voglio la rissa in mezzo al campo, voglio il centravanti fisico affiancato da una seconda punta brevilinea. Voglio un dolce ritorno al passato, dove le vinciamo tutte in contropiede.
L’immagine di Madou è ispirata al mosaico de L’imperatore Giustiniano I e il suo seguito, nella Basilica di San Vitale a Ravenna. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. E se vi va potete iscrivervi anche al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!