La lettera di Dalla Bona e i problemi della Serie C

Daniele Dalla Bona

In una lettera aperta, il capitano del Santarcangelo ha denunciato le tante incoerenze della Serie C


Alla vigilia della gara di ritorno dei playout tra Santarcangelo e Vicenza – la gara d’andata è terminata 2-1 a favore dei veneti – il capitano gialloblu Daniele Dalla Bona ha voluto esprimere il suo pensiero sulle dinamiche che hanno condotto le due squadre allo spareggio salvezza. Il giocatore parla con inusuale schiettezza, assumendo una posizione fortemente critica nei confronti della politica della Serie C e dei suoi organi di controllo.

Il nocciolo della protesta è la disparità di trattamento che la Lega ha avuto nei confronti delle due società. Il Santarcangelo è stato penalizzato (per di più a campionato concluso) per il pagamento in ritardo di una parte dei contributi IRPEF del mese di febbraio: una cifra bassissima, ridicola se confrontata con la massa di debiti che il Vicenza ha portato avanti in questo campionato. Gli avversari del Santarcangelo, infatti, hanno portato a termine il campionato nonostante il fallimento societario in tribunale e il mancato pagamento degli stipendi già dall’inizio della stagione.

L’attacco di Daniele Dalla Bona, ovviamente, non è rivolto personalmente al Vicenza, ai suoi giocatori e tifosi, ma alla situazione di crisi che imperversa nella terza divisione del calcio italiano. L’inefficienza degli organi di controlli della Serie C, infatti, permette a troppe società di proseguire la stagione agonistica pur non potendo garantire i requisiti minimi economici per mantenere gli impegni presi con tesserati e fornitori. Quello del Vicenza è solo uno degli ultimi casi di squadre fallite nel corso della stagione, o in grave crisi economica, che “falsano” la regolarità del campionato: Modena, Arezzo, Akragas, Lucchese sono solo alcuni degli altri esempi di gravi deficit gestionali a cui non è stato posto rimedio prima dell’inizio della stagione.

La critica mossa dal capitano del Santarcangelo non è sicuramente la prima, né sarà l’ultima, ma rappresenta uno dei primi casi di un calciatore che si assume la responsabilità di prendere posizione esprimendo un pensiero contrastante e motivandolo con argomentazioni con cui si può essere o meno d’accordo, ma che restituiscono al calciatore il ruolo di “essere pensante” all’interno di un sistema volto ad azzerare il confronto in nome del politicamente corretto.

La lettera di Dalla Bona

Parliamo di fatti, facciamolo prima della fine, che altrimenti poi sembrano alibi o futili scuse. Il Santarcangelo ha commesso un errore gestionale, ha tardato, per un’incomprensione sulle scadenze, il pagamento di una parte di contributi relativi a febbraio, una cifra risibile, depositata non appena accortosi dell’errore. Risultato: prima assolto e poi condannato a due punti di penalità in classifica. A CAMPIONATO TERMINATO, a salvezza raggiunta. Conseguenza? Playout. “Chi sbaglia paga” ci hanno detto gli avvocati, i burocrati.

Queste regole sono state introdotte per evitare “i banchetti” dei soliti squali che entrano nel mondo del calcio senza risorse da investire e che anzi gonfiano conti e speculano, facendo il male del nostro amato sport. Bene. Il Vicenza quest’anno ha pagato i soli stipendi di luglio e agosto, da gennaio è in amministrazione controllata poiché dichiarato fallito, con un debito sportivo enorme. Ha violato una miriade di scadenze, ha mantenuto una rosa che NON avrebbe mai potuto permettersi, e in totale ha subito una penalizzazione complessiva pari alla nostra. Stando alle regole, cosi tanto restrittive adottate ai nostri danni, la penalità da infliggere avrebbe retrocesso direttamente il Vicenza. E invece, per ragioni nebbiose, nulla di tutto questo è accaduto. Vi pare equo tutto questo? Il Santarcangelo avrebbe goduto di tutta questa “protezione” a ruoli invertiti?

Nessuno di quelli che conta risponderà a queste domande. Saranno ignorate. Farei i nomi di tutti se sapessi a chi rivolgermi. Gabriele Gravina ha manifestato perplessità sull’accaduto, magra consolazione, molto simile a una pacca sulla spalla per curare l’influenza. Il Santarcangelo merita rispetto, merita giustizia, una giustizia vera, non quella giocata nei tribunali che sputano sentenze disomogenee e lontane dal sudore di quel rettangolo verde sul quale la salvezza è stata raggiunta.

Parlo prima dell’ultima partita per chiarire a tutti qual è la situazione grottesca che stiamo subendo, convinto che, nonostante tutto ci salveremo, giocando fino alla fine tutte le nostre carte per raggiungere per la seconda volta in stagione l’obiettivo salvezza.

Vorrei fosse chiaro che queste considerazioni vanno oltre al discorso “salvezza o retrocessione”. Serve una riflessione vera, che entri nello specifico della materia, per evitare che questo pasticcio si verifichi ancora in futuro. Perché sarebbe delittuoso… e a morirne sarebbe ancora una volta il calcio giocato.

In conclusione mi preme una precisazione importante: il Vicenza è un club storico, meraviglioso. A tifosi e giocatori, vittime a loro volta della stagione turbolenta che sta per concludersi, va tutto il mio sostegno morale.

Il mio raffronto non vuole essere in nessun modo offensivo verso tifosi e colleghi del Lane, anzi – comunque vada la partita di domani – auguro a tutti di trovare un futuro stabile e roseo.

Con rispetto, Daniele.

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